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Recensione Black & Bruised

Gabriele IddaDi Gabriele Idda (27 giugno 2003)
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Premettendo che.

Black & Bruised sbarca su un mercato difficile, ma armato in modo appropriato per conquistarlo. Mentre il popolo dei picchiaduro richiede a gran voce Soul Calibur 2, un gioco di pugilato sui generis si presenta su un segmento di mercato ormai stagnante, ma, forte di novità interessanti e trovate divertenti, non mostra del timore reverenziale nei confronti di nomi ben più grossi. Black & Bruised si presenta ai giocatori con uno stile grafico di chiara ispirazione fumettistica, improntato sulla parodia e sull'ironia, ma non per questo meno curato di quello dei suoi concorrenti. I personaggi più caratteristici sono Holly Vixen, la rossa prosperosa e vestita di pelle, El Luchador, un messicano decisamente poco coraggioso, l'immancabile asiatica (presenza obbligata in un picchiaduro) e l'irlandese Mickey McFist, il cui trifoglio tatuato non lascia dubbi sulla sua nazionalità. Tutti realizzati in uno stile cartoon accattivante e divertente.
Il mix d'ironia e accuratezza grafica sono le armi che lo staff della Digital Fiction ha sfoderato per attirare giocatori che, ultimamente, chiedono più divertimento che realismo. Si potrebbe definirlo quasi un vero e proprio cartoon, se non fosse per la perizia e la strategia che durante la lotta il gioco richiede.
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Anche l'occhio vuole la sua parte, insieme all'udito.

Molti sostengono che il merito del successo in un titolo del genere si può attribuire percentualmente in questo modo: 60% al carisma dei personaggi e 40% alla giocabilità.
Se queste percentuali dovessero essere esatte, la maggior parte del lavoro degli sviluppatori si può dire conclusa con successo, visto l'accattivante aspetto grafico e le assurde storie personali con cui i personaggi sono stati caratterizzati e realizzati. Abbandonato totalmente il realismo, il giocatore si trova davanti ad una svariata gamma di rielaborazioni delle tradizionali figure dei picchiaduro e di diversi cliché cinematografici, sapientemente miscelati ai classici stereotipi di tutto il mondo. L'aspetto tecnico colpisce tanto quanto l'aspetto estetico, capace di offrire, dopo le lunghe serie di montanti e diretti, una notevole deformazione facciale del personaggio, sempre di stampo fumettistico, in proporzione alla quantità e genere di colpi portati dall'avversario, con tanto d'ecchimosi violacee e occhi pesti, particolare che accresce la voglia di gonfiare come una zampogna, letteralmente, il vostro avversario. Persino gli sfondi, pur essendo bidimensionali, appaiono curati, in tema coi vari personaggi e divertenti.

Vera ciliegina sulla torta della grafica sono i filmati di presentazione dei vari personaggi, in particolare nella modalità “Vita da pugile”, dove le storie personali del protagonista di turno prenderanno corpo di pari passo al gioco; divertenti, accurati e ben diretti, rendono meglio le caratterizzazioni dei vari personaggi senza dimenticare mai il lato ironico del gioco. Il premio della giuria è stato assegnato ai filmati di Holley Vixen, per essere decisamente i migliori e più divertenti. Un gioco del genere non poteva prescindere da un audio in tema: brani di chiara ispirazione classica, adatti alla situazione e al personaggio, e mai noiosi, con un altissimo grado di comicità studiato per caratterizzare ancora meglio le caratteristiche stereotipate del personaggio. Effetti sonori ben campionati e vari, con un ottimo tempismo, impreziosiscono le atmosfere create dai filmati e dagli incontri.
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