Tiscali

Recensione Bioshock 2

Ritorno a Rapture...
Giuseppe Schirru Di Giuseppe Schirru(15 febbraio 2010)
Nell'inospitalità di Rapture ci si sente a casa, forse pure troppo azzarderebbe qualcuno. Seguito dell'indiscutibile capolavoro partorito dai fu Irrational Games, animato da una verve artistica eccezionale e un impianto ludico equilibrato e a tratti geniale (nonché una storyline particolarmente ispirata), questo secondo capitolo si ritrova a dover fare i conti con la dura legge del sequel e con l'imperativo di non scontentare chi ricorda Bioshock (legittimamente) come una meraviglia senza eguali. Quella di Bioshock 2 è senz'altro una posizione scomoda. Nella volontà di non osare e di non fare il passo più lungo della gamba, 2K Marin sfoglia il manuale su come realizzare un sequel e si ferma disgraziatamente al capitolo intitolato “more of the same”, limitandosi al citazionismo, all'omaggio o al riciclaggio che dir si voglia, una prassi sempre più consolidata di questi tempi. Lecito? Indubbiamente. Onesto? Opinabile. Quel che è certo è che dalla nostra seconda capatina a Rapture ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Bioshock 2 - Immagine 1
Bioshock 2 - Immagine 2
Bioshock 2 - Immagine 3
Rapture la conosciamo come il sogno infranto del visionario Andrew Ryan, un'utopica società decaduta di cui rimangono solamente i motivi art decò e la cupidigia dei sopravvissuti nei confronti dell'Adam. Adam che fa rima con potenziamento genetico e in particolare con plasmidi, la seconda possibilità d'offesa del giocatore nei confronti dei disgraziati abitanti della città sottomarina. O meglio, di quel che ne rimane. Infrangendo le regole (Bioshock era un'esperienza autoconclusiva), Bioshock 2 prende piede dieci anni dopo le gesta di Jack, mettendoci nei pesanti panni di un Big Daddy alla ricerca di una particolare sorellina, Eleanor. A far da corollario avremo comprimari non certo indimenticabili (impietoso il confronto con Atlas o Sander Cohen, tanto per citarne alcuni) e un canovaccio non troppo ispirato che dà giustizia a quel malcelato sentimento di rabbia di chi azzardava che la trama di Bioshock fosse già stata spremuta a dovere e non bisognasse d'altro. Senza una componente narrativa di prim'ordine, la creatura di Ken Levine (non più al timone del progetto) perde inevitabilmente gran parte del proprio fascino.
 
B2 omaggia il predecessore a tal punto che uno sguardo assente potrebbe non distinguerli. Tralasciando per un istante il reparto grafico e concentrandoci sulla progressione di gioco, l'utilizzo dell'Eve e dei plasmidi, la ricerca dell'Adam, l'assenza di enigmi e l'andamento degli scontri a fuoco, tutto oscilla tra l'essere rimasto identico e l'esser non troppo dissimile. I nostalgici sorrideranno. Come il predecessore, più del predecessore, Bioshock 2 soddisferà chi in cerca di un impianto ludico più ragionato rispetto ai normali fps (da cui il pargolo 2K Marin si  distacca oltremodo), facendo storcere il naso a chi è assuefatto dai comuni spara-spara viscerali. A scanso di equivoci, il lavoro di Ken Levine non era un Call of Duty e non ambiva certo ad esserlo, e il discorso può essere tranquillamente esteso a questo seguito (comunque più votato all'azione). Definire Bioshock 2 un semplice fps è indubbiamente disonesto, definizioni come fpa (first person adventure) gli calzano un pelino meglio. Senza perdersi nei meandri della semantica, sono le venature RPG a dar quel qualcosa in più, ma a illuminare l'esperienza ludica sono ancora una volta gli scontri a fuoco, che donano con larghezza a volte eccessiva innumerevoli soluzioni per sopraffare gli ostili. Ostili che recitano la parte degnamente, diretti da un'intelligenza artificiale ben oltre la media, e si presentano con alcune new entry perfino interessanti (su tutte le Big Sister che vi daranno non poco filo da torcere). I ricombinanti sono dei bastardi che non lesinano gli attacchi a sorpresa, cercano di accerchiarci, fanno il pieno ai distributori di energia quando a secco e attaccando in massa si rivelano devastanti.
Bioshock 2 - Immagine 5
Bioshock 2 - Immagine 6
Bioshock 2 - Immagine 7
 
Dalla nostra abbiamo un arsenale quanto mai variegato e ispirato (rivettatrice, mitragliatore, trivella, bazooka ecc), perché i programmatori premendo sull'acceleratore degli scontri a fuoco hanno aumentato il livello di difficoltà (peraltro settabile in ogni momento dell'avventura). L'onnipresenza delle camere della vita (stavolta un optional che il giocatore navigato leverà dapprincipio) e dei salvataggi a piacere limiterà la collera dei novizi, alle prese con un titolo senza dubbio impegnativo che già a livello normale metterà alle corde i meno smaliziati. Le duplici possibilità di offesa, legate ai plasmidi e alle armi, ancora una volta regalano emozioni forti ai palati fini; 2K propone al fruitore sezioni shooter dal ritmo perfettamente cadenzato e dall'alto grado di spettacolarità. Il limite è la fantasia e la voglia di sperimentazione del giocatore. Lo scenario prodigo di possibilità, unito alle potenzialità dei plasmidi, dà vita a soluzioni interessanti: l'abc del videogioco insegna che con la telecinesi a far maggiormente male è il lancio dei barili esplosivi, ma sarà inoltre possibile elettrificare con una scarica delle pozze d'acqua, hackerare torrette e robot volanti per contare su una maggiore potenza di fuoco, e tanto altro. Fin qui tutto come da copione, ma le novità? Anche nel novero dei plasmidi tra il congelare i nemici, il carbonizzarli, l'ipnotizzarli per attaccarsi a vicenda o il creare vortici per spedirli in aria c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma sa tutto di già visto.

Trovare delle vere e proprie novità non è impresa semplice e richiede l'utilizzo di una lente d'ingrandimento. Modalità multiplayer a parte, detto che la componente degli scontri ha subito un'impennata, non rimane che citare qualche nemico inedito tra le fila dei ricombinanti, un nuovo sistema di hacking (minuto di commemorazione per i vecchi tubi d'acqua) dei sistemi d'allarme et similia, le sezioni subacquee (peraltro irrilevanti), i potenziamenti dei plasmidi e infine il nuovo approccio con le sorelline. Molto di trascurabile a essere sinceri, tranne per l'ultimo punto. Dopo aver fatto fuori un nostro collega Big Daddy potremo infatti adottare una sorellina oppure depredarla letteralmente dell'Adam. Nel primo caso ce la caricheremo in spalla e sarà lei a indicarci il cadavere da cui potrà estrarre il prezioso liquido. E qui viene in bello: mentre lei sarà intenta a raccogliere la preziosa sostanza, verremo attaccati da un'orda di ricombinanti e dovremo tenerli lontano dalla nostra nuova amica per tutto il tempo dell'estrazione. Un respawn continuo di nemici che ricorda a grandi linee Left 4 Dead e che richiederà un pizzico di preparazione per portare le chiappe in salvo: farsi trovare con l'arsenale al completo, disseminare miriadi di trappole nell'ambiente e non lesinare le munizioni o l'utilizzo dei plasmidi.

Inspiegabile la mancanza di un tangibile upgrade grafico, prassi consolidata in un qualsiasi sequel oramai dall'alba dei tempi. Bioshock 2 fa affidamento sul medesimo motore grafico del predecessore (l'oramai vetusto Unreal Engine 2.5) senza farsi trovare in forma smagliante. Il risultato è comunque pregevole, vuoi perché l'ultimo lavoro degli Irrational Games era se non un pioniere quantomeno all'avanguardia, vuoi perché lo stile rimane stile, con o senza effetti grafici da capogiro con cui fare i compagni di merende. Diverso il discorso concernente il reparto audio che si attesta su livelli eccelsi sotto ogni aspetto: musiche, doppiaggio, effetti sonori. Prima di chudere arriviamo alla modalità multiplayer, in tal senso una novità in quanto totalmente assente nel primo capitolo. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma comunque un'appendice che regala qualche ora extra di divertimento. Gli scontri, ambientati durante la guerra civile di Rapture, si dividono nei classici deathmatch e deathmatch a squadre, cattura la sorellina e altre modalità che prevedono di tenere per quanto più tempo possibile la piccoletta in spalla. Presente un sistema di crescita del personaggio e la possibilità di sbloccare armi, plasmidi e quant'altro mano a mano che cresce il numero delle partite giocate.
 
Il ritorno a Rapture è asettico, quasi totalmente privo di passionalità. Trama, personaggi e atmosfera sono il motore delle passioni, motore che qua si è disgraziatamente inceppato. Qualcuno taccerà Bioshock 2 d'essere un traditore inconsapevole, un titolo che brilla della luce riflessa del predecessore e che non potendo innovare si limita a riciclare. 2K Marin, a corto di idee, tenta di rimescolare le carte e arrivare a qualcosa di nuovo, di diverso, purtroppo mancando il bersaglio. Nessun coniglio fuori dal cilindro, nessun guizzo di originalità. Anzi, un lavoro di sottrazione. Bioshock 2 offre un'atmosfera stemperata, una trama accessoria e qualche personaggio abbozzato, trascinandosi mestamente fino al suo epilogo, coincidente col traguardo della dozzina d'ore. Tolto questo, non rimane che un buon fps atipico. Un grande fps atipico. Ma Bioshock era diverso, aveva un'anima.
Bioshock 2 - Immagine 8
Bioshock 2 - Immagine 9
Bioshock 2 - Immagine 10
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Il ritorno a Rapture è asettico, quasi totalmente privo di passionalità. Trama, personaggi e atmosfera sono il motore delle passioni, motore che qua si è disgraziatamente inceppato. Qualcuno taccerà Bioshock 2 d'essere un traditore inconsapevole, un titolo che brilla della luce riflessa del predecessore e che non potendo innovare si limita a riciclare. 2K Marin, a corto di idee, tenta di rimescolare le carte e arrivare a qualcosa di nuovo, di diverso, purtroppo mancando il bersaglio. Nessun coniglio fuori dal cilindro, nessun guizzo di originalità. Anzi, un lavoro di sottrazione. Bioshock 2 offre un'atmosfera stemperata, una trama accessoria e qualche personaggio abbozzato, trascinandosi mestamente fino al suo epilogo, coincidente col traguardo della dozzina d'ore. Tolto questo, non rimane che un buon fps atipico. Un grande fps atipico. Ma Bioshock era diverso, aveva un'anima.
voto grafica8
voto sonoro9
voto gameplay8
voto durata8