Tiscali

Hands On Battleborn

Abbiamo provato il PvP del titolo Gearbox!
Roberto VicarioDi Roberto Vicario (10 marzo 2016)
Non manca molto all'uscita di Battleborn. Il titolo sviluppato da Gearbox (gli autori della serie Borderlands) ha fatta ultimante parlare di se a causa della sua presunta rivalità con quel Overwatch sviluppato invece da Blizzard. Un evento in quel di Londra, organizzato da 2K Games, ci ha permesso di toccare con mano sia la componente PvP del titolo che lo story mode o se preferite PvE. In questo primo hands on ci concentreremo su incursion, una delle tre modalità che andranno ad arricchire la componente competitiva del gioco. Nel prossimo articolo - in arrivo fra qualche giorno - ci concentreremo invece sul PvE.
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Collaborazione come parola d'ordine

Incursion, come dicevamo, è una delle tre varianti di gioco tra cui potranno scegliere i giocatori quando a maggio avranno il gioco tra le mani (con la possibilità, magari, di provarla tramite una open o closed beta).

In questa modalità lo scopo della squadra sarà quello di abbattere le due sentinelle della squadra avversaria. Il primo team che riuscirà a portare a compimento l'obiettivo sarà dichiarato vincitore del match, mentre in caso di pareggio, il team che avrà inferto più danni alle sentry avversarie sarà proclamato comunque vincitore.

Ovviamente raccontata in questo modo un po spicciolo incursion potrebbe assomigliare a tante altre modalità già vista e riviste in molti altri titoli; fortunatamente non è così e la possibilità di cimentarci in due lunghissimi match, ci ha dato la possibilità di captare dell'enorme potenziale che speriamo verrà espresso definitivamente nella versione finale del gioco.

Battleborn è prima di tutto un hero shooter. Termine coniato dai ragazzi di Gearbox per sottolineare la varietà dei personaggi e delle strategie che si dovranno perfezionare all'interno di ogni singola partita. Il roster completo è composto da 25 personaggi che appartengo a cinque diverse fazioni (argomento che approfondiremo nel prossimo articolo dedicato alla storia). In linea con quanto appresso da altri titoli di genere, ci saranno tre tipologie di eroi: attaccanti, difensori e supporters. I primi, ovviamente, saranno quelli votati all'attacco, la prima linea pronta a sputare proiettili e molto altro sui malcapitati di turno.

I defenders invece sono i famosi tank o personaggi dotatiti di una enorme quantità di vita o particolari abilità che posso fare scudo o assorbire il danno dei nemici. Infine i fondamentali supporter. Questi personaggi, ci è stato spiegato, sono abbastanza fondamentali quando si va a formare una squadra. Si tratta di figure in grado di dare protezione temporanea con degli scudi, piuttosto che curare chi è in difficoltà e così via. Un buon bilanciamento dei cinque elementi che vanno a formare la squadra, è già un passo avanti verso il raggiungimento della vittoria.
Passo avanti non vuol dire però vittoria certa. All'interno di ogni disputata, dalla durata massima di trenta minuti, sono diverse le varianti di cui bisogna tenere conto. Pensate ad esempio agli scudi protettivi che possono vantare le sentinelle, in grado di assorbire i danni dei nostri attacchi. Fortunatamente, dalla nostra avremo dei bot che andranno difesi a spada tratta fino al loro arrivo davanti la sentinella, loro saranno gli unici in grado di disabilitare temporaneamente le difese, così da permetterci di infliggere danno diretto all'obiettivo. Questi elementi, esattamente come nei MOBA, seguiranno sempre un percorso predefinito dallo spawn point sino agli obiettivi. Il nostro compito, come dicevamo, sarà difenderli e allo stesso tempo tentare di distruggere quelli della squadra avversaria.

Sparsi per il livello di gioco troveremo anche dei frammenti in grado di farci accumulare una valuta che potremo spendere per costruire torrette difensive, offensive o addirittura dei bot più grossi e resistenti, in punti strategici della mappa. Infine, ma non meno importante e soprattutto da non sottovalutare, la presenza di alcuni mercenari che una volta sconfitti potremo arruolare all'interno del nostro team (sino alla loro morte) per aumentare e potenziare i nostri ranghi.

Le due partite fatte a questa modalità, dobbiamo ammetterlo, ci hanno divertito. Partendo da una serie di meccaniche legate ai più classici degli FPS, il titolo è stato condito dagli sviluppatori con elementi rubati al mondo dei Tower Defense e dei già citati MOBA. L'azione, nonostante sia piuttosto caotica, lascia sempre uno spiraglio aperto piuttosto ampio sulla collaborazione e l'organizzazione della squadra, inserendo nel gameplay quel pizzico di strategia che in un titolo come questo si trasforma automaticamente in un valore aggiunto.
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Eroi allo sbaraglio



Altro fattore estremamente importante è ovviamente la scelta dell'eroe. Come dicevamo questi saranno tantissimi e di tipo differente. All'inizio della nostra avventura con Battleborn quelli selezionabili saranno solamente 7; portando a termine partite missioni o sfide particolari riusciremo ad ampliare il roster.

Nelle partite da noi giocate abbiamo provato due personaggi profondamente differenti: Montana e Thorn. Il primo è un tank nerboruto e armato di mitragliatrice gatlin automatica oversize, mentre la seconda è un'arciera piuttosto veloce e potente nel mid range. Ognuno dei due personaggi, può vantare delle particolari abilità che si attivano con i due dorsali. Thorn, ad esempio, può lanciare ben cinque frecce contemporaneamente che rimbalzando possono colpire molteplici volte il malcapitato di turno, Montana invece può lanciarsi a tutta velocità contro un nemico sfruttando la sua “lumberjack dash” infliggendo un cospicuo danno e sbalzando il nemico lontano da lui.

I due poteri specifici per ogni personaggio potranno inoltre essere ulteriormente potenziati attraverso il sistema Helix. Si tratta di un sistema di progressione basato su dieci livelli. Ogni volta che raggiungeremo lo step di crescita successivo dovremo scegliere quale delle due abilità potenziare. La scelta, inutile sottolinearlo, influirà tantissimo sulle statiche del nostro personaggio modificando in parte l'approccio stesso allo scontro. Non bisogno poi dimenticare che raggiunto il livello 4 si sbloccherà la fusione genetica che ci porterà a sbloccare un'ulteriore mossa speciale che fonde sostanzialmente i poteri delle due tecniche base.
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Purtroppo due sole partite non sono abbastanza per poter approfondire a pieno questo interessante sistema di crescita, proprio per questo non vediamo l'ora di tornare a mettere le mani sul gioco per testare il tutto con più calma.

Concludiamo il nostro approfondimento sul titolo parlandovi un pochino della componente tecnica. Lo stile scelto da Gearbox a metà tra il serio e il “fumettoso" ci ha convinto, con personaggi estremamente definiti e soprattutto molto carismatici. Purtroppo abbiamo potuto giocare su una sola mappa chiamata “overgrowth” (una sorta di foresta con delle installazioni futuristiche all'interno) che pur piacendoti non ci ha dato abbastanza materiale per poter giudicare a pieno level design e affini.

Tirando le somme possiamo quindi ritenerci soddisfatti di quello che abbiamo potuto giocare. Incursion è una modalità decisamente interessante, costantemente in bilico tra il caos e il gioco di squadra. Ovviamente ci sono ancora due modalità PvP da provare e sopratutto tutta la componente PvE. Proprio per questo motivo vi rimandiamo ad un nuovo appuntamento, fra qualche settimana, in cui vi parleremo di altri aspetti di gioco legati a Battleborn.
Battleborn si è mostrato e si è lasciato giocare nella sua forma competitiva, quelle che vede 5 giocatori scontrarsi con un team formato da altrettanti componenti. La modalità incursion ci ha divertito parecchio e come ribadito più volte nell'articolo, l'idea di inserire diversi elementi presi in prestito da altre filosofie di gioco ci ha decisamente intrigato. Non vediamo davvero l'ora di tornare a mettere le mani sul titolo per approfodire meglio alcuni aspetti del gameplay. Maggio non è poi così lontano.