Tiscali

Tatsuya Minami: da Capcom a Platinum Games

Le idee e le autocritiche del papà di Bayonetta

Di Tommaso Alisonno (17 aprile 2013 - 13:18)
Bayonetta

Il presidente di Platinum Games Tatsuya Minami ha raccontato ai microfoni di Polygon i motivi del suo abbandono di Capcom, avvenuto nel 2006 dopo oltre 20 anni di collaborazione. Il papà di Bayonetta (e dell'originale Devil may Cry prima) ha spiegato che la casa di Street Fighter, pur puntando alla qualità, non favorirebbe l'originalità, spingendo principalmente i brand affermati.




"In Capcom lavoravo su un sacco di titoli, e molti di questi erano solo cose che bisognava fare per la compagnia - spiega Minami - Nel processo, ho cominciato a sentirmi sempre più frustrato. La mia più grande motivazione per separarmi è nata quando ho realizzato che se avessi creato la mia compagnia e avessi portato un gruppo di nuove persone, saremmo stati in grado di creare cose nuove e originali."




Ora che i Platinum Games sono un team affermato, Minami fa un umile lavoro di autocritica, osservando il lavoro del suo staff e i risultati. Ai suoi collaboratori, alla loro professionalità e alle loro abilità assegna una bella A (l'equivalente di un "10" nelle pagelle italiane, più o meno), ma coi risultati commerciali del team è più severo.




"A prescindere che abbiamo venduto quanto avremmo voluto o che la compagnia abbia un capitale che tutti vorrebbero in una compagnia, penso che probabilmente la valuterei C [il nostro "6"] o addirittura D [un "4"!]. Bayonetta non ha venduto quanto avremmo voluto - spiega - Speravamo che facese un po' meglio di quello, anche se non si può dare tutta la colpa al gioco. Penso che ci siano stati un sacco di problemi quando è uscito, a livello di marketing."



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