Quello proposto da DIRT, infatti, è un sistema di danni che segue “a scalare” il grado di difficoltà scelto dal giocatore. Estremamente permissivo a quelli più bassi per poi andare via via a diventare sempre più preciso nel richiedere al giocatore di evitare per quanto possibile ogni minimo contatto con il bordo pista o una qualsiasi digressione dal tracciato originale. Una necessità che va ovviamente a modificare drasticamente lo stile di guida, che dall'iniziale approccio arrembante si trasformerà con il progredire del livello di difficoltà in un continuo “guidare sulle uova” nel giusto timore di vedere sfumare all'ultima curva un importante piazzamento sul podio. Al contrario di quanto accade in altri titoli motoristici, infatti, il semplice taglio di una curva o un sorpasso “ di sponda”, potrebbe significare il termine anticipato della gara, dal momento che ostacoli naturali ed artificiali si troveranno a pochi centimetri dalla vostra vettura. Quello proposto da Codemasters è un gameplay che al contrario degli altri episodi, sacrifica il suo versante più simulativo sull'altare della facilità di esecuzione e della pura emotività. Non che DIRT sia completamente privo di insidie, sia intesi, e nemmeno vogliamo dire che non sarete costretti a “restartare” alcune gare più e più volte, ma è innegabile che alla Codemastars siano scesi a pesanti compromessi per garantirsi una più vasta fetta di pubblico.Basta vedere come la vostra vettura tenda a “piantarsi” al suolo in seguito ad una frenata brusca, senza mai slittare sul terreno (d'accordo l'ABS, ma qui si esagera) o come i tempi di frenata siano praticamente identici su tutti i tipi di tracciati per rendersi conto di come la garanzia del divertimento a tutti i costi sia stato preso come il vero punto fermo dell'intera produzione. Anche la fisica della vettura convince meno rispetto al passato. Il punto maggiormente negativo di questo comparto è l'attrito delle auto con il fondo stradale: realizzato molto sommariamente, riesce a dare una sensazione estremamente asettica e distaccata di cosa sta avvenendo a livello delle 4 quattro ruote. A tratti l'auto sembra quasi “galleggiare” e risponde allo stesso modo agli input di accelerazione e frenata, di qualsiasi portata essi siano. La stessa perdita di aderenza in accelerazione non fa che peggiorare il feeling con la vettura invece che acuirlo, dato che la gestione del gas richiede più un approccio sistematico che preciso, data anche la cronica di difficoltà di parzializzare correttamente il rilascio del gas. Si avverte quindi con minore efficacia il cambio di superficie di guida, rendendo vane anche tutte le varie possibilità di setup lasciate al giocatore. Colin Dirt sconta la mancanza di una profondità in quanto a controlli sia con i suoi predecessori (che almeno mettevano in evidenza particolari molto buoni, come il bloccaggio delle gomme nelle frenate troppo brusche e una buona sensazione di attrito dei vari asfalti) sia nei confronti dell'esponente più acclamato per i rally arcade della scorsa generazione, ovvero Rallisport Challenge 2 (che ostentava un mix immediato ma con rimandi alla guida reale).
Codemasters ha quindi sfornato un titolo dai comandi immediati, intuitivo nel controllo della vettura, ma sin troppo semplificato sotto certi aspetti (come la differenziazione che dovrebbe caratterizzare il comportamento di veicoli tra loro molto diversi e che invece li rende sin troppo simili). Una fisica “usa e getta” e pertanto un titolo adatto a quei videogiocatori che praticano i racing-game per brevi periodi, i cosiddetti “casual-racers”, mentre per chi cerca un titolo più profondo rimarrà deluso, seppur a tratti divertito. Una scelta che quindi potrà da una parte scontentare tutti coloro cercassero in Colin McRae l'ennesima simulazione senza troppi compromessi, dall'altra invece non farà altro che fare la gioia di tutti coloro siano alla ricerca di un titolo divertente, immediato e che li ricompensi con una certa facilità di apprendimento e con la sensazione di padroneggiare il proprio mezzo fin dalla prima gara, o giù di lì. Anche la componente online di DIRT, tende ad esaltare il versante più arcade del titolo. Se da un lato la possibilità di gareggiare in contemporanea con 100 giocatori (seppur solo attraverso il cronometro in tempo reale) è affascinante, la configurazione delle stanze lascia perplessi. Non è possibile settare alcun parametro in particolare né l'auto specifica con cui correre (solo la categoria) né la pista. Sarà il gioco a proporne una manciata random e i giocatori gareggeranno sulla competizione che ha ricevuto più voti dai giocatori presenti in stanza. Il tutto ancora una volta sotto l'imperativo del “mordi e fuggi”.
Tutte le attenzioni non profuse ad un modello di guida che abbiamo visto essere prettamente arcade, sono state invece spese nel comparto grafico, che porta DIRT ad essere uno dei massimi esponenti della grafica next gen. Dai modelli poligonali delle auto (tutte rigorosamente originali), ai circuiti e agli effetti di luce, il lato grafico di DIRT risulta essere curato in tutti i suoi dettagli. Qualche critica la si potrebbe muovere al massiccio uso degli effetti HDR che in qualche caso tendono più ad infastidire la visuale del giocatore, piuttosto che allietarla, ma è innegabile l'immenso lavoro svolto da Codemasters per il lato estetico di DIRT. E sempre a proposito di visuali non si possono rimarcare le adeguate scelte compiute per la scelta delle telecamere di gioco (addirittura due per quella interna), sempre molto funzionali a restituire al giocatore il corretto feeling di guida. Peccato invece per la totale assenza delle condizioni meteo. Un ulteriore segno delle scelte operate a tavolino da Codemasters e che dimostra una volta di più di voler abbandonare la vecchia strada intrapresa ormai nove anni fa per gettarsi a capofitto verso nuove sfide, da affrontarsi in rigorosa derapata. Buona fortuna, Colin.
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DIRT rappresenta un punto di svolta nella serie dedicata al campione scozzese. Abbandonate le velleità più simulative, Codemasters concede le sue grazie al lato più arcade della produzione motoristica. Un titolo divertente e immediato, ricco di opzioni, modalità di gioco e circuiti ma privato di alcune caratteristiche che lo avevano reso celebre tra gli amanti delle simulazioni rallystiche. Codemasters riesce comunque a centrare il bersaglio, grazie ad una realizzazione senza sbavature e perfettamente diretto verso il fine ultimo di questa nuova produzione, ovvero quello di divertire e staccare il cervello dall'asfalto. Gli appassionati delle quattro ruote su sterrato dirigano pure il proprio sguardo altrove, la simulazione non abita più qui.



