Originariamente Scritto da
Davyl
Ed, infatti, non metto in dubbio il possibile connubio tra riduttivo materialismo e illusoria metafisica, così come non credo che non si possa giungere ad una hegeliana sintesi di entrambe per dar vita a qualcosa che le unisca e perfezioni, ma, ripeto - premesso il fatto che non è sempre vero che esse si escludano a vicenda; certo, con le dovute accortenze - è lo studio oggettivo della Natura che non attira, non mi soddisfa, perchè il mio miglior passatempo è definire i caratteri dell'Io, caratteri che siano comuni a tutti gli individui, comuni, sì, ma non d' "immediata" percezione come può esserlo la scienza, e si consideri, altresì, che come è vero che noi siamo "gettati nel mondo" (quindi evidente dicotomia Uomo-Natura, In sè-Per sè), è anche vero che, da quel momento, lo stesso mondo diventa parte di noi, del nostro immaginario, di una nostra rappresentazione, tant'è che, con la nostra fine biologica, trova il suo termine anche il nostro degli infiniti modelli di realtà disponibili.