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Hands On Assassin's Creed Odyssey

Cinque ore in compagnia del titolo Ubisoft!
Roberto VicarioDi Roberto Vicario (10 settembre 2018)

Assassin’s Creed: Origins ha rappresentato, per molti fan, un punto di svolta incredibile per la saga. Un gioco che ha saputo mantenere i pilastri portanti della proprietà intellettuale, arricchendoli con meccaniche inedite per la serie, inserendo il tutto in un contesto decisamente esotico ed affascinante, come quello dell’Antico Egitto.

Quello che Ubisoft vuole fare con Odyssey, provato per ben cinque ore in un evento organizzato nella splendida Parigi, è ancora più chiaro: mantenere la base funzionante di Origins, ma spingere allo stesso tempo l’acceleratore su una componete RPG che, indubbiamente, diventa sempre più elemento centrale della struttura ludica.

Una scelta che ha portato all’interno del gioco elementi che hanno lasciato inizialmente perplessi, ma che a conti fatti non ci sono per nulla dispiaciuti durante la nostra prova. Entrate nell’Animus insieme a noi: si torna nell’Antica Grecia! 



TRA GUERRE, SCELTE MORALI E SENTIMENTI

Assassin’s Creed: Odyssey è ambientato nel 431 A.C., un periodo di guerre (come quella del Peloponneso) ma anche una vera e propria golden age per la civiltà greca. Un periodo perfetto per Assassin’s Creed che, come ci ha raccontato Andrée-Anne Boisverts, associate producer, durante l’intervista che le abbiamo fatto:” ha permesso al team di interagire con tutti gli elementi caratteristici della serie, dando al giocatore la possibilità di modellare i propri dialoghi con personaggi storici, ma anche di mescolare mito e realtà. Un periodo ricco di opportunità”.

Periodo che ci porterà a vivere la storia di due figli di Sparta, Kassandra e Leonidas, impiegati in un epopea che li porterà (in base al personaggio scelto) a viaggiare per tutta la penisola greca, tra mari cristallini e terre ricche di colori e cultura…ma anche sangue e devastazione.

Tutto questo si traduce in un racconto interattivo, fatto di scelte, bivi narrativi che porteranno a differenti finali e ben 30 ore di cut scene dal taglio cinematografico. Un assaggio l’abbiamo avuto proprio all’inizio del gioco, in cui si impersonerà Re Leonida in persona, impegnato a respingere l’avanzata dei Persiani. Momenti dal taglio squisitamente cinematografico, immersivi e ben orchestrati.

Ma è proseguendo nella nostra avventura che abbiamo percepito la buona potenzialità offerta dalla narrazione a bivi. La prima ci viene sbattuta in faccia da subito, obbligandoci a scegliere il personaggio da utilizzare per il resto dell’avventura. Ma è proseguendo nel gioco che abbiamo capito come molto sia cambiato rispetto al passato, a partire dalle quest, meno statiche e asettiche, ma in grado di evolversi con il progredire della storia.

Assassin's Creed Odyssey - Immagine 4

In base alle risposte che sceglieremo di dare agli NPC e alle scelte che decideremo di compiere, il carattere del nostro personaggio verrà forgiato e modellato. Per la prima volta potremo davvero delineare i tratti caratteriali di un personaggio della saga. 

A questo poi si aggiungono scelte che non si limitano all’inizio e alla fine della quest, ma perdurano per diverso tempo, portandoci anche a rivedere personaggi aiutati ( o non aiutati) in precedenza, dopo svariato tempo rispetto al primo incontro. Meno statiticità, ma una netta accelerata verso un maggiore varietà.

Come se non bastasse, durante la main quest e in determinati momenti chiave, il peso delle scelte verterà sulle nostre spalle. Saremo di fatto costretti a prendere decisioni importanti, che andranno a mutare in maniera indelebile l’evoluzione della (nostra) storia; abbiamo avuto un assaggio proprio durante il nostro hands on, e vi possiamo assicurare che non si trattava assolutamente di una scelta banale o da prendere a cuor leggero. Inoltre, tutto questo ci porterà a finali differenti in base alle scelte fatte, come ci ha tenuto a precisare anche Boisverts che abbiamo intervistato:”Le scelte fatte porteranno ad uno dei tanti finali che abbiamo pensato per il gioco, offrendo così la possibilità ai giocatori di vivere la loro personale Odissea, dall’inizio alla fine”.

Tornerà anche il presente, con Layla sempre più impegnata a cercare delle risposte, ma su questo e altri argomenti chiave non possiamo e vogliamo dirvi di più; sarebbe imperdonabile rovinarvi il gusto di scoprire una storia che, all’interno di questo viaggio, ci racconterà dell’origine del caos e della lotta tra bene e male, facendo luce con molto probabilità sull’ordine dei templari.

Assassin's Creed Odyssey - Immagine 5

A ZONZO PER IL PELOPONNESO

Come accennavamo in apertura, la saga di Assassin’s Creed ha già dimostrato di essere in una fase di mutazione con Origins, e qui il passaggio a un contesto differentie sotto l’aspetto strutturale si fa ancora più marcato.

All’impatto tutto vi sembrerà immutato: le aree divise in base alla livello di esperienza del personaggio, la gestione dell’inventario, il falco (che qui si chiama Ikaros) e il cavallo con cui muoversi. Entrando però nel dettaglio si percepiscono i cambiamenti che il team di sviluppo ha apportato per rendere più appagante alcuni momenti del gioco.

L’introduzione dell’exploration mode è indubbiamente una delle novità che ci ha più incuriosito e appagato. In pratica non avremo sulla mappa una vera e propria segnalazione dell’obiettivo da seguire, ma dovremo affidarci alle indicazioni degli NPC e a dei punti di riferimento sulla mappa, oltre ovviamente alla vista del nostro falco.

In questo modo il setting del gioco non è solamente un luogo da calpestare e con cui interagire, ma diventa un vero e proprio protagonista della storia. Una mossa intelligente per far apprezzare ai giocatori anche il grosso lavoro fatto dal team di sviluppo sulla contestualizzazione. Dai colori caldi e monocromatici dei deserti egiziani, si passa di fatto a tavolozze mediterranee cariche di svariate tipologie di cromature; un mare cristallino che riflette i colori di una vegetazione variegata e lussureggiante; la cultura ellenica in tutta la sua magnificenza che si fonde ed entra in un piacevole contrasto con i miti e le leggende di quel tempo. Tutto questo acquista una forma e una dimensione differente.


Se però siete tra coloro che non vogliono questo tipo di esperienza, gli sviluppatori hanno comunque inserito la versione “guided” che semplice lascia immutata l’esperienza come è sempre stata per gli Assassin’s Creed.

Sotto l’aspetto del puro gameplay invece il grosso cambiamento arriva dall’utilizzo di poteri particolari che si sbloccano grazie al classico sistema di crescita a rami (tre per la precisione). Poteri attivi, che si allocano all’interno di una serie di slot e si attivano attraverso la pressione di un combinazione di tasti, andando a sprecare la barra della furia. 


Sebbene spettacolari e divertenti da utilizzare (il calcio alla “this is Sparta” è qualcosa di super appagante, ve lo assicuriamo) restiamo ancora un po’ sul “chi va là” per quanto riguarda l’effettivo bilanciamento di questi poteri all’interno dell’economia dello scontro. Indubbiamente il vantaggio nella disputa con i nemici è davvero netto, sbilanciato nettamente a favore del giocatore. Una scelta che però andrà valuta solamente nella sua completezza una volta che si avrà la versione finale tra le mani. Invariate, almeno per quello che abbiamo potuto vedere, le fasi stealth del gioco.

Tra le novità che abbiamo potuto saggiare ci sono invece i mercenari pagati per ucciderci ( sì, potremo avere una taglia sulla nostra testa) e le missioni di cattura territoriali che ci porteranno a combattere in prima persona all’interno di vere e proprie battaglie campali.

Nel primo caso, ogni volta che compiremo delle azioni sopra le righe, vedremo nella parte in basso a destro dello schermo una barra riempirsi gradualmente. Più la riempiremo più importanti saranno i mercenari pagati per venire a reclamare la nostra testa. Riprendendo il concetto dei Phylakes di Assassin’s Creed Origins, avremo tre possibilità: cercare di mantenere un profilo basso e agire nell’ombra, uccidere i mercenari per acquisire il loro equipaggiamento (scatenando però una taglia sempre maggiore sulla nostra testa), oppure pagare determinati soggetti per far abbassare questo valore. I nemici in questione, non solo sono particolarmente tosti, ma anche piuttosto agguerriti e spunteranno spesso nei nostri paraggi, andando magari a peggiorare una situazione di combattimento giù piuttosto complessa.

Il controllo territoriale è invece un sistema, abbastanza intelligente, per mettere i giocatori nelle condizioni di esplorare il più possibile l’area di gioco. In diverse zone dell’arcipelago ci verrà infatti chiesto di uccidere il capo locale dell’area. Anche in questo caso avremo sempre a disposizione due possibilità: dirigerci direttamente dal soggetto in questione (rischiando però di trovarlo ben difeso e molto difficile da avvicinare) oppure destabilizzare la zona andando a colpire obbiettivi sensibili sparsi per il territorio.

Spesso e volentieri tutto questo sfocerà nelle battaglie su vasta scala, altra novità di questo Odyssey. Ingaggiati questi scontri ci ritroveremo in un vero e proprio campo di battaglia con centinaia di uomini. La barra blu (ateniesi) e quella rossa (spartani) indicherà in tempo reale quale fazione sta prevalendo sull’altra; per portala a nostro favore dovremo uccidere i comandi e generali dell’esercito, fino a far comparire il campione che, una volta ucciso, ci darà un vantaggio netto per vincere lo scontro.

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UN’ODISSEA IN MARE

Non può ovviamente mancare il ritorno di una delle componenti più apprezzate dai fan: la parte navale. Rispetto ad Origins, qui la parte di navigazione/esplorazione navale sarà molto più ricca e marcata. Torneranno le battaglie navale vere e proprie, con la classica gestione dello scontro già vista nei precedenti capitoli, ma con un differente utilizzo di armi (qui frecce e lance) e la possibilità di abbordare in momenti precisi dello scontro.

Completamente rivista anche la gestione dell’equipaggio e della nostra Adrestia (la nave che possederemo nel gioco): oltre a poter potenziare arcieri, lancieri e resistenza del mezzo, potremo anche assoldare nuovi luogotenenti che andranno a migliorare le statistiche di attacco e difesa della nave.

Quello che possiamo confermarvi è che, all’interno di questi frangenti, emerge tutta la potenza visiva che Odyssey riesce a regalare. Infrangere le onde dell’Egeo, mentre ci segue un gruppo di delfini, durante il tramonto sull’arcipelago: è una gioia che riempie occhi e cuore.

Sotto l’aspetto visivo la continuità con Origins si fa sentire, ma non mancano di fatto svariati miglioramenti, soprattutto nella qualità degli NPC e nei dettagli delle animazioni facciali. Ottima, per quello che abbiamo potuto orecchiare, la componente sonora, in grado di immergerci ancora di più nel contesto greco con pezzi strumentali che si alternano tra il melodico e il ritmato. Non abbiamo invece potuto saggiare il doppiaggio in lingua italiana, ma possiamo comunque segnalarvi quello piacevolissimo in lingua inglese. La scelta di utilizzare attori con accento greco piuttosto marcato, aiutano a rendere l’ambiente di gioco ancora più credibile.

Assassin's Creed Odyssey
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Assassin's Creed: Odyssey sembra quindi proseguire, senza particolari timori di smentita, le gesta di Origins. Ad una struttura molto simile, gli sviluppatori hanno però aggiunto diversi elementi che richiamo il concetto di RPG. Un miscuglio che sembra funzionare, ma che ci ha soprattutto incuriosito. Ormai manca davvero poco all'uscita del gioco, e non vi nascondiamo che siamo davvero curiosi di addentrarci nelle piaghe nella storia dell'Antica Grecia.