SQUADRA CHE VINCE..
Volendo a tutti i costi trovare una differenza con la versione per Dreamcast è necessario spostarsi dal gameplay alla grafica, dove è effettivamente possibile notare un leggero miglioramento, seppur minimoA godere della maggiore potenza di PlayStation 2 (anche se è bene chiarire che il gioco è davvero lontano dallo sfruttarne le potenzialità di questa console) sono le texture e la risoluzione: le prime appaiono meglio definite e più "pulite" mentre la seconda vanta un rinnovato numero di pixel
Per il resto tutto è rimasto invariato: le inquadrature disponibili si alternano da quella all'interno dell'abitacolo, che oltre allo specchietto retrovisore permette di ammirare i vari oggetti sparsi sul cruscotto mentre oscillano ad ogni curva e scossone, a quella all'esterno, che immortala gli scarichi di gasolio fuoriuscire dalle gigantesche bocche argentate poste in cima alla cabina
Fermo restando che la sensazione di velocità è ben al disotto dei normali standard (proprio perché i mezzi superano a fatica i 130 Km/h) il frame-rate è comunque stabile sui 30 fotogrammi al secondo, mantenuti anche nella modalità Versus, dove lo schermo viene suddiviso in due sezioni
Del tutto anonimo il reparto audio, caratterizzato da una compilation di brani particolarmente banali e da un parco suoni decisamente assai poco entusiasmante.
Difficile consigliare l'acquisto di 18 Wheeler American Pro Trucker quando al non indifferente prezzo di 61,92 Euro (119.900 Lire) corrispondono poche ore di gioco e nulla più. Certamente il titolo di Acclaim/Sega è immediato e molto divertente, ma è comunque incapace di reggere a lungo lo sguardo del giocatore, che già dopo poche ore di gioco potrà dire di avere visto veramente tutto quello che c'era da vedere. Nato e pensato per il pubblico della sala giochi 18 Wheeler American Pro Trucker non può certo competere con i molti altri titoli con cui deve necessariamente confrontarsi: le modalità di gioco sono decisamente troppo poche e soprattutto troppo corte per giustificare una spesa che, lo ripetiamo, sarebbe meglio indirizzare da tutt'altra parte.