Tiscali

Recensione Discliples 3: Renaissance

Lo scontro tra Bene e Male non è mai stato così lento.
Andrea Bruni Di Andrea Bruni(22 ottobre 2010)
I giorni di pace su Nevendaar sono destinati a giungere al termine: La caduta di una stella, un segnale da parte del Padre Celeste, una profezia ormai dimenticata dai più che si porta a compimento, e che innescherà una serie d'eventi capace di frantumare inesorabilmente il già fragile equilibrio tra le forze che operano in questa terra; L'Impero umano, le Legioni infernali comandate dall'esiliato angelo caduto Bethrezen e gli enigmatici Elfi sono già sulle tracce della stella e dell'emissario divino che essa contiene, inviando i propri campioni e preparando gli eserciti per quella che si annuncia come una guerra sanguinosa, dal cui esito dipenderà il destino stesso del mondo.

Disciples 3 sancisce il ritorno, dopo ben otto anni trascorsi dall'ultimo capitolo, di una saga che ha saputo ritagliarsi una certa popolarità degli strategici a turni fantasy grazie a un design carismatico e a un gameplay bilanciato che ha saputo conquistare non pochi amanti del genere. Questo terzo capitolo, passato dagli storici sviluppatori di Strategy First al team russo Akella, al di là dell'ovvio aggiornamento tecnico, riparte dalla volontà di non stravolgere la struttura di base messa a punto nei predecessori. Come detto, siamo infatti di fronte a uno strategico a turni, infarcito di molteplici elementi rpg e fortemente debitore del marchio Heroes of Might & Magic (che di fatto si è imposto come un termine di paragone pressoché assoluto per il genere intero), in cui passeremo gran parte del nostro tempo nella gestione e nel controllo dei nostri leader.
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Il mondo in cui ci muoviamo è ricco e dettagliato
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Più grossi sono... e più suderete per farli cadere!
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Gli attacchi magici sono sempre visivamente appaganti
A queste speciali unità spetta l'onore e l'onere di unire a sé un personale esercito e affiancarlo nelle numerose battaglie che le escursioni nelle pericolose lande di Nevendaar riserveranno a ogni angolo, e che saranno puntualmente l'ostacolo che si frappone tra noi e qualunque nostro obiettivo. All'interno di Disceples 3, la nostra prerogativa principale sarà difatti quella di mandare i nostri uomini a esplorare in lungo e in largo per le vaste mappe di gioco, allo scopo di accaparrarci l'accesso alle risorse che, nelle città da noi controllate, potremo investire in potenziamenti e nuove opzioni di reclutamento per le truppe, o alternativamente, nella ricerca di incantesimi che in innumerevoli circostanze ci faciliteranno la vita. Al contempo, uscire vincitori dai frequenti scontri che accompagneranno ogni minimo progresso frutterà ai nostri leader (così come a tutte le unità) un premio in punti esperienza, che in pura tradizione ruolistica consentirà, al momento del level-up, di migliorare e personalizzare le caratteristiche del personaggio (senza contare che disseminati qua e là, avremo modo di mettere le mani su un gran numero di oggetti equipaggiabili in grado di fornire bonus in determinati campi).

Si può capire, insomma, come Akella possa contare su una struttura ampiamente collaudata e consolidata, che, sorvolando su un tutorial francamente frettoloso e non proprio allo stato dell'arte, si rivela piuttosto immediata, facilmente assimilabile e potenzialmente molto "addictive"; ma purtroppo, come vedremo, non sempre basta avere buone basi per ottenere un prodotto di valore assicurato, e dal canto suo, il team di sviluppo si dimostra responsabile di alcune scelte di design non particolarmente illuminate.

Innanzitutto, Disciples 3 è spaventosamente lento. Ciò che dovrebbe essere la primo difetto da prevenire in qualsiasi gioco a turni, non solo non è stato scongiurato a dovere, ma addirittura finisce per costituire la sensazione predominante in ogni frangente. La fase di esplorazione tende a svolgersi con ritmi letargici, che l'atteggiamento delle fazioni avversarie non aiuta di certo a rinvigorire: se avete in mente il modello dinamico del già citato Heroes of Might & Magic, oppure del buon Age of Wonders, in cui azioni di disturbo nemiche, attacchi, contrattacchi e ritirate forzate sono all'ordine del giorno; qui potete mettervi l'anima in pace: nel corso delle campagne, i vostri rivali non mostrano un grande spirito d'iniziativa, anzi, il più delle volte si limiteranno a respawnare periodicamente in prossimità degli avamposti sotto il vostro controllo, con forze decisamente troppo limitate per poter impensierire i vostri difensori. Tutta qui -o quasi- la presenza di veri rivali, niente presenza costante sulla mappa, nessuna autentica velleità di mettervi i bastoni tra le ruote contendendovi risorse o costringendovi a ripiegare in difesa delle vostre città, niente di niente. Non rimane altra scelta che accontentarsi di battagliare contro le immobili creature neutrali incontrate per la strada, a patto che resistiate al tedio di cotanta staticità e alla frustrazione di esaurire i punti movimento dei leader e passare il turno sapendo che comunque non accadrà praticamente nulla.
Discliples 3: Renaissance - Immagine 4
I progressi delle abilità nostri eroi avvengono attraverso questo schema a "mosaico"
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I Non-morti possono costituire avversari molto fastidiosi
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Gli scontri giocati in difesa degli avamposti costituiscono una piacevole variante
Per fortuna, arrivati ai combattimenti veri e propri, i ritmi si riassestano su valori accettabili, e le meccaniche svolgono tranquillamente il proprio dovere: l'interfaccia è chiara e ben disegnata, le diverse "arene" (suddivise nei sempre comodissimi "esagoni") sono ben diversificate per ostacoli ambientali e settori speciali che garantiscono bonus di attacco a chiunque li occupi, e la possibilità di attingere a un discreto numero di abilità speciali o da quel che ci offre il nostro inventario aggiunge un pizzico di imprevedibilità in più agli scontri (a proposito, non aspettatevi battaglie campali con numeri impressionanti di contendenti, gli eserciti si basano su unità singole, nel vostro caso pure limitate in base al punteggio di "guida" del leader), l'insieme ha tutto quel che serve per funzionare come si deve. Peccato solo che tutto questo potenziale strategico risulti alla fine castrato da una IA nemica ben poco competitiva, spesso autrice di scelleratezze tattiche capaci di facilitarvi la vita in maniera quasi imbarazzante, una cosa che in breve tempo risulterà veramente difficile da ignorare.

La principale modalità di gioco offerta da Disciples 3 è rappresentata dalle 3 campagne in single player, ognuna dedicata a una delle fazioni principali e costituita da 6 missioni, che richiederanno puntualmente svariate ore di gioco per essere portate a compimento. Non manca certo la quantità sotto questo punto di vista, a cui si aggiunge una progettazione dei livelli generalmente di buona fattura, con tantissimi luoghi d'interesse sparsi per le mappe e un gran numero di nemici da affrontare. Il gioco promette infatti oltre 170 tra personaggi e creature, e la varietà degli incontri ostili sembra effettivamente tenere fede alla parola data. Se invece si vuole restringere il campo alle unità giocabili, il discorso prende un'altra piega: ogni schieramento ha a disposizione soltanto un ristretto numero di unità di base, comunque soggettibili di molteplici (e non lineari) livelli di upgrade. Le sorprese riguardo ai nostri schieramenti termineranno alla svelta, ma c'è comunque da dire che attorno alle tre compagini selezionabili è stato svolto un discreto lavoro di differenziazione, per cui passare da una all'altra richiederà uno studio attento delle forze a disposizione e un approccio nuovo al combattimento: se con i bilanciatissimi Umani, dotati di ottimi combattenti in mischia e di efficaci guaritori, la gestione può sembrare semplice e lineare, vi troverete a fare i conti con il deficit di forza bruta che i Diavoli tendono a soffrire ai livelli più bassi, o la fragilità degli Elfi, da sempre più inclini a utilizzare archi e magie piuttosto che combattere in prima linea.


Una volta terminata la storyline principale (invero abbastanza deludente, specie se consideriamo che le premesse iniziali non erano disprezzabili), a frapporsi tra l'ultimo lavoro di Akella e il programma di uninstall rimane unicamente la modalità skirmish, che riporta alla struttura di gioco un briciolo di dinamismo, mettendoci contro nemici finalmente non più passivi e meno disposti a stare a guardare mentre marciamo all'attacco dei loro possedimenti. Un divertimento comunque destinato ad aver vita breve, visto che il corredo di sole 5 mappe dedicate appare nella maniera più assoluta insufficiente e l'assenza di un editor taglia le gambe in partenza a qualunque possibilità di rimpolpare questa lacuna contenutistica. Altrettanto inspiegabile è il mancato inserimento di qualunque funzionalità online, limitando il multiplayer al solo locale, con un massimo di 3 giocatori a turno sullo stesso PC, il che, come si può immaginare, non è il massimo nè della praticità, nè del divertimento.

In mezzo a tanti aspetti deludenti, dobbiamo invece spendere parole di elogio verso la confezione tecnica, che spesso arriva a rappresentare l'ultima ancora di salvezza contro il rischio di perdere completamente ogni interesse per il gioco. Già dalla cinematica iniziale, si presagisce infatti come la cura per l'easpetto stilistico sia senza mezzi termini a livelli molto elevati, e in-game le conferme non si faranno minimamente attendere. Il motore grafico che muove Disciples 3 è capace di garantire qualità e pulizia visiva, con modelli poligonali ben realizzati e una soddisfacente gamma di effetti ambientali. A pari passo con il gradevole livello di dettaglio, la direzione artistica riesce con mano salda a conferire un look generale di sicuro carisma. Non sono da meno neppure le musiche di sottofondo, varie e mai noiose, e strappa un giudizio positivo anche il doppiaggio (completamente in italiano), che salvo una certa ripetitività riesce a svolgere il proprio dovere. Ciò non toglie, comunque, che ci sarebbe voluto ben altro per togliere a Disciples 3 l'amaro sapore dell'occasione mancata; quello che avrebbe potuto essere un prodotto più che degno di considerazione, finisce invece per essere consigliabile soltanto agli amanti degli strategici a turni più irriducibili e in crisi d'astinenza, e, non fosse per la distribuzione della sempre ottima FX che garantisce un prezzo di lancio competitivo (poco meno di venti Euro), probabilmente nemmeno a questa categoria.
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Suggestivo, per essere un buco infernale...
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L'incantesimo giusto al posto giusto può facilitarci di molto la vita
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Anche i filmati d'intermezzo godono di una cura stilistica deliziosa
6
Ci sono fattori che salvano Disciples 3 dal disastro totale, ma ciò non fa altro che accentuare la delusione per un gioco che mette in mostra un potenziale interessante quanto tristemente incompiuto. Chi vive di pane e turni ed è disposto ad abbassare le pretese potrebbe gradire l'ottimo versante stilistico o le funzionali meccaniche di combattimento; tutti gli altri difficilmente riusciranno a guardare oltre la sconcertante lentezza d'azione e l'IA atroce. Un'occasione sfumata, con buona pace di chi ha dovuto attendere otto anni per il nuovo episodio di questa saga.
voto grafica8
voto sonoro8
voto gameplay6,5
voto durata7