Una volta agganciati ad un determinato sostegno, rilasciando la presa di un braccio si avrà una rotazione nella rispettiva direzione, potremo così cercare un punto d'aggancio più in alto per salire un po' (ripremendo il dorsale della mano “libera”) oppure mollare totalmente la presa per lanciarci in una determinata direzione. Un meccanismo molto più semplice da provare che da descrivere, grazie anche al breve tutorial (a cura del vecchio Cranky) studiato egregiamente per apprendere le prime meccaniche di gioco. Una volta assimilato il giusto ritmo saremo già in grado di scalare le pareti più lunghe in tutta destrezza. Ogni livello può essere diviso in apposite aree, all'interno delle quali avremo a che fare con numerosi meccanismi da attivare o padroneggiare (come carrucole volanti, piattaforme in movimento, pareti che scompaiono e cosi via). King of Swing può vantare un buon bilanciamento tra fasi più votate all'azione, ed altre dove sarà invece richiesto un moderato utilizzo di materia celebrale. Non mancheranno poi numerosi nemici (per lo più vecchie conoscenze come kremling ed api), che ci leveranno una tacca d'energia col solo contatto, alcuni di questi potranno essere sconfitti con il nostro attacco (pressione continuata dei due dorsali) per altri potremo ricorrere all'interazione con elementi dello scenario (una bel masso in testa scoraggerà più di un avversario), mentre nelle situazioni più concitate potremo utilizzare l'invulnerabilità temporanea dal costo di venti banane.
Il frutto giallo per eccellenza recita ancora una volta una parte fondamentale per Donkey Kong, la cui salute dipende appunto dal recupero delle banane; ogni dieci potremo riavere una parte di energia, o in alternativa potremo cercarne di accumularne maggiormente per usufruire del già citato power up. Se sulla varietà e sull'originalità del titolo c'è poco da obbiettare, qualche problema sorge sul bilanciamento della difficoltà; alcune sezioni appaiono francamente piuttosto ostiche e non aiuta il fatto che in alcuni casi basterà un piccolo errore di precisione per costringerci a ripetere un'intera sezione. La longevità è abbastanza buona, anche se i livelli piuttosto lineari, non offrono moltissimo in termini di rigiocabilità. Non mancano poi dei minigiochi (per l'appunto le forestiadi) affrontabili sia da un giocatore che in multiplayer. Niente di trascendentale in questo senso, ma è comunque un'aggiunta che fa sempre piacere. Per quel che riguarda la grafica, gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro soprattutto per quel che riguarda i personaggi, ben disegnati e ben animati, mentre i livelli hanno uno scarso livello di dettaglio e sfondi piuttosto poveri. Meglio il sonoro, con musiche azzeccate ed orecchiabili (alcuni pezzi sono dei classici della serie) ed effetti sonori decisamente divertenti. In conclusione Donkey Kong King of Swing, è sicuramente un buon gioco, divertente ed originale, che soffre però soprattutto per alcuni difetti legati al bilanciamento della difficoltà (a tratti davvero elevata) e per una poca cura dei particolari.
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Donkey Kong fa finalmente il suo esordio (in un gioco inedito) su Gba con risultati discreti: il titolo è difatti molto originale soprattutto per quel che riguarda il sistema di controllo, basato principalmente sui dorsali (che corrispondono alle braccia del gorillone), e vanta una buona commistione tra elementi platform e puzzle game. Peccato che non possa essere considerato un “classico” soprattutto per un livello di difficoltà mal bilanciato (troppo alto in certe fasi) e per una scarsa cura nei dettagli. I Paon, al loro titolo d'esordio, dimostrano comunque di avere grandi potenzialità



