Crazy Taxi dimostra che le conversioni arcade possono sostenere la "prova" del passaggio ai sistemi casalinghi. Il gameplay esaltante, lo stile grafico azzeccatissimo e il sonoro da volume a manetta sono passati indenni attraverso il porting della AM3, confezionando un titolo che rappresenta una vera e propria boccata d'aria fresca nel genere dei giochi di guida. Niente settaggi o assetti che dir si voglia (non c'è neanche il tachimetro!) ma solo (e soprattutto) corse folli in metropoli splendidamente progettate, con spiagge, parchi e autostrade. Questo dettaglio, la natura spiccatamente arcade, rappresenta forse l'unico limite del gioco. Chi si aspetta un modello fisico credibile rimarrà forse deluso dal vedere le auto schizzare a decine di metri di altezza o correre tranquillamente sul letto dei fiumi. Chi, invece, cerca del vero/puro/semplice divertimento non potrà non apprezzare l'ottimo lavoro svolto dai programmatori Sega. I saltuari rallentamenti (già visti nell'originale da sala) e il bad clipping talvolta evidente (ma giustificato dalla miriade di oggetti su schermo) sono gli unici aspetti negativi di una produzione altrimenti perfetta. In ogni caso, vista la quantità di lati positivi che porta con sé, non è difficile perdonare questi piccoli difetti a Crazy Taxi, e consigliarne l'acquisto ad ogni possessore di Dreamcast.