Posso immaginare quanta benevolenza, questi colleghi e colleghe, abiano voluto riservare a un film che sono stati costretti a visionare semisdraiati, con il collo torto e cincischiando Travel Gum a tutta birra, passando la metà del tempo della proiezione a incastrare mentalmente nella loro agenda già piena qualche irrinunciabile seduta dal fisioterapista, e l'altra metà a maledire i pierre di Lucky Red che non hanno saputo prevedere nemmeno l'ovvio. Non ci vuole uno scienziato, infatti, per pensare di riservare qualche decina di poltrone centrali, pari almeno al numero di giornalisti invitati, in posizione tale da garantire a tutti quelli che vengono per lavorare una buona visione. Oltre magari a consegnare, assieme al voluminoso e ridondante fascicolo stampa contenente sinossi, presentazioni dei personaggi (con i nomi sbagliati...) e financo la biografia della nonna di Mashimoto e del cognato del regista, uno o due gadget del film, come spesso usa, invece di limitarsi al tradizionale sorriso e all'altrettanto gratuita stretta di mano. Inutile sperare, che ve lo dico a fare, in un caffé offerto a fine proiezione... Piccole attenzioni a costo quasi zero che avrebbero abbassato di parecchio il PH medio dell'inchiostro nel quale i giornalisti così maldestramente ospitati intingeranno la penna per le loro recensioni. Amen.
Che delusione. Sono cresciuto negli anni '80, accompagnato dalle serie animate di Mashimoto, da Galaxy Express 999 a Battleship Yamato (da noi Star Blazers) fino al mitico Harlock originale. E il reboot (come lo chiamano i suoi realizzatori) delle avventure del pirata dello spazio mi ha lasciato a dir poco perplesso. Troppo neopaganesimo scientista, troppe supercazzole pseudo tecnologiche che non vogliono dire nulla, troppo compromessa la figura un tempo senza macchia di Harlock, troppe assurdità nella trama, forse chiara e comprensibile nell'arcipelago giapponese, ma da noi... E manca un nemico che faccia davvero paura, con le inquietanti mazoniane sostituite malamente dal ritrito governo terrestre corrotto (che dopo Elysium, possamo davvero dire che abbia detto davvero tutto in termini di narrazione). Alla fine, il film rischia di rimanere un elegante benchmark di CGI 3D e basta, deludendo appassionati e non sotto il profilo della trama, dei personaggi e dell'intreccio. Meglio, molto meglio, il lungometraggio mai uscito da noi sulla corazzata Yamato di qualche anno fa. Capitano Okita (da noi Avatar) batte Harlock uno a zero. Colpito e affondato!