Così come la trama, anche il gameplay di "Alan Wake" sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione e non ci consente di inquadrare questa produzione in un genere specifico. il team di sviluppo ha definito la sua creatura uno "Psychological Action Thriller", descrizione che può vuol dire tutto oppure niente, ma che spiega meglio di tante altre cosa questa produzione è e quali obbiettivi cercherà di raggiungere in futuro. Noi che con le parole siamo meno bravi dei ragazzi di Remedy, possiamo descrivere "Alan Wake" come il punto di incontro tra due generi, un titolo che coniuga l'atmosfera dei migliori survival horror all'adrenalina dei titoli d'azione.
Inizialmente concepito come un action dalla struttura aperta, "Alan Wake" ha cambiato più volte forma durante i cinque anni necessari per il suo sviluppo, senza per questo perdere alcuni tratti del carattere originale. Seppur non sia più calcolato in tempo reale, il continuo susseguirsi del giorno e della notte avrà ad esempio delle ripercussioni importanti a livello di gameplay. Come abbiamo accennato nell'introduzione, nel corso dell'avventura Alan sarà perseguitato dai suoi incubi più spaventosi, che nutrendosi di oscurità si avvicineranno a lui solamente di notte. Di giorno ci troveremo quindi ad affrontare sezioni esplorative, nel corso delle quali cercare indizi e personaggi chiave per progredire nel gioco, mentre di notte affronteremo sezioni puramente action, spesso ambientate in un inquietante contesto naturale. Questo continuo alternarsi di azione ed esplorazione donerà ad "Alan Wake" un ritmo frizzante, ma bilanciato che ci spingerà a completare d'un fiato ogni episodio.
Il sistema di controllo scelto dagli sviluppatori non è molto diverso da quello adottato dalla maggior parte degli action in terza persona attualmente sul mercato. In particolare, utilizzeremo i due stick analogici per gestire spostamenti e visuale, il grilletto sinistro per mirare, quello destro per fare fuoco ed i due dorsali per correre ed attivare un'arma secondaria. Il tasto "A" ci permetterà di spiccare piccoli salti, mentre i tasti "X" e "Y" ci consentiranno di ricaricare arma e torcia rispettivamente. Il tasto "B" si attiverà infine nelle vicinanze di quei personaggi non giocanti e quegli oggetti dello scenario con cui potremo interagire nel corso dell'avventura.
Abbiamo accennato alla torcia, una preziosa fonte di luce portatile che utilizzeremo per squarciare le tenebre, ma sopratutto per avere ragione dei nostri avversari. Il mondo di Alan Wake è infatti infestato dagli incubi che scaturiscono dalle pagine dei suoi romanzi, incubi che nutrendosi di oscurità temono la luce più di ogni altra cosa. Viene da se che per avere ragione di nemici come questi, Alan dovrà fare affidamento su qualunque cosa possa generare della luce, che dovremo impiegare per indebolire i nemici fino a renderli vulnerabili al piombo rovente delle armi da fuoco. Abusare della torcia, tuttavia, potrebbe non rivelarsi una tecnica vincente. Concentrandone il raggio su di un bersaglio per indebolirlo più velocemente ne scaricheremo rapidamente le batterie, che dovremo sostituire con quelle che riusciremo a trovare esplorando l'ambiente di gioco. Qualora dovessimo rimanere senza batterie potremo comunque fare affidamento su di una serie di oggetti dello scenario in grado di generare luce, come fari e lampioni stradali, che però si attiveranno solamente attraverso dei generatori a gasolio difficili da avviare e per questo scomodi da gestire in battaglia.Il piccolo arsenale che troverà posto nella giacca di Alan comprenderà pistole e fucili, di varia foggia e dimensione, ed armi meno convenzionali come razzi, bengala e granate. Questi strumenti secondari, che generalmente attiveremo premendo il dorsale di destra, hanno motivo di esistere per la natura oscura dei posseduti, che potremo ad esempio eliminare in un colpo solo generando forti lampi con razzi di segnalazione e granate accecanti, oppure indebolire più velocemente grazie all'azione combinata di bengala e torcia. Progredendo nel gioco potremo inoltre migliorare l'equipaggiamento e le armi disponibili sostituendole con modelli via via più potenti e letali. Il livello di difficoltà, che potremo scegliere trai tre implementati, renderà i posseduti più o meno forti e resistenti ed influenzerà il tipo e la quantità di equipaggiamento disponibile, invitando il giocatore ad un'esplorazione più accurata dell'ambiente di gioco in cerca di casette e capanni dove rifornirsi di oggetti e munizioni.
Nonostante il carattere piuttosto lineare dei livelli, i ragazzi di Remedy hanno infatti pensato di incentivare l'esplorazione nascondendo casse bonus piene di materiale e munizioni in punti della mappa che potremo raggiungere solamente seguendo le indicazioni di un misterioso personaggio che, applicando inchiostro fotosensibile ad alberi, rocce ed edifici ci indicherà dove trovare dell'equipaggiamento extra. Non solo, i ragazzi del team di sviluppo hanno disseminato per i livelli le pagine di un inquietante manoscritto che, anticipando a gli eventi cui Alan andrà incontro, potrebbe suggerirci la strategia migliore per affrontare determinate situazioni di gioco. "Alan Wake" è comunque un titolo dominato dal destino, pur conoscendo a grandi linee gli eventi che seguiranno, non potremo in alcun modo cambiare il corso della storia che si concluderà dopo un decina di ore di gioco e di tensione.
Tensione, è forse questa la sensazione più forte che abbiamo provato giocando "Alan Wake". I ragazzi di Remedy hanno, infatti, adattato alla trama del gioco, ma sopratutto ad una dimensione ludica convincente, quel modo di raccontare storie caro a maestri del terrore come Stephen King o H. P. Lovecraft, e quel modo di rappresentarle inventato da serie televisive di successo come "Lost". La suddivisione in capitoli, con tanto di trailer e recap, è solo l'aspetto più evidente di un nuovo modo di intendere il mezzo videoludico, mezzo che mai come quest'anno ha dimostrato di poter rivaleggiare con altre forme di intrattenimento anche sotto il profilo della narrazione. Giocando ad "Alan Wake" è quasi impossibile non cogliere una citazione. I riferimenti a libri, film e serie tv si sprecano e se i più "stagionati" tra di noi potranno tornare a respirare l'aria di Twin Peaks, cittadina americana teatro dell'omonima serie diretta dal maestro David Lynch, i più giovani coglieranno sicuramente il parallelismo tra questo gioco serie molto recenti come "Harper's Island". La cosa che colpisce è lo stile comunque unico che i ragazzi di Remedy sono riusciti ad infondere al gioco, nonostante i continui rimandi, le analogie, le citazioni esplicite, "Alan Wake" rimane un' esperienza unica, per certi versi più completa della passiva visione di un film.
Il comparto tecnico asseconda quasi alla perfezione l'atmosfera del titolo, anche se solo per ciò che concerne le scelte stilistico artistiche. I cinque anni necessari per lo sviluppo del gioco pesano sulle prestazioni generali del motore grafico che affiancherà a scenari mozzafiato un numero di poligoni dedicati a personaggi ed edifici solo nella media ed una qualità altalenante delle texture. Anche le animazioni applicate ai personaggi non ci hanno convinto del tutto sia per quanto riguarda i movimenti del personaggio sia per quanto concerne le animazioni dei volti. Discorso a parte merita il sistema di illuminazione, semplicemente perfetto nel rendere lo ombre più nere e spaventose. Anche la colonna sonora si attesta su livelli di eccellenza e non possiamo non sottolineare l'ottimo lavoro di localizzazione svolto sui testi e sul parlato.
8
L'ultimo frutto del talento dei ragazzi di Remedy Interactive costituisce una sorta di tributo al mondo dell'editoria, del cinema, della televisione e perfino della musica, suggerendo spunti per letture, visioni ed ascolti di quelle opere che il team di sviluppo sembra amare incondizionatamente. "Alan Wake" testimonia che il videogioco è una forma di intrattenimento matura e che è possibile creare titoli che coniughino spessore narrativo a meccaniche di gioco robuste e curate, anche se prive di innovazioni di rilievo. Chi si aspettava un capolavoro senza tempo forse rimarrà deluso, gli anni necessari per completare lo sviluppo pesano eccome sulla struttura di gioco e, in modo particolare, sul comparto tecnico che i ragazzi di Remedy hanno sviluppato per questa produzione, ma nonostante questo "Alan Wake" è un gioco da avere a tutti i costi, da includere nella vostra collezione e da consigliare agli amici.



