Appannaggio esclusivo di un pubblico di elite, i gestionali “pacifisti” (definizione obbligatoria per distinguerli da quelli, Age of Empires in primis, dove i confronti bellici sono un elemento tutt'altro che trascurabile) si contendono un mercato di nicchia dove, come spesso accade in questi casi, c'è sempre chi guida la volata e chi insegue.
E' il caso dei giochi manageriali di costruzione e gestione di città, appannaggio esclusivo della prolifica serie SimCity targata Electronic Arts, dove il ruolo del concorrente spetta di diritto a Monte Cristo con la serie City Life. Cities XL, ultimo parto della software house francese. La sensazione immediata che si prova cominciandoci a giocare, però, è che l'assenza d'innovazione e l'implementazione di un sistema di gioco sì intuitivo, ma anche penalizzato dall'assenza di “guizzi” (ad esempio le catastrofi naturali) che regalano un minimo d'imprevisto a giochi che, altrimenti, si riducono alla ripetizione ciclica di una serie di azioni gestionali fino allo sfinimento.
La scommessa di Monte Cristo, fin dall'obbligo di registrare online il titolo anche per il solo single player, insegue il sogno di una comunità MMO online a pagamento (7,99 euro/mese) che difficilmente potrà essere perseguita a lungo termine (leggi: una volta scaduto il mese gratuito che tutti trovano a disposizione nella confezione). Il comparto multiplayer, infatti, del quale inconsuetamente parliamo subito, un po' perché se Monte Cristo ci scommette, come minimo dobbiamo andargli a vedere le carte in mano subito, e un po' perché siamo incuriositi dalle promesse vantate dalle presentazioni e dai comunicati stampa, è ben fatto ma non privo di magagne.
A partire dal sistema di scambio commerciale che sembra votato a preferire alcune risorse a discapito di altre, ingessando di fatto le transazioni una volta che si sarà esaurita la risorsa richiesta dal “mercato”. Lo stesso sistema di comandi che regola vendite e acquisti, penalizzato da qualche bug fastidioso, finisce per risultare lento e macchinoso. Difficile perdonarlo a chi pretende un canone per farci incontrare altri creatori di città in un mondo virtuale MMO permanente dove l'interazione tra diversi soggetti umani, di fatto, è limitata proprio al commercio.
L'altro punto di forza del comparto online, promosso dal gioco con una tale convinzione da far sentire in colpa lo sventurato che, non sia mai, pensasse di aver acquistato il gioco allo scopo esclusivo di allietare le sue serate solitarie e scollegate dalla rete, è la promessa di pacchetti d'espansione, che verrebbero rilasciati con cadenza mensile, nei quali verranno implementate nuove opzioni di gioco. Si va dal Medieval Pack alla mappa di Rio De Janeiro in scala, alle auto Ford con tanto di sponsor ufficiale della casa costruttrice, e così via. Particolari sicuramente apprezzati a chi ha installato il gioco per tenerlo a lungo ma che, non necessariamente, costituiranno la ragione per cui questo si verificherà.
Là dove il gioco (quello in single player, ci siamo arrivati finalmente) pecca è proprio nei confronti delle aspettative di un pubblico quanto mai specialistico e smaliziato Al di là delle dimensioni delle città costruibili (decine di milioni di abitanti) e della varietà di edifici e altre caratteristiche urbanistiche implementate, lo schema di questo manageriale è quanto di più tradizionale possa esistere.
Una volta scelta l'ambientazione (dai deserti alle pianure erbose, e così via; sono presenti 25 mappe diverse), si comincia a costruire, dividendo la città in zone a seconda della classe sociale dei cittadini che l'andrà ad abitare. I ghetti sociali, in Cities XL, sono una realtà praticamente obbligatoria. Ciascuna categoria, poi, richiederà svaghi e impieghi diversi (indovinate a chi toccheranno partite di calcio e catene di montaggio?) rispondendo con diversi stati di soddisfazione a seconda degli sforzi del loro sindaco di soddisfarne le esigenze. Indispensabile, poi, “condire la vostra metropoli di servizi essenziali, dalle caserme di polizia alle strutture sanitarie, pena un crollo della sicurezza e l'abbandono della popolazione che migrerà verso altri lidi. Gli edifici più costosi, comunque, sono bloccati e saranno disponibili un po' alla volta per evitare che dilapidiate le vostre risorse anzi tempo. Tutto qui. E anche se lo schema di comandi e menu è davvero a prova di neofita, contribuendo certamente ad avvicinare qualche nuovo adepto al genere, difficilmente riuscirà a saziare la fame di opzioni e brividi inattesi (vogliamo un bell'alluvione!) di chi da anni pasteggia a SimCity e suoi derivati.
Di tecnica parliamo alla fine stavolta, giusto per dire che la grafica del gioco è dignitosa ma distante da quanto è possibile oggi strappare ad una scheda video di fascia media e che la colonna sonora, composta di musiche soft più adatte forse al sottofondo di un'esposizione di divani, si fa dimenticare in fretta. Una delle delusioni più cocenti sotto questo profilo, viene quando zoomiamo al massimo sulla città per dare una sbirciata per le strade e scopriamo vie semivuote ed effetti sonori minimalisti e sporadici. Una situazione ben diversa dai marciapiedi affollati cui City Life ci aveva abituato...
In definitiva, visto che anche dal punto di vista tecnico siamo lontani dall'eccellenza, il gioco non riesce davvero a strapparci più di una sufficienza piena anche se, tutto sommato, meritata. Se siete in cerca di qualcosa di più di un titolo onesto e tutto sommato godibile, sapete a chi rivolgervi, invece.
6,5
Dopo la serie City Life, apprezzata concorrente di Sim City rilasciata da Monte Cristo nel 2006 e poi nel 2008, arriva l'ultima evoluzione del genere. Cities XL, però, al di là del titolo, mantiene solo in parte le promesse di enormità insite nella presentazione e nei comunicati di stampa. Gigantesche sono le città che i giocatori potranno costruire e gestire, ma non la gamma delle possibilità, ridotta ad una serie di opzioni abbastanza standard che spinge i meno entusiasti a soffocare qualche sbadiglio già dopo poche opre di gioco. Medio, se non proprio mediocre, sotto il profilo grafico e sonoro, e sotto quello ancor più importante del gameplay, il titolo manca di quei guizzi che trasformano un gioco onesto in un capolavoro. Electronic Arts può dormire sonni tranquilli. SimCity resta irraggiungibile.



