Tiscali

Recensione Carnival: arriva il Luna Park!

Venghino siore e siori!!
Davide Tognon Di Davide Tognon(8 novembre 2007)
"Venghino, signore e signori!", recita in tono gioviale un ometto abbigliato in modo buffo, nell'introdurre una folla di curiosi a quella che, stando alle sue parole, parrebbe essere una meraviglia imperdibile. Ed è così che comincia anche il viaggio nel luna park di Carnival: non a caso, il cordiale imbonitore campeggia in bella vista sulla copertina protendendo la mano in avanti, invito esplicito ad aderire al divertimento.

Le fasi preliminari della partita sono dedicate alla creazione del proprio personaggio. Le sue fattezze essenziali sono ricavate da uno dei quattro generi di base (uomo o donna, ragazzo o ragazza). Il modello primitivo può essere modificato nel volto o nell'abbigliamento, ma i modesti cambiamenti effettuabili lasciano l'alter ego virtuale anonimo, lungi dal soddisfare comprensibili esigenze di caratterizzazione. Neppure la possibilità di adornarlo con vezzi stravaganti, sbloccabili nel corso del gioco, ne risolleva le sorti. È discutibile la scelta di affidare ad un editor limitato l'ideazione dei personaggi, che per le sembianze appaiono molto simili ai Mii (la "corporatura" è grossomodo la medesima, l'assenza delle braccia ricorda molto Wii Sports). La facoltà di importare direttamente i Mii sarebbe stata un'opzione davvero opportuna, purtroppo non presa in considerazione.
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 1
La prova di forza richiede di agitare il Mote a più non posso
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 2
L'imbonitore, armato di bombetta e bastone, ci invita all'ingresso
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 3
La stravagante presentazione dei giocatori nel multiplayer
Esauriti i preparativi, si è pronti ad immergersi nell'atmosfera del luna park. All'ingresso, cinque vie si aprono dinnanzi: ognuna conduce a differenti minigames. In particolare, in ogni strada sono a disposizione quattro minigames "semplici", uno "arcade" e due "extra" da sbloccare. Questi si svolgono ovviamente all'interno di un chiosco, con tanto di gestore che non mancherà di commentare le scene di cui è spettatore. I minigiochi emulano le attività classiche dei parchi dei divertimenti: la prova di forza col martello, il bersaglio da centrare, il lancio dell'anello, il minigolf e così via. Gli extra non sono altro che versioni ulteriori, leggermente più complesse, dei minigiochi semplici. Per ciascuna disciplina è previsto un peculiare utilizzo dello Wiimote (in tutto si contano una decina di azioni eseguibili vibrando nell'aria il telecomando). È fin troppo evidente come le fortune di Carnival vadano ricercate intorno al pad, capace ancora una volta di impreziosire e variegare una raccolta di minigames. Basti un esempio: in "Canestri" si prende la mira rivolgendo il Mote verso il canestro sullo schermo, poi si riproduce il movimento del tiro per scagliare il pallone da basket. Il nunchaku non si usa. I mancini potrebbero risentirsi in quanto l'esperienza è studiata solo per un pubblico destrorso.

A seconda del livello della prestazione fornita, a fine incontro ci si aggiudica uno o più biglietti, la moneta di Carnival. Essa ha importanza marginale, adoperabile giusto per acquisire qualche addobbo secondario per il personaggio. Più rilevanti sono i premi vinti (anch'essi dipendenti dalla bontà della performance), individuati fra una serie infinita di cianfrusaglie. Per accedere ai minigiochi extra, infatti, è necessario ottenere le ricompense migliori. Sono estranei al regime dei premi gli arcade, forse la forma videoludica più prossima ai veri baracchini dei luna park, tanto da sembrare un po' fini a sé stessi.
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 4
Swami la grande, minigame per modo di dire
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 5
Poteva mancare il tiro al bersaglio?
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 6
Sarebbe bello poter scegliere l'aspetto dell'individuo che cascherà nella tinozza
Lampante esempio "Swami la grande", che si esaurisce nello spendere 15 biglietti per la fittizia consulenza di una zingara (in realtà, tutto ciò che fa Swami è mostrare un cartellino con una risposta quale "sì" o "no", senza neppure che le venga posta la domanda!).
Il multiplayer, immancabile, permette di sfidare da uno a tre avversari. Qui ci si può avventurare in un torneo da cinque minigames, scelti a caso dal computer (con tanto di classifica), oppure affrontare un minigame gradito. È fondamentale la distinzione fra i minigiochi per i quali basta un solo Wiimote (a turno) e quelli che pretendono un pad a testa.

I secondi, per la contemporaneità della contesa, sono da preferire; fra i primi, peraltro, se ne ravvisano diversi che si ascriverebbero volentieri alla seconda categoria, onde renderli più godibili. In certi casi, addirittura, si vedono alcuni personaggi guidati dalla cpu cimentarsi simultaneamente al proprio, ma questa facoltà resta preclusa agli altri umani.
Parlare di longevità equivale a toccare un tasto dolente di Carnival. I trentacinque minigames sono pochini, si scoprono in fretta e, non fosse abbastanza, accusano una certa ripetitività. Pesa come un macigno l'assenza di una modalità strutturata, una qualunque competizione che vada oltre la partitella occasionale.
La grafica si segnala per uno stile eccessivamente essenziale. Ogni via del luna park è rappresentata da un'immagine statica dove l'interazione è ridotta all'osso, mentre i minigiochi si svolgono entro scenari semplici, fortunatamente ispirati da una vena allegra. Il sonoro denota alti e bassi: doppiaggio azzecato (non si può dire altrettanto della traduzione del testo a schermo, a tratti zoppicante) ma musichette a tema insipide.
In conclusione, Carnival non è rivolto solo a quanti non resistano ogni qualvolta il parco dei divertimenti itinerante fa tappa in città. I gamers casuali e i meno esigenti, in cerca di un titolo leggero per trastullarsi con gli amici, possono tenerlo presente. Pur scendendo a patti con qualche limite manifesto, in primis la breve durata.
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 7
Il gioco preferito dai lattai, simile al precedente della tinozza
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 8
Qui si affina una vera e propria tecnica di lancio
Carnival: arriva il Luna Park! - Immagine 9
Dosare il movimento del Mote è fondamentale
5
Ormai siamo abituati a vedere lo Wiimote adibito ad ogni tipo di metamorfosi: martello, mazza da golf, fucile e così via. Ma la forma più congeniale al controller Nintendo è probabilmente quella di bacchetta magica: numerosi party game sono infatti nati sullo Wii, confidando ciecamente che la "magia" del telecomando bianco elevasse il divertimento trasmesso da ogni minigioco. Ed in effetti lo Wiimote non ha mai disdegnato l'opportunità, creando forse una nuova concezione di intrattenimento videoludico. Tuttavia, affidarsi unicamente alle capacità del pad non può bastare; per molti versi, però, sembrerebbe proprio questa la rischiosa strada intrapresa da Carnival.
voto grafica5,5
voto sonoro6,5
voto gameplay5,5
voto durata4
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