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Recensione Donkey Kong Country: Tropical Freeze

Donkey Kong e famiglia al debutto sul Wii U
Paolo Mulas Di Paolo Mulas(17 febbraio 2014)
Il 2014 deve essere obbligatoriamente l'anno della ripresa del Wii U, che nel suo primo anno e mezzo di vita ha “vivacchiato” sotto il profilo software, alternando uscite importanti con periodi di magra decisamente anomali per una console ancora così giovane. Ma a prescindere dall'appetito più o meno grande dei possessori del Wii U, la pietanza con cui si apre il “menù” del nuovo anno è di quelle che si possono trovare soltanto nei migliori ristoranti. Donkey Kong Country: Tropical Freeze non è soltanto il seguito di uno dei migliori giochi per Wii, ma sancisce anche l'atteso debutto del gorillone più famoso dell'olimpo video ludico nell'alta definizione. A firmare anche questo atteso sequel sono i Retro Studios, uno dei più talentuosi team di sviluppatori, letteralmente maestri nel rilanciare delle serie e dei personaggi che rischiavano di finire ai margini delle grandi produzioni. Dopo aver traghettato con incredibile maestria la serie di Metroid nelle tre dimensioni, i Retro hanno firmato un'altra grande impresa riportando in auge la serie di Donkey Kong Country “orfana” dopo il divorzio tra Nintendo e Rare consumato nel 2002.

I festeggiamenti per il compleanno di Donkey Kong (quanti anni ha compiuto non è dato saperlo), vengono funestati da un'invasione di bellicosi animali polari che stravolgono la vita nell'isola di Dk, trasformandola da un paradiso tropicale ad un inferno di ghiaccio. Respingere questa orda famelica di pinguini, trichechi, orsi, ed altri animali antropomorfi dalle fattezze vichinghe, sarebbe stata improba per i soli Donkey e Diddy, ed ecco che infatti a questo giro si unisce un'altra irsuta accoppiata formata da Dixie Kong (già protagonista nella trilogia per Super Nintendo) e Cranky Kong, al suo debutto come personaggio giocabile nella serie. L'introduzione di due nuovi personaggi è senza dubbio l'elemento di distinguo più importante di questo seguito, che in linea generale segue la stessa fortunata formula del suo predecessore. Una scelta di coerenza con la serie che non infastidisce e che respinge al mittente qualsiasi accusa di adagiamento da parte degli sviluppatori, che invece hanno profuso il massimo dell'impegno per rifinire l'equilibrio all'interno degli stage, piacevolmente in bilico tra un approccio di tipo esclusivamente di sopravivenza (arrivare alla conclusione del livello diventa così l'unico obiettivo da perseguire) ed una sfida a 360 che pone maggiormente l'accento sulla fase esplorativa e sui tanti rischi connessi al recupero di lettere K-O-N-G o pezzi di puzzle.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 1
Qualche bastonata basterà a placare questi mostri fiammeggianti.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 2
Le liane non possono mancare nella giungla di Donkey Kong.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 3
Meglio non esagerare con i rimbalzi in certe situazioni.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 4
Planare con Dixie si rivela sempre una piacevole esperienza.
Mentre la serie di Super Mario, perlomeno negli episodi più recenti, è stata caratterizzata da una curva di apprendimento abbastanza morbida, Tropical Freeze marcia imperterrito nella sua difficoltà da vecchia scuola in grado di dar del filo da torcere anche i giocatori più esperti non solo nel completamento al 100% di uno stage, ma anche al “semplice” superamento di alcune sezioni. Un livello di difficoltà tarato dunque mediamente verso l'alto che però raramente sfocia nella frustrazione, costringendo “in positivo” il giocatore a fermarsi un attimo, concentrarsi sul pattern di elementi e nemici, ed affinare dunque tempismo e precisione. Fortunatamente nei casi più estremi è comunque possibile anche ricorrere a qualche aiuto, andando nell'apposito negozio sarà possibile portarsi appresso qualche potenziamento (un cuore energetico in più, una pozione di invulnerabilità e così via) utile in caso di morte reiterata. L'architettura degli stage è sicuramente uno degli aspetti maggiormente riusciti di Tropical Freeze e nessun elemento è stato posizionato a caso: le comuni banane disegnano spesso in maniera implicita un percorso ideale da seguire, mentre i nemici per quanto insidiosi possoo rivelarsi poi delle indispensabili per quanto involontarie piattaforme, rimarcando dunque come ancora una volta l'importanza del “contro salto”, da sempre uno degli elementi distintivi alla base della fisicità dei personaggi della serie.

Interruttori da attivare, liane a cui aggrapparsi, pedane rimbalzanti, passerelle precarie e così via rendono ogni livello letteralmente pullulante ed in continua evoluzione. In alcuni casi avremo anche la possibilità di tornare indietro alla ricerca di qualche prezioso power up, in altri invece la minima esitazione significherà morte certa. A dispetto del titolo e della trama la maggioranza dei mondi riprende dei temi cari all'universo di Donkey Kong, con classici mondi lussureggianti in stile tropicale, vecchi templi in rovina, ambientazioni subacquee, senza dimenticare qualche iterazione industriale, con il teme ghiacciato che a parte qualche sortita è limitato ai livelli dell'ultimo mondo.
Tra tutti questi stage meritano una menzione le sempreverdi sezioni sui carrelli nonché sui razzi bidone, situazioni sempre al limite dove ogni check point viene salutato con un'ovazione. Il ritmo elevatissimo, l'ottima risposta dei comandi, ed il ponderato bilanciamento rischio/ricompensa, sono insieme alla grande varietà, alcuni dei più importanti pregi del titolo. Spiace, in ambito di analisi del gameplay, la scarsa alternanza tra i due piani di gioco, viene infatti sfruttata poco la possibilità d'interagire con le ambientazioni che fanno da sfondo ai livelli. Riprendendo il discorso legato all'introduzioni dei due nuovi personaggi (per un totale dunque di quattro giocabili), va specificato che Donkey Kong dovrà sempre essere presente, e potrà essere affiancato da uno degli altri tre. In alcuni stage negli appositi barili avremo modo di trovare solo uno tra Diddy, Cranky e Dixie, mentre in altri frangenti avremo modo di selezionare il partner di Donkey.

Non è dunque possibile assortire le coppie a piacimento, né far scambiare i due protagonisti che avanzeranno sempre insieme (l'alleato di turno sempre sulle spalle di Dk). Un peccato perché comunque poter scegliere chi utilizzare avrebbe certamente giovato ad un approccio più personalizzato, anche se probabilmente è stata una scelta dettata dalla volontà di mantenere un preciso bilanciamento nel gioco. I tre alleati di Donkey Kong hanno infatti tutti la possibilità di effettuare dei balzi prodigiosi (Diddy grazie al jet pack, Dixie grazie alla sua chioma elicottero e Cranky con un bastone rimbalzino) e permettere un loro utilizzo in qualsiasi momento avrebbe probabilmente facilitato un po' troppo la vita al giocatore. Procedere accoppiati nel single player è davvero una manna, non solo appunto per le abilità supplementari dei propri alleati, ma altresì per il raddoppio dei cuori (che passano dunque da due a quattro) che permettono un maggior numero di errori da parte del giocatore. Tropical Freeze include anche una modalità cooperativa dove il secondo giocatore può scegliere liberamente il personaggio da affiancare a DK: in questo caso i due avanzano autonomamente ma è sempre possibile unirsi per poter effettuare delle mosse combinate, mentre in caso di eccessiva distanza tra i due giocatori, niente split screen ma si assisterà ad un riavvicinamento forzato del giocatore rimasto indietro.

Trattandosi del primo episodio della serie per Wii U vi era una discreta attesa sulle possibilità di sfruttamento del GamePad, che invece un po' a sorpresa viene utilizzato soltanto come controller normale, o in alternativa come controller con l'azione visualizzata nello schermo. Quando si decide di giocare utilizzando uno schermo tv, il GamePad rimane letteralmente spento, una scelta dettata dal volere consumare al minimo alla batteria, ma forse una decisione del genere sarebbe potuto spettare al giocatore, che avrebbe magari potuto utilizzare il secondo schermo anche per una semplice mappa, per visualizzare informazioni aggiuntive o per qualche minigioco. Il debutto del gorillone sul Wii U sancisce anche la prima in alta definizione per la serie. Graficamente il titolo si fa apprezzare come uno dei migliori giochi 2D degli ultimi anni, ottima pulizia delle texture, sfondi evocativi e vivissimi ed animazioni letteralmente spettacolari. Decisamente d'eccezione anche gli effetti speciali anche se dopo la nostra anteprima ci aspettavamo qualcosa in più in termini d'inquadrature dinamiche e rotazioni, che seppur spettacolari fanno soltanto una fugace comparsa. Di grande impatto il comparto audio, dove non mancano temi nuovi e brani remixati che mettono l'accento nelle fasi più scanzonate ed in quelle ad alta tensione. Da sottolineare il gradito ritorno nella squadra di “compositori” di David Wise, già al lavoro sulla serie fin dai tempi della trilogia per Super Nintendo. Se il possessore del Wii U è in cerca di risposte da parte di Nintendo, Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un'affermazione solida di puro gameplay, un titolo profondo, divertente ed appagante in grado di allietare i rigidi pomeriggi invernali.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 5
Sarà meglio non far troppo affidamento a quelle piattaforme.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 6
Giocando in cooperativa i due personaggi avenzeranno liberi...ma senza potersi allontanare troppo.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 7
I boss di fine mondo si rivelano sempre piuttosto ostici.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Immagine 8
Rambi ritorna anche in Tropical Freeze, peccato faccia poco più di una comparsata.
9
Il 2014 del Wii U si apre all'insegna di Donkey Kong. Il gorillone fa finalmente il suo debutto sulla console ammiraglia di Nintendo e sull'alta definizione in Tropical Freeze, seguito di uno dei migliori titoli per Wii. Il gameplay marcia sull'onda del continuità del suo predecessore, ma l'introduzione di nuovi personaggi giocabili ed un grande lavoro di level design, scongiurano qualsiasi possibilità di fastidioso deja-vù. Nell'ottimo risultato finale, era lecito certamente aspettarsi qualcosa di più dallo sfruttamento delle caratteristiche del Wii U (il GamePad a parte come controller tradizionale permette soltanto di giocare eventualmente senza l'ausilio della tv) ma la profondità e la cura del titolo si attestano comunque su altissimi livelli.
voto grafica9
voto sonoro8
voto gameplay9
voto durata8