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Recensione Batman: Arkham Knight

Il pipistrello più famoso al mondo, debutta sulla nuova generazione!
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(26 giugno 2015)
Molti l'hanno bramato, desiderato, atteso con un'ansia che lentamente cresceva dentro milioni di giocatori. Rocksteady si è presa il suo tempo, dobbiamo ammetterlo, ma alla fine la conclusione della trilogia dedicata al “loro” Batman è arrivata sugli scaffali di tutto il mondo (a meno che non siate utenti PC, ovviamente..).

Abbiamo indossato la bat-tuta per l'ultima volta, e ci siamo lanciati nelle piovose e pericolose strade di Gotham, per questo ultimo giro di giostra. Scoprite insieme a noi come è andata!
Batman: Arkham Knight
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Una Gotham credibile e devota alle origine del pipistrello

Sinatra. “I've got you under my skin”. Il Joker all'interno di un forno crematorio. Batman: Arkham Knight non poteva che iniziare in questo modo. Forte, diretto, con una vera e propria icona del mondo della musica che fa da sottofondo ad un'altra grande icona dell'universo di Batman. La nemesi perfetta, colui che mai nessuno avrebbe immaginato morto.

Arkham Knight ci mostra una Gotham paradossalmente sana. Il Joker non è più tra le strade della città e la vita sembra scorrere decisamente più tranquilla. In realtà l'apparenza nasconde semplicemente un sottobosco di super criminali che hanno finalmente la possiiblità di muoversi più liberamente rispetto al passato.

Questa nuova condizione permette infatti allo Spaventapasseri di attuare il suo nuovo piano per impossessassi di Gotham. Come se non bastasse, a rendere ancora più pepata la situazione ci penserà un nuovo villan - nuovo in tutti i sensi, dato che è stato creato da Rocksteady - chiamato Il Cavaliere di Arkham, che renderà ancora più complessa la gestione della situazione da parte dell'Uomo Pipistrello.
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    In questo capitolo conosceremo più da vicino il commissario Gordon.
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    Muoversi tra i cieli di Gotham è una goduria.
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    Armature di un certo livello...

Quella creata è una trama solidissima che mostra una maturità narrativa incredibile in grado di rendere perfettamente uno stile cupo, deviato ed in grado di riportare alla memoria vecchi albi storici dell'uomo-pipistrello. Se infatti molti hanno paragonato questo capitolo alla trilogia di Nolan, noi preferiamo associarlo alla maturità de “Il Lungo Halloween”, alla profondità di “Vittoria Oscura”, allo spessore in termini di villain che si è potuto apprezzare in “The Killing Joke”. Pezzi storici nella longeva vita di Batman che hanno contribuito a forgiare il suo carattere e la sua personalità.

Rocksteady gioca su questi elementi inserendo citazioni che solo chi avuto il piacere di leggere quelle grapich novel potrà realmente cogliere. Ci regala un Batman memorabile, che nella sua ultima apparizione riesce a regalarci e regalarsi una profondità umana incredibile. Stesso discorso vale anche per i villain presenti nella storia.

Indipendentemente dal fatto che si parli di nemici primari o secondari, il loro ruolo si incastra perfettamente nella narrazione, trasformandoli in elementi essenziali per carpire tutte le sfaccettature di una trama che ribadiamo essere davvero matura.
Lo stile cupo del gioco si riflette perfettamente nella maturità narrativa della trama

Una storia così cupa, e legata spiritualmente ad un gloriosissimo passato del pipistrello firmato da pilastri del fumetto come Moore o Miller, ha solo un difetto: il ritmo. Di fatto la narrazione di Arkham è un diesel. Parte lenta, quasi impacciata, lontana dai canoni ai cui la serie ci ha abituato, con un focus che come leggerete tra poco, sembra sia stato spostato su altri elementi. La “colpa” ricade su un unico e palese indiziato: la batmobile. La più grossa novità di questa serie è infatti paraddossalmente quell'elemento in grado di decretare il successo o il fallimento di un prodotto che almeno inizialmente sembra aver cambiato completamente pelle. Ma di questo ne parliamo a brevissimo.

Tornado al ritmo, una volta superate le prime ore di gioco, la storia ingrana, la regia ci regala sequenze spettacolari che si stamperanno in maniera assolutamente indelebile nella memoria, e il tutto culmina con una conclusione degna del nome della saga. Tutto questo avverrà in circa quindici ore di gioco, assolutamente in linea con i due precedenti capitoli.

Una bat-mobile come ago della bilancia

Torniamo quindi a parlare di quello che a conti fatti è l'elemento che più di molti sbilancia in maniera notevole il gameplay del titolo. Sin dalle prime battute di gioco capiremo che la Batmobile non è un semplice strumento utilizzato per gli spostamenti, ma diventa un tutt'uno con le abilità del nostro personaggio, aumentando o migliorando molte della azioni che abbiamo imparato ad utilizzare in passato.

L'estetica del mezzo ricorda, in maniera abbastanza netta, la Tumbler vista ne la trilogia de Il Cavaliere Oscuro. Un macchina compatta, veloce, ed in grado di distruggere qualsiasi cosa. C'è però una particolarità! In qualsiasi momento potremo - attaverso la pressione di un tasto - trasformarla in una sorta di carro armato in grado di muoversi a 360 gradi, sparare missili e utilizzare una mitraglietta pesante. Questa dotazione sarà molto utile contro i droni di terra e d'aria. Questi nuovi mezzi corazzati, di fatto, insieme a classici sgherri dei vari villan andranno a popolare le strade di Gotham.
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Come sempre nei combattimenti potremo sfruttare l'ambiente circostante.
Proprio questo elemento è il maggior artefice di quel ritmo lento di cui parlavamo poche righe sopra. Le fasi di scontro in modalità tank nella fasi iniziali del gioco sono tantissime e vanno a spezzare quel ritmo che viene poi ricostruito quando la Batmobile lentamente si defila. Bisogna anche sottolineare che gli scontri sono piuttosto banali e sempliciotti nell'evoluzione, risultando quasi un elemento fuori contesto e del quale si poteva fare decisamente a meno.

Fortunatamente la bravura dei ragazzi di Rocksteady è stata quella di integrare il mezzo anche in altre sezioni di gameplay, trasformando la Batmobile in un validissimo assistente del pipistrello nelle fasi più esplorative, oppure come uno strumento di supporto quando ci sono scazzottate per le strade della città. La macchina è infatti dotata anche di un verricello elettrificato che, insieme al'altissima mobilità trasformare alcuni passaggi in momenti molto divertenti ed innovativi per la serie.

Esattamente come per il suo proprietario, anche la macchina avrà nel corso della storia diversi upgrade che potremo installare per rendere ancora più letale o agile il nostro mezzo, senza dimenticare uno skill tree interamente dedicato al mezzo che migliorerà le parti già installate. Nulla sembra essere stato lasciato al caso, e questo è solamente un bene.

Il pipistrello è ancora capace di picchiare

Il fatto che la Batmobile ricopra un ruolo così determinante all'interno del titolo non è comunque stata una scusa per evitare di migliorare tutta la parte a piedi di cui Batman è assoluto ed incontrastato protagonista.

Come sempre il titolo offre la possibilità di di sfruttare diverse abilità del pipistrello - che nel corso della storia potranno essere migliorate attraverso i soliti alberi delle abilità - che spingono l'acceleratore sia sulla componente stealth, quanto su quella più action grazie all'ormai noto e copiato freeflow.

Ma andiamo con ordine. A differenza dei precedenti titoli, in quest'ultimo capitolo Batman ha già tantissime mosse e gadget dalla sua parte, sbloccate sin dall'inizio. La nuova armatura, gli conferirà nuovi strumenti offensivi e di difesa che potremo sfruttare nelle diverse situazioni di gioco. Di base la meccanica è rimasta la stessa, con l'unica differenza che molti elementi sono stati raffinati. Le fasi in cui faremo uso del freeflow avranno nuove combo da poter utilizzare, nuove mosse che andranno ad incastrarti con alcuni strumenti dell'ambiente circostante, e con la già citata batmobile.
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La nostra batmobile in versione Tank.
Molto interessante si è rivelato il “KO Terrore”, decisamente utile per far fuori sino a tre nemici prendendoli di soppiatto. Non meno in interessante si è rivelata la modalità “dual play” in grado di farci cambiare personaggio - ma solo in determinati momenti con Robin, Cat Woman e Nightwing - durante le scazzottate per compiere dual combo e mosse finali altamente spettacolari.

Tutti questi contenuti saranno ovviamente supportati da una serie di nuovi nemici che ci daranno filo da torcere, a patto di settare il livello di difficoltà sul giusto grado di sfida. La sensazione che ci ha lasciato questo Arkham Knight è infatti quella di un gioco che dando in mano al giocatore già tantissimi elementi da poter sfruttare, nei livelli più bassi di difficoltà, riduce sensibilmente il livello di sfida. Soprattutto se si ha già dimestichezza con la serie.

Batmobile, freeflow, e le nuove abilità saranno supportare egregiamente da un sistema di missioni secondarie - oltre che dalla storia principale - perfettamente bilanciate tra riempitivi fatti da missioni di salvataggio, gare con la macchina, sfide della Realtà Aumentata o dell'enigmista, ad altre in cui ci troveremo a sfidare ulteriori nemici storici di Batman ma da un profilo decisamente più basso con Firefly o Man Bat. Soprattutto queste ultime citate faranno largo uso di tutte le potenzialità secondarie di Batman come le parti investigative o quelle di deduzione con intriganti ma mai troppo impegnativi enigmi.

Una splendida Gotham!

Arriviamo così alla conclusione del nostro viaggio all'interno di Gotham e come regalo, Rocksteady ha deciso di lasciarci una cartolina bellissima di quello che per diverso tempo è stato il nostro terreno di scontro e di caccia.

L'unreal engine è stato spremuto al massimo e questo - sia su PS4 che su Xbox One - ci ha permesso di apprezzare una città ricca di dettagli. I neon riflessi sulle strade, texture curate nei minimi dettagli, effetti particellari, la pioggia in grado di regalare quel tocco in più al tutto, e molto altro ancora. La Gotham creata del team di sviluppo inglese è quanto di più bello si sia mai visto all'interno della serie, ed in generale ci troviamo sicuramente davanti ad uno dei titoli più performanti dell'intera generazione. A questo poi si aggiunge una frame rate che pur assestandosi su 30fps, rimane sempre stabile e senza alcun tipo di incertezze.
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Gli scontri con i droni alla lunga annoiano!
A chiudere il cerchio all'interno di una componente tecnica di altissimo livello, ci pensano ovviamente i modelli poligonali dei personaggi e le animazioni. La realizzazione di Batman, del mantello, e dei suoi comprimari è assolutamente incredibile. Modelli credibili, dettagliati, ricchi di spunti estetici intriganti, ma soprattutto animati in maniera impeccabile. Questo vale anche per i villain e i personaggi secondari che vanno a popolare ed animare il mondo di gioco.

Piccola nota a margine per quel che riguarda la componente sonora. Come da tradizione della serie il doppiaggio in lingua italiana ci ha pienamente convito, mentre le musiche risultano ancora una volta perfettamente contestualizzare a quello che avviene su schermo, donandogli ulteriore epicità.

Insomma Batman: Arkham Knight, chiude in maniera perfetta una trilogia che ha riportato in auge i videogiochi tratti dai fumetti. Qualche piccolo problema di bilanciamento, e una Batmobile a volte troppo invasiva, non vanno comunque a minare la qualità di un prodotto che rappresenta il meglio che questa generazione può offrirci sotto molteplici aspetti, diventandone - per il momento - quasi il suo manifesto. Buon Batman a tutti!
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Non mancheranno personaggi di seconda fascia, ma realizzati in maniera impeccabile.
9
Batman: Arkham Knight è la degna conclusione di una trilogia che ha fatto sognare miliori di giocatori. I tre giochi sviluppati da Rocksteady sono cresciuti di pari passo con l'esperienza dello studio di sviluppo, e con quest'ultimo capitolo, hanno portato la serie verso un livello di maturità che setta nuovi, altissimi, standard per il videogiochi ispirato al fumetto. Un acquisto obbligato non solo per i fan del personaggio, ma per qualsiasi tipo di videogiocatore.
voto grafica9
voto sonoro9
voto gameplay9
voto durata8,5