Oltre alla barra della vita, Nina dovrà fare attenzione anche a quella della concetrazione. Se questa sarà al massimo, potrà avere vita facile contro i nemici.
I punti di salvataggio saranno evidenziati da un cerchio giallo e indicheranno il punto migliore per mettersi in contatto con la vostra base operativa.
Anche il sistema di controllo non è esente da pecche. Il sistema adottato riprende quanto già visto in titoli come Grabbed by The Ghoulies e Rise of Honor. Più nel dettaglio a controllare gli spostamenti di Nina sarà il normale stick sinistro, mentre il destro sarà adibito all'esecuzione delle mosse che caratterizzeranno i combattimenti dell'agente in gonnella (a proposito, i vestitini di Nina sono improponibili anche per l'ultima delle letterine). La struttura di gioco, infatti, vi vedrà girovagare all'interno degli ambienti alla ricerca di indizi utili alla vostra indagine e a menare le mani nei confronti dei vostri avversari. Verrà data anche la possibilità di prendere possesso delle armi lasciate dai nemici abbattuti, ma la scarsità di munizionamento a disposizione ci costringeranno a fare affidamento alle nostre sole abilità “picchiatorie”. Capiteranno di tanto in tanto simpatici siparietti che vi vedranno nelle vesti di infallibile cecchina ed esulano quindi dal monotono picchiaduro. Peccato però che siano sempre stati visti e progettati come contorno ad un primo piatto in realtà povero di sale e contenuti, risultando essere quindi poco approfonditi e curati. E' ovvio che in mezzo ad una struttura di così basso profilo anche l'intelligenza artificiale nemica risulti alquanto deficitaria e l'unica difficoltà a cui Nina dovrà far fronte sarà legata all'alto numero di nemici che affolleranno gli stage e al loro respawn nell'eventualità (più che presente), dei backtracking. Non mancheranno numerosi gadgets tecnologici che accompagneranno la nostra avventura e che si attiveranno automaticamente nel momento più adatto, togliendoci anche il piacere di decidere autonomamente quando fare uso di un determinato oggetto per affrontare un particolare passaggio o per la soluzione di un puzzle.
Insomma, Namco inciampa vistosamente nella realizzazione di questo Death By Degrees, evidenziando una povertà concettuale a tratti disarmante (Il primo boss di fine livello è tra il comico e l'indecente), accompagnato anche da un livello tecnico forse non scadente, ma che sicuramente non aiuta a dare lustro ad un videogame che forse avremo preferito non vedere.
5
Anche facendo un grosso sforzo d'immaginazione non troviamo un solo valido motivo per prendere in considerazione l'acquisto di Death By Degrees. La produzione Namco, si fa sentire solo negli splendidi filmati in FMV che, come da copione, infarciscono le cutscenes del gioco. Ma gameplay e realizzazione tecnica sono da ritenere assolutamente al di sotto del normale livello di tollerabilità.



