Originariamente Scritto da
The Prince
Io e te, Andrew, avevamo forse già parlato di come Internet stia diventando una fonte di conoscenza sempre più accessibile all'uomo. Ma se questa conoscenza sia vera o falsa non sembrano preoccuparsene in molti. La fonte è importante tanto quanto il contenuto che viene esposto, se non di più. E dopo aver preso in mano i primi libri universitari, mi accorgo quanto un conto sia googlare un'informazione, un'altro studiare il relativo argomento su quei libri. Diverse volte incontro persone che, di fronte ad una critica ad un loro pensiero di qualunque natura, ti sbattono in faccia l'ennesimo link di wikipedia. Cazzo, wikipedia non è la bibbia e di sicuro non è priva di errori.
Vorrei però esporre anche un'altra faccia della memoria collettiva, che non la sola influenza mediatica o possibile disinformazione che essa può rappresentare.
Riflettendo sulla memoria condivisa in rete, mi preme evidenziare che il valore di un pensiero fatto proprio tramite uno studio personale (anche in rete, ma con le correttte fonti) e rifinito attraverso un ragionamento è infinitamente superiore della semplice possibilità di cercare una risposta tramite Google. Senza contare il fatto che internet non è un'intelligenza artificiale, non è Skynet. Noi possiamo sperare nella possibilità che l'informazione che vogliamo sia presente in rete. Se questa non è presente, ecco che si rende ancor più evidente il valore di un ragionamento che una macchina non può fare, ma solo un uomo può. Da qui è altrettanto chiaro che il futuro non passa attraverso la macchina, ma attraverso l'uomo, unico a poter sviluppare nuove teorie e nuovi ragionamenti.
Esistono programmi molto complessi, ma appunto sono programmi, si basano su algoritmi preimpostati da un uomo.