Non che Tom Ford non avesse fiutato il pericolo, intervenendo massicciamente e coraggiosamente sulla materia originale, come solo i più fini cineasti sanno fare. La storia di Susan, donna che scopre delle crepe nel suo secondo matrimonio e nella sua vita leggendo il violentissimo romanzo d'esordio che l'ex marito le ha dedicato, è stata catapultata nel gotha culturale americano che Tom Ford dimostra di conoscere bene. Un mondo freddissimo, asettico, colto, ricercato come le architetture e i gli abiti che avvolgono una Amy Adams ancora una volta alle prese con un film da salvare.
I ricchissimi statunitensi di Animali Notturni soffrono e piangono, ma nascondono tutto dietro a una studiata parvenza glaciale, a un make up a tinte forti, a opere d'arte studiatamente espressive. fatta così anche Susan, perennemente insonne e intrappolata in un matrimonio ancor più freddo della sua casa di design, solo che Tom Ford ce la mostra anche in pigiama e occhiali da lettura, sensibile e ferita dal romanzo aggressivo e violento che l'ex le ha mandato a mo' di sfida e vendetta. Una rivalsa che scava a fondo nel cuore di Susan, facendo riemergere i torti e le avventatezze del passato, ma anche i sentimenti di disperazione e amore che aveva seppellito nella sua routine impeccabile.
Sembrerebbe una premessa perfetta, a cui manca giusto un mistero da svelare (perché l'ex ce l'ha tanto con Susan?) e una soluzione da nascondere nelle pagine del romanzo che Susan sta leggendo.Nonostante la fonte letteraria fornisca ben poco su cui lavorare, Ford trova la sua rivelazione e il suo cupo ritmo, ma una mancanza di punti di riferimenti precisi e di una risoluzione chiara o sensatamente ambigua rendono anche la trasposizione cinematografica del romanzo vagamente ridicola alla resa dei conti.
Nonostante gli sforzi del regista e degli ottimi protagonisti Amy Adams e Jake Gyllenhaal, Animali Notturni rimane un film annegato in una mancanza di senso e scopo che non si riesce a nascondere dietro la promessa di tensione o l'illusione di una studiata ambiguità finale. Certo le performance dei protagonisti e la bravura e il senso estetico del regista evitano il disastro, ma rendono il film consigliabile solo a chi riuscirà a stemperare la delusione con l'appagamento del proprio senso estetico.