Occorrerà parecchio tempo prima d'avere ragione di Baal (il nostro nemico finale, come i più perspicaci avranno già capito) e la battaglia finale non ci deluderà di certo. Ma qual è la sensazione che si ha alla fine di Lord of Destruction? L'impressione è tutt'altro che negativa; l'ambientazione è bella, gli effetti di neve e foschia sono fatti molto bene e la storyline è più avvincente che nei precedenti atti, ma la sensazione è che Blizzard poteva fare di meglio, modificando alcune parti del motore del gioco, aggiungendo nuovi incantesimi anche per i personaggi già esistenti, più oggetti di nuovo tipo o aggiungendo più personaggi non giocanti (NPC) fuori delle città. Inoltre non si è fatto nulla per rimediare ai difetti del sistema di gioco (la possibilità di salvare la partita autonomamente avrebbe tolto quel senso di frustrazione che si ha quando si muore troppo lontano dal waypoint, quando si dimenticano degli oggetti per terra o quando bisogna sconfiggere nuovamente i mostri che ci separano dalla meta), ma probabilmente questo avrebbe richiesto una riscrittura troppo estesa del motore del gioco. Non dimentichiamoci quindi che Lord of Destruction non è Diablo 3, ma un'espansione il cui compito è quello di dare nuova linfa ad un gioco che conta un enorme schiera d'appassionati e che è diventato una pietra miliare nella storia dei videogiochi, e questo compito lo assolve egregiamente.