A darci una mano nel compimento dei nostri intenti sarà Miranda, un' indigena che vive nella foresta, ribellatasi al regime del terrore instaurato dalle guardie e dai loro padroni. Grazie a lei e soprattutto ai suoi consigli riusciremo a districarci da certe situazioni che, obiettivamente, se fossimo soli, risulterebbero particolarmente complicate da risolvere. Come ogni avventura grafica che si rispetti, potremo raccogliere e/o interagire con i vari oggetti, personaggi, situazioni che ci si presentano davanti. L' interazione con essi è semplice e di immediato apprendimento (tutto si risolve con il solo uso del mouse), avremo infatti un cursore che cambierà forma nel momento in cui sarà possibile un azione con un particolare oggetto o personaggio. Durante il nostro viaggio all'interno del mondo atlantideo il primo particolare che salta subito in evidenza è l' aspetto grafico. I paesaggi e le varie animazioni sono una vera delizia per i nostri occhi, anche se, certe locazioni, possono sembrare alquanto statiche e “asettiche”. Inoltre l' esplorazione dei luoghi risulta, in alcuni punti, abbastanza frustrante, soprattutto per la mancanza di una mappa o di qualsiasi altro riferimento che localizzi il nostro simpatico Curtis, con la conseguente possibilità di smarrire facilmente l'orientamento. Se a tutto ciò uniamo anche delle sezioni di gioco abbastanza simili tra loro - la parte nella foresta per citarne una - ci ritroveremo a passare troppo tempo nella soluzione di semplici enigmi, che da soli non possono sorreggere per intero il peso del gameplay. Quest' ultimi sono complessivamente di media difficoltà, il che non guasta per chi si avvicina per la prima volta al mondo delle avventure grafiche, ma potrebbero risultare troppo banali per i più smaliziati del genere.
Un particolare appunto negativo riguarda il doppiaggio dei dialoghi. Se nel precedente episodio di Atlantis risultava un suo punto di forza, stavolta non è così. Infatti siamo di fronte ad una pessima sincronizzazione del labiale durante le lunghe conversazioni del nostro eroe. Una maggior cura di questo avrebbe sicuramente contribuito a rendere più coinvolgenti le sessioni di gioco; fortunatamente le musiche d' atmosfera e i suoni ambientali sono qualcosa di splendido da ascoltare, riescono a dare esattamente la sensazione del luogo o della situazione in cui ci troviamo. Altro punto negativo è l' interfaccia per settare le opzioni di gioco. Quest' ultima si ripresenta nuovamente con dei simboli incomprensibili su cui non c' è nessun tipo di scritta che evidenzi la funzionalità dei pulsanti. C' è da dire che soffermandosi con il cursore del mouse su di essi ne viene indicata la funzione ma è anche vero che passeremo il tempo a soffermarci su TUTTI il pulsanti prima di trovare quello di nostro interesse o peggio ancora c' è il rischio di sbagliarsi e quindi di aprire la sezione del caricamento della partita piuttosto che quella di salvataggio. Caratteristica particolarmente dolente è la longevità. Il prodotto è decisamente troppo corto e lineare (si termina in poco più d' una decina d' ore – a differenza delle trenta dichiarate dal produttore) un vero peccato poiché sarebbe bastato qualche piccolo accorgimento in più per alzare il livello di gioco, gli enigmi e di conseguenza il tempo necessario a finirlo.
Paradossalmente a tutto ciò però Atlantis Evolution non è da considerare un cattivo prodotto anzi.. globalmente risulta un buon gioco, certo non può competere con i colossi del genere ( Myst ad esempio) ma sicuramente può occupare una rispettosa nicchia nel mondo delle avventure grafiche.
Veramente un peccato perché “Atlantis Evolution” avrebbe potuto competere a testa alta con il mito di Myst invece di, come in questo caso, soffrire l' uscita del quarto episodio di quest' ultimo.