Tiscali

Recensione Curse: The Eye of Isis

Francesco Menna Di Francesco Menna(30 marzo 2004)
Curse: The Eye of Isis - Immagine 8
Alito cattivo? Una bella mentina e passa tutto. Ma noi abbiamo solo pallottole...Fa lo stesso.
Una cosa che può piacere è, però, la componente di azione molto presente in questo titolo. Le munizioni che troverete non saranno mai ridotte al lumicino come in Silent Hill, e i combattimenti saranno spesso obbligati per accedere a determinate aree. La varietà di armi è piuttosto buona, benchè non si possano pretendere aggeggi fantascientifici o paramilitari. Insomma, vi dovrete accontentare di qualche “ziopaperoniana” spingarda. Ci saranno anche alcuni momenti in cui la visuale passerà in prima persona, trasformando Curse in un FPS senza troppe pretese. Un elemento di innovazione totale c'è, e si tratta del sistema di salvataggio. Per salvare dovrete infatti ritrovare il vostro amico Abdul, che si sposterà di scenario in scenario in posti sempre diversi man mano che risolverete gli enigmi del gioco. Se non riuscirete a trovarlo, non riuscirete nemmeno a salvare. E questo può rendere il tutto frustrante, anche perché le mappe non sono né piccole né facili da ricordare. Tuttavia è un elemento originale, e, pertanto, degno di menzione positiva, benchè potesse essere realizzato in maniera migliore.
Curse: The Eye of Isis - Immagine 9
Questo mostro sembra abbia preso ispirazione da Jeeg robot d'acciaio.
Curse: The Eye of Isis - Immagine 10
Che bel faccione da egiziano.
Curse: The Eye of Isis - Immagine 11
Ragazzi, che dolore...Ma sarà per il cattivo odore?
Ritorno alle origini?

Forse dalle didascalie non si riesce a rendersene conto, ma Curse ha un comparto grafico che, a tratti, sembra essere fermo alla Psx. Certo, alcuni effetti di luce dinamica sono buoni, alcune texture anche, ma non posso esimermi dal non dare degli appunti a certi elementi. Primo tra tutti lo sprite principale, sia di Darien che di Victoria. Le loro movenze sembrano meccaniche, e ricordano un po' quelle di Chris Redfield nel primo Resident Evil. Sembra inoltre che alcuni elementi poligonali siano stati creati con una certa frettolosità e, pertanto, molto squadrati. Le textures non sempre si dimostrano all'altezza della situazione, dato che in alcuni casi, la “granulosità” è fin troppo accentuata. Al contrario, gli effetti sonori sono stati realizzati piuttosto bene e, in certi casi, fanno sobbalzare davanti al televisore. Anche se alzare il volume degli effetti più duri per incutere paura allo spettatore è un vecchio trucco, utilizzato al cinema da quando è nato il thriller. In ogni caso, il sonoro sembra la componente migliore del gioco.
La longevità di questi titoli non è mai stata enorme, dato che in pochi li rigiocano una volta terminati e Curse non è un'eccezione. Non è comunque un gioco corto.
Concludendo, non ci troviamo di fronte a un titolo che passerà alla storia, ma di certo, potrebbe essere un buon diversivo per tutti coloro che aspettano i nuovi capitoli delle saghe più importanti di questo genere. Se invece non siete mai stati dei fan di questo genere, Curse non può fare altro che confermare i vostri gusti. Come al solito, il consiglio è di provarlo: potrebbe piacere agli amanti del genere. Gli altri ne stiano alla larga.
Curse: The Eye of Isis - Immagine 12
Si scosti gentile donzella, il suo cavaliere la proteggerà!
Curse: The Eye of Isis - Immagine 13
Una donna “focosa”, non c'è che dire...
Curse: The Eye of Isis - Immagine 14
Il nostro amico Abdul ci permetterà di salvare il gioco.
12
5,5
Un gioco che non aggiunge nulla ai vari Resident Evil e Silent Hill, anzi, sembra tornare indietro. L'unico elemento che avrebbe potuto renderlo più interessante sarebbe potuta essere la trama, ma presto ci si rende conto di come sia stata anche essa sviluppata in maniera infelice. Potrebbe divertire per i numerosi combattimenti, ma, se non si è proprio accaniti fan del genere, sarebbe consigliabile provare il gioco prima dell'acquisto.
voto grafica5,5
voto sonoro7
voto gameplay6
voto durata5,5
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