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Recensione Company of Heroes: Tales of Valor

Seconda Guerra Mondiale in pillole, targata Relic!
Marco Modugno Di Marco Modugno(10 giugno 2009)
Eroe di guerra. Alzi la mano chi, giocando con uno sparatutto o con un RTS a tema bellico non ha aspirato, almeno per qualche istante, a sentire cosa si prova ad indossare i panni del soldato, o dell'ufficiale, che salva la giornata, trasformando la probabile disfatta in vittoria grazie ad un sapiente miscuglio di coraggio, intuizione e prontezza. In fondo sono queste le caratteristiche fondamentali dell'eroismo, assieme ovviamente alla capacità di sacrificarci per l'onore della bandiera o del reparto, cosa che, videoludicamente parlando, non prevede fortunatamente spargimenti di globuli rossi, ma solo il ripristino di un salvataggio precedente.

Tales of Valor, seconda espansione “stand alone” (vuol dire che, per giocarla, non dovete possedere e installare preventivamente il gioco base) dopo Opposing Forces del fortunato RTS Relic, stringe l'obiettivo dal grandangolare dei primi due capitoli, dove venivamo investiti di compiti tattici onerosi e costretti a vagare su mappe molto estese nel tentativo di non lasciarci sfuggire eventi cruciali per il prosieguo della campagna, al teleobbiettivo di un comandante di sezione, chiamato a rispondere di se stesso e di un manipolo di uomini.
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 1
Una chicca da estimatori in primo piano: il cannone senza rinculo da 75mm
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 2
Contro l'88 lungo del Tiger, a quella distanza non ce n'è per nessuno!
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 3
Imboscata riuscita. I panzer sono sotto scacco.
 

L'approccio al gameplay, in questo senso, risulta quindi assai user friendly al punto da rendere TOV decisamente consigliato per chi vuole cimentarsi con un bel RTS, con l'intenzione di divertirsi qualche ora evitando di farsi venire i capelli bianchi per imparare i controlli o di dedicare notti insonni al completamento di una missione. Le situazioni con cui sarete chiamati a confrontarvi, e parlo specialmente delle prime due mini campagne, Tiger Ace e Causeway, vi mettono a disposizione un pugno di uomini e di risorse trasformando la spesso farraginosa esperienza tipica degli RTS, che costringono a pianificare accuratamente ogni mossa e a destreggiarsi per ogni evenienza, complici IA sempre più battagliere, in un'impostazione decisamente più arcade dove più che la tattica conta il tempismo e la velocità d'esecuzione.

Tre le minicampagne, dicevamo, ed è giusto accennare a cosa prevedano. Premettiamo che tutte e tre hanno come teatro l'inflazionata Normandia, teatro degli scontri che, dal D-Day in poi, aprirono il secondo fronte in Europa permettendo alle truppe alleate di marciare fino all'Elba, e che ben due di esse vedono come protagonisti i “nemici” tedeschi, sconfitti ma non per questo meno valorosi nel contendere ogni metro di terreno della Festung Europa all'invasore anglo-americano.

Tiger Ace, la prima (e più amata dal popolo di Internet) delle minicampagne, vi affida un Carro Tiger, fiore all'occhiello del 101mo reggimento Carri pesanti delle Waffen SS, permettendovi d'indossare la divisa nera da carrista del SS-Obersturmführer (tenente) Michael Wittmann, passato alla storia per il leggendario assalto ad una colonna inglese a Villers-Bocage, durante il quale, in meno di quindici minuti, mise fuori uso undici carri armati inglesi, due cannoni semoventi anti-carro e quindici trasporti truppe. Wittmann, che cadde in azione pochi giorni dopo, l'8 agosto 1944, nel tentativo di riconquistare la collina 102 vicino a St. Aignan de Cramesnil, dopo essere stato promosso SS-Hauptsturmführer e aver ricevuto la Croce di Cavaliere della Croce di ferro con fronde di quercia e spade, fu uno dei maggior eroi delle truppe corazzate di tutti i tempi ed ora, per la prima volta, potremo rivivere in prima persona la sua ultima battaglia vittoriosa sul suolo francese.

Causeway, la seconda, costringe il giocatore a cambiare fronte ed uniforme, indossando la combinazione di lancio dell'82ma Divisione Aviotrasportata americana “All American”, impegnata nel lancio notturno sulla Normandia per prendere possesso di obiettivi chiave alle spalle delle spiagge dello sbarco. L'obiettivo del plotone di parà al nostro comando è di occupare e tenere a tutti i costi la strada di La Fiere verso l'interno, attraverso i terreni allagati dalla Wehrmacht per rallentare l'avanzata delle truppe che sbarcheranno ad Utah Beach. Nel combattimento contro i reparti meccanizzati tedeschi, saremo costretti a dare fondo a tutto il nostro repertorio di sporchi trucchi della fanteria leggera per avere ragione del nemico, superiore di numero, evitando di essere sopraffatti.
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 5
Si va a piedi kamaraden, stavolta...
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 6
Cannoni d'assalto nella base alleata. Colpire duro e ritirarsi!
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 7
L'Hawker Typhoon, terrore dei panzer con i suoi 4 cannoni da 20 mm.
  

Infine Falaise Pocket, dal nome della sacca Omonima in cui le truppe alleate sbarcate sulle spiagge normanne chiusero a tenaglia le truppe tedesche, dopo la battaglia vittoriosa di St. Lo. Di nuovo in uniforme delle forze armate del Terzo Reich, stavolta quella grigia della Wehrmacht, tenteremo di rallentare l'armata di Eisennhower consentendo al maggior numero di nostri uomini di mettersi in salvo, uscendo dalla Sacca.

Tutte e tre le minicampagne sono caratterizzate da un approccio immediato, veloce e adrenalinico che farà percepire come ancora più breve il tempo che impiegherete a completarle, lasciandovi un po' d'amaro in bocca per la loro brevità. Occhio, però, che se ne sentirete la mancanza, provando il bisogno di avere di più, è perché l'esperienza di gioco è a livelli eccellenti, in linea con gli standard elevatissimi stabiliti tre anni fa da Company of Heroes e tuttora ineguagliati, se non dal concorrente Men of War. Con il gioco Bestway, il titolo Relic condivide parecchie dinamiche, non ultima l'inedita implementazione di un sistema di mira manuale che ci consente di puntare le armi sul nemico.

Il sistema, che si rivela particolarmente valido a causa dell'approccio arcade del gioco, in particolar modo quando siamo a piedi (la torretta del nostro Tiger, se adoperiamo il mouse, ruota troppo lentamente per sperare di risultare i pistoleri più veloci del Fronte Occidentale, in un eventuale confronto con uno Sherman Firefly alleato) rappresenta una soluzione vincente specialmente nel multiplayer, che in Tales of Valor si arricchisce di tre nuove modalità. Panzerkrieg, in particolare, ci riporta piacevolmente indietro ai tempi dei deathmatch senza se e senza ma, stavolta a bordo di un carro armato. In Stonewall, invece, potremo far lega con altri tre giocatori per tentare di arrestare un'orda di bot comandati dall'IA mentre nell'ultima, Assault, due controparti si scontrano fino all'annientamento di una delle due.

Fermo un comparto tecnico che regge benissimo la prova dell'età, senza mostrare mai il fianco alle critiche né sul piano della grafica, che sfrutta al meglio il motore Havok e le Direct X 10, né su quello sonoro, corredato di musiche gradevoli e di effetti realistici di ottimo livello, un gameplay appena arricchito rispetto ai capitoli precedenti (il sistema di puntamento, appunto, e una manciata di unità come la Schwimmwagen tedesca) e un approccio decisamente amichevole anche nei confronti di eventuali neofiti del genere, Tales of Valor merita una sufficienza piena. Che avrebbe potuto trasformarsi in un voto ben più rotondo, come il 9 assegnato al gioco principale al tempo della sua recensione, se solo, tanto per fare un esempio, le minicampagne fossero state nove e non tre.

Posto infatti che la struttura di missioni brevi e accessibili anche a chi non ha ore di tempo a disposizione per giocare mi trova assolutamente favorevole, sensibile come sono alle problematiche dei giocatori mordi e fuggi che oltre tutto, non rimanendo attaccati ad un solo titolo per ere geologiche, si trasformano in una fonte d'incassi assi più allettante, per uno sviluppatore, di quelli che, a dieci anni di distanza, ancora pretendono di giocare a Starcraft, tre ore di gioco in single player sono davvero poche. Anche se il gioco è in vendita ad un prezzo ridotto. Ci si chiede a cosa servano, allora, gli 8 Giga di memoria necessari su Hard Disk per installarlo. Se per voi la longevità conta poco, purché l'esperienza sia gratificante, non lasciatevelo scappare. Altrimenti, il consiglio e quello di cercarlo al miglior prezzo possibile, magari online. In ogni caso, sarà valsa la pena di averlo provato.
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 8
Il Koenig Tiger, re del campo di battaglia.
Company of Heroes: Tales of Valor - Immagine 9
Quadretto impressionista, pronto a trasformarsi in un olocausto d'acciao rovente
 

6,5
Troppo breve? Il quesito è doveroso, una volta completate le tre minicampagne di Tales of Valor in tre ore tre, a difficoltà Normale, pausa merenda inclusa. Lo stessa domanda che ci ponemmo al termine della breve campagna single player di COD4, tempo fa, supportata però da un multiplayer talmente monolitico da tenerci tuttora incollati al titolo Infinity Ward, a costo d'ignorare, o quasi, il suo successore Treyarch, ci spinge oggi a storcere la bocca di fronte ad un contenuto insufficiente ad accontentare i palati più esigenti. Poco conta che si tratti di un add-on, anche se “stand alone”, e che si siano aggiunte tre nuove modalità multiplayer ed una manciata di nuove unità combattenti al menu già ricco del gioco base e della prima espansione Opposing Fronts. Tales of Valor rischia comunque di lasciare insoddisfatti i giocatori hardcore, proponendosi però nel contempo come ottimo assaggio per chi gradisce un'esperienza meno intensiva e longeva.
voto grafica8
voto sonoro8
voto gameplay8
voto durata4,5
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