Questo episodio potrebbe aprire e chiudere la questione e invero mi riesce difficile spendere altre parole per un film che di straordinario ha solo la capacità di riuscire a superare in bruttezza il suo tanto vituperato modello e predecessore Cinquanta sfumature di grigio.
Cinquanta Sbavature di Nero










Questa però è una riflessione di fino per un film a grana grossa, che coagula le sue battute grevi e rozze in grumi dove si concentrano battutacce a sfondo sessuale, i peggior stereotipi sulla comunità nera, sessismo, razzismo e nemmeno un briciolo di sensualità, che ancora una volta latita del tutto in una pellicola in cui è supposto sia assolutamente centrale.
Assistiamo così una versione incredibilmente peggiore della studentessa timida e impacciata che va a intervistare il misterioso e affascinante imprenditore multimilionario con il vizietto della dominazione sessuale.
Una storia blanda e stereotipata che ci aveva già annoiato la prima volta e il cui unico elemento di novità sta in una manciata di battute e gag visive che riescono nell'impossibile impresa di far rimpiangere persino le punte più basse della carriera di Eddy Murphy.
Non è che ci provi gusto a sparare a zero su questo film, ma in un periodo di giuste rimostranze della comunità di colore statunitense sul suo ruolo secondario, questo film è il solito, clamoroso autogol, che la relega nell'angolo riservato a quell'immagine grottesca che si accusa la Hollywood bianca e razzista di aver costruito e perpetrato.
C'è una sottile linea che separa la comicità greve e volgare dalla volgarità gratuita e a volte è il gusto dello spettatore a decidere da che parte un film ricada. In questo caso il dubbio proprio non sussistesse e la bocciatura di questo film è conclamata e universale. Cinquanta sbavature di nero è un film da evitare. Meglio le parodie su Youtube.