Assil minaccia i suoi nemici con uno scopino da caminetto e si appresta a narrare le sue avventure (o perlomeno la prima parte)
La realizzazione grafica si avvale di buona parte del reparto preesistente, soprattutto per quanto riguarda i numerosissimi personaggi che torneranno a fare capolino dal primo Ankh, ma a parte questo dettaglio si presenta gradevole, curata, pulita ed efficiente, sebbene a tratti piuttosto semplice, ma non per questo disdegna qualche effetto di luci ed ombre in tempo reale decisamente gradevole. Come nel capitolo precedente, la colonna sonora merita una menzione d'onore per la pregevolezza delle musiche, tutte di stile egitto-orientale, allegre e simpatiche. Ottimi i doppiaggi sebbene ancora una volta disponibili solo in Americano, e praticamente perfetti i divertentissimi sottotitoli in Italiano.
Il sistema di quest è stato impreziosito da una molteplicità di enigmi che esuleranno dal classico “usa oggetto al posto giusto”: i protagonisti della storia si troveranno infatti impegnati a cucinare piatti di cus-cus, cercare la simpatia della folla, e addirittura dare consigli al vinaio per la realizzazione di squisiti cocktail, quest'ultima attività risolvibile solo tramite l'utilizzo del “disco dei codici”, un accrocchio di cartoncino presente nella scatola del gioco e che tanto ricorda i sistemi antipirateria dei tempi dei Floppy da 5¼” (salvo poi essere presente nel gioco a prescindere un sistema di Cd-Check anche piuttosto severo, visto che spesse volte non riconosce neppure il disco originale...). Abbiamo utilizzato il termine “i protagonisti” al plurale non a caso, in quanto alcune sessioni di gioco saranno giocate con più personaggi controllati alternativamente: una features non certo nuova (dopotutto era così anche in Maniac Mansion, tanto per dirne uno) ma che contribuisce a rendere il titolo un po' più vario e godibile della maggior parte del panorama classico.
Unica nota negativa: probabilmente giocare questo secondo episodio senza aver prima portato a termine il primo Ankh potrebbe togliervi parte del divertimento. Anche in questo senso non è certo una novità (la saga di Monkey Island, per esempio, si apprezza appieno solamente giocandola tutta dal primo al quarto), ma per un titolo come Ankh, appartenente ad una software-house minore e quindi poco diffusa o pubblicizzata, il problema rischia di farsi sentire parecchio. A prescindere da questo, la freschezza dei personaggi, la simpatia delle situazioni, la varietà degli enigmi e in generale la passione che gli sviluppatori hanno dimostrato di porre nel mondo dei punta e clicca saranno sufficienti per tener incollati alla sedia dall'inizio alla fine tutti gli appassionati di avventure grafiche (bug permettendo...), complice una buona dose di auto-ironia e di “metagaming” che fa sconfinare i dialoghi nel mondo reale citando riviste e recensioni. Consigliato quindi certamente ai “vecchi amici” di Assil e company, ma con riserva a tutti gli altri.
7
Un bel gioco inficiato da qualche svista di troppo da parte dei programmatori, o forse dei convertitori, che obbliga il giocatore a qualche attenzione o “trucchetto” in più rispetto al necessario. La trama è gradevole, sebbene nella prima parte i riferimenti al primo Ankh siano eccessivi, ed i personaggi sono simpatici e ben realizzati. Imperdibile per chi ha giocato il prequel, ma per gli altri forse sarebbe meglio prima provvedere a questa mancanza. Rimaniamo in attesa di una patch correttiva...



