Tiscali

Recensione DOOM (2016)

Doom vi trascinerà all'inferno. E poi oltre.
Valerio De Vittorio Di Valerio De Vittorio(19 maggio 2016)
DOOM, un gioco che certamente non ha bisogno di presentazioni. Lo sparatutto in prima persona che nel 1993 mostrò al mondo quanto id Software fosse avanti rispetto a tutti gli altri, in termini di game design con John Romero, e tecnologicamente, con quel genio di John Carmack. Con un unico gioco sdoganarono una volta per tutte l'FPS, si aprirono ai modder ed inventarono il multiplayer online, cooperativo e competitivo. Oggi ribaltare così il mercato con un gioco solo non è più possibile, una volta era tutto da inventare, oggi il mercato è complesso, spietato, mille volte più sfaccettato. Dopo il mezzo passo falso rappresentato da RAGE, attendevamo con ansia un ritorno ai fasti di un tempo di questa mitica software house, e possiamo dirlo con grande piacere. DOOM è tornato ed è più cattivo che mai.
DOOM (2016)
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Bentornati anni ‘90

Gli sviluppatori con questa reinterpretazione della serie hanno scelto di raccontarci una storia profonda, il senso del viaggio di un uomo da solo contro una catastrofe, il dramma di doversi confrontare con i propri limiti e le difficoltà di sopravvivere in un ambiente ostile come quello di Marte. Va bene, stiamo scherzando. Il gioco inizia con il Doom Guy che si sveglia in un luogo non meglio precisato, e la prima cosa che fa è impugnare una pistola per far saltare la testa ad un paio di zombie. Avrete subito il controllo del vostro silenzioso alter ego, che immediatamente indosserà la propria armatura e inizierà il suo viaggio tra Marte, Inferno ed altrui luoghi mistici. Obiettivo, sterminare qualsiasi creatura gli si pari davanti, per fermare l'invasione prima che sia troppo tarsi. C'è una sorta di trama di fondo, ma non ci farete troppo caso, sarete costantemente impegnati nel muovervi, saltare, evadere, cercare insomma disperatamente di sopravvivere, mentre vi piove addosso un vero inferno di fuoco.

DOOM è uno sparatutto che riesce ad innovare il genere guardando al passato, alla propria tradizione. E' diverso dalla massa degli FPS usciti negli ultimi anni perché va a recuperare alcuni elementi classici per creare una ricetta fresca ed esaltante. Il movimento è un elemento fondamentale, nello sparatutto id Software. La velocità di gioco è nettamente superiore alla media, e gli scontri saranno ospitati in vaste arene zeppe di demoni che andranno sterminati per poter sbloccare l'uscita. Un'ondata dopo l'altra, di difficoltà crescente, verranno messi a dura prova i vostri nervi e le vostre capacità, mentre l'adrenalina scorrerà a fiumi nel vostro sangue. Quando l'ultimo cadavere infernale sarà svanito, vi accorgerete che stavate trattenendo il fiato e che stringevate forte il mouse. Questa sensazione mi ha accompagnato per tutta la campagna, tanto che scrivo con un polso dolorante!
Giocare a questo DOOM è come incontrare un vecchio amico che non vedevate da tempo, trovandolo straordinariamente in forma. Non solo si rifanno vive vecchie emozioni, ma si scopre qualcosa di nuovo. Il titolo id Software propone infatti tutta una serie di accorgimenti semplici ma davvero azzeccati. Il primo a spiccare è l'enfasi posta sul corpo a corpo, che permette al giocatore di porre fine all'esistenza infernale dei demoni storditi dai nostri colpi con spettacolari mosse finali. Vedremo il nostro Doom Guy strappare un corno al Pinky Demon per infilzarglielo nel cervello, aprire come fosse un'arancia la testa degli Imp e così via. Gli sviluppatori hanno dedicato moltissimo tempo a queste animazioni, che variano se eseguite dall'alto, di fianco, dalle spalle. Addirittura in alcuni casi puntare un braccio piuttosto che alle gambe cambia il risultato. Inoltre va riconosciuto come sebbene l'animazione della finishing move interrompa la frenesia dell'azione, la durata è di pochissimi istanti, segno che c'è stato molto testing per perfezionare il dosaggio dei vari elementi. Questa feature non è assolutamente fine a se stessa, visto che eliminare in questo modo il nemico garantisce un ritorno di medikit e munizioni. Il risultato è entusiasmante, frenetico, una vera danza della morte. Vi ritroverete a correre e saltare schivando palle di fuoco e fendenti demoniaci, mentre riempite di piombo, missili e quant'altro, le membra dei demoni squartando a mani nude i mostri rimasti storditi, interrompendovi solo per qualche istante, per poi riprendere l'incessante lavoro di sterminio.

E bentornati labirinti!

La campagna si mantiene interessante non solo grazie all'ottimo level design, sul quale spenderemo qualche parola a breve, ma evolvendo le capacità del nostro alter ego. Il nostro marine potrà infatti apprendere nuove skill, evolvere la potenza dell'armatura, scegliendo se focalizzarsi sulla salute, armatura o numero di munizioni accumulabili. L'arsenale è un altro punto forte del gioco, ricco, vasto e a sua volta potenziabile. Un altro elemento sfruttato a fondo dal gioco è l'agilità del Doom Guy, che presto apprenderà l'arte del doppio salto. Ciò offre nuove opportunità di mobilità in combattimento, ma anche per l'esplorazione. I livelli imbastiti dagli sviluppatori invertono vertiginosamente il senso di marcia seguito dalla produzione main stream. Sebbene l'esperienza di gioco rimanga lineare, le ambientazioni sono vastissime e piene di segreti, passaggi nascosti e quant'altro che lasciano ampio spazio ad un piacevole girovagare, ovviamente dopo aver sterminato ogni cosa che si muove. Certo, le fasi platform si fanno frustranti, ma sono un'altra strizzata d'occhio agli FPS anni '90. id Software ricompensa gli esploratori più capaci con innumerevoli easter egg, segreti, power up, persino armi che, seguendo la campagna, trovereste più avanti, e tanto altro. Non giocate DOOM di corsa, vi perdereste tanto valore aggiunto di questo incredibile titolo.

Non mancano i classici power-up, come il Quad Damage, o la modalità Berserk, e le modifiche alle armi introducono anche uno sparo secondario. Tanti semplici elementi perfettamente integrati nel gameplay, che è sì veloce ed istintivo, ma non tralascia una componente tattica da sfruttare a proprio vantaggio per sopravvivere alle legioni demoniache. Una menzione speciale la merita anche l'arsenale, composto da vecchie glorie e nuovi arrivati. Vario, grosso e cattivissimo, ci ha soddisfatto. Non mancano classici come la moto sega ed il BFG, che godono di un contatore delle munizioni a parte, facendo le veci di smart bomb da utilizzare nei momenti più critici. La motosega, in particolare, permette di affettare qualsiasi creatura, a patto di avere sufficiente carburante, per ottenere un'ampia collezione di munizioni come ricompensa.

Danza della morte

L'aspetto grafico è studiato per assecondare il gameplay veloce ed adrenalinico. L'obiettivo degli sviluppatori è stato da subito mantenere un'alta precisione estetica ed una fluidità sempre ottimale, con 60 frame al secondo costanti, anche su console. Nonostante questi obiettivi ambiziosi, il colpo d'occhio rimane eccellente, sebbene le prime ambientazioni tendano ad assomigliarsi un po' troppo esteticamente. Con effetti grafici accattivanti, particelle, esplosioni spettacolari e quant'altro, ma soprattutto una resa degli inferi davvero da manuale, non abbiamo di che lamentarci del lavoro svolto da id Software. Ma è il comparto audio a brillare più di tutto. Ogni suono attacca le orecchie del giocatore con cattiveria, bassi pompatissimi ed una ricchezza sonora invidiabile. Le musiche assecondano l'azione con martellanti riff di chitarra con una distorsione che sembra selezionata da Satana in persona. Esaltante.

La campagna che dura minimo dieci ore, da giocare e rigiocare salendo coi livelli di difficoltà, rende già il titolo imperdibile per i fan degli FPS, ma DOOM non sarebbe lo stesso senza la sua componente online. Questa è sicuramente la parte meno entusiasmante del gioco, che cerca a sua volta di miscelare vecchio e nuovo ma la ricetta non ci ha particolarmente emozionati. Le modalità sono classiche, ma soprattutto sono le mappe a non distinguersi con una personalità particolarmente forte, in totale antitesi con l'eccellente level design della campagna singolo giocatore. La velocità di gioco rimane altissima, in antitesi con molti altri FPS moderni, ma non basta per far scattare l'effetto nostalgia per gli sparatutto ad arena. E poi manca la cooperativa. Ad ogni modo, si tratta della componente più facilmente ritoccabile, ed è stato anche incluso un editor di mappe che siamo curiosi di veder sfruttato dalla community.
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DOOM è tornato per insegnare agli altri come si fanno i veri FPS, e lo fa a colpi di BFG, spietato, infernale, veloce, adrenalinico. La campagna è lunga, intensa, costruita su una successione di livelli labirintici, tutti da scoprire, infestati da creature terrificanti. Le novità si sposano perfettamente con lo spirito vecchia scuola, ed un gameplay studiato con grande attenzione viene impreziosita da una grafica accattivante, inchiodata sui 60 frame per secondo. La modalità online è sicuramente l'aspetto meno convincente, ma ha tutto lo spazio per evolversi nel tempo in qualcosa di più interessante. Se amate gli sparatutto, non fatevi scappare il nuovo DOOM.
voto grafica9
voto sonoro9
voto gameplay9
voto durata9