Tiscali

Ken Levine ama la visuale in soggetiva.

Il coinvolgimento che si provava giocando al primo Bioshock sembra dargli decisamente ragione.

Di Simone Azzarello (24 febbraio 2011 - 11:19)
Bioshock: Infinite

Il creatore del primo Bioshock, attualmente a lavoro su Bioshock: Infinite, ha elogiato la visuale in soggettiva dichiarando come questa sia l'impostazione ideale per coinvolgere il giocatore.




Levine ha dichiarato come l'implementazione della "prima persona" sia in grado di rimuovere una barriera da quella che sarà l'esperienza complessiva di gioco.




"Vestire i panni di un altro dà una strana sensazione. Lo facciamo in modo naturale da piccoli, ma quando diventiamo adulti è molto più difficile. I giochi ci permettono di rivivere quell'esperienza di gioco infantile.


Non si tratta solo di divertimento, ma di assumere l'identità di qualcun altro. Quando si cresce si acquisisce consapevolezza di sé e si perde questa facoltà estremamente potente quando si è più piccoli. I giochi ci permettono di rompere quella barriera per introdurci in quello spazio".




Il prossimo gioco di Ken Levine, Bioshock Infinite, arriverà solo nel 2012; ovviamente con visuale in soggettiva.




E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con il papà di Bioshock?

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