E ora,un altro capitolo! Ci si dovrebbe fidare di Ghilly, secondo voi?

Capitolo 8- Deceive (Parte prima)

…la bambina,convinta che fosse proprio lui il principe,quel giorno,
ricevette la sua risposta…e…


Il sole cominciava ad illuminare i monti,quella mattina.
Nessuna nube,nemmeno un po’ di nebbia era presente nel paesaggio.
Una giornata bella…se così si può definire.
Come ogni mattina,e ormai lo sapevano,la porta si spalancò,e l’orco fece capolino
nella stanza. Sempre con quell’espressione ironica e crudele.
I gemelli,quasi per istinto,si alzarono e lo salutarono con educazione.
Un'altra bella giornata…del cavolo.
Nella stanza aleggiava la tensione: una sola parola di Gero,e i bambini erano costretti ad obbedire. Qualsiasi fosse.
La paura di un ordine pericoloso c’era sempre.
L’orco quindi si avvicinò ai due,e carezzò le teste graziose con il suo solito fare.
Un fare velenoso e per nulla dolce.
Una presa in giro.
“Allora bimbi…è mattino.” iniziò con tono tranquillo,non smettendo di carezzare la testa bionda di 18.
“D…dobbiamo andare ad allenarci…?” chiese la bambina.
Ormai era un’abitudine.
Era risaputo che quando l’orco ti si avvicinava con un sorriso,voleva qualcosa.
In questo caso,pareva dirti “Vai a correre,moccioso!”
17 e 18 se l’aspettavano,quindi senza dire altro,fecero per cambiarsi.
Sorprendentemente,stavolta,l’orco cattivo li fermò.

“Ehi,calma. Oggi non correrete.”.
I due non poterono non restare sorpresi.
Gero allora gli accompagnò fuori dalla camera,e fuori vi era l’androide 6 ad attenderli.
Sempre con calma,Gero continuò a parlare.
“Io ho un paio di cose da fare,oggi. Devo uscire per delle commissioni. Quindi vi lascio qui con 6 fino al mio ritorno.Siamo intesi?” domandò,mentre si infilava il giaccone.Un guizzo di felicità apparve negli occhi dei bimbi.
L’orco se ne andava?
Anche se per poco,se ne andava?
Così,in pochi attimi,il dottore salì in sella alla motojet,e partì.
In breve la sua figura sparì all’orizzonte.
E nel laboratorio rimasero solo 17,18,e 6.
“6!Non è bellissimo?Quel uomo cattivo è andato via!!!”
urlò contenta la bimba,strattonandolo per i pantaloni.
Erano soli con il suo principe.
Con il principe tanto atteso.
Era una cosa stupenda!
Forse ora li avrebbe portati via…!
6 di tutta risposta sorrise,e carezzò sulla testa la bimba,e diede un buffetto al fratellino. Il suo volto stavolta pareva davvero contento.
“Sì. Ora siamo da soli,bambini. Siete con me. E lo sapete che ho in mente?”
domandò,con l’aria di uno che fa una domanda importante.
I bambini capirono solo in parte,quindi negarono.
“No. Che vuoi fare,zietto?” domandò 17,curioso.
L’occhio dell’androide prese a luccicare.
Una luce che rimase nella mente di 18.
Una luce che si sarebbe ricordata…per sempre.
Così,l’androide si chinò verso i bambini,e pronunciò lentamente
“Oggi…noi potremo approfittare del momento…per fuggire!!!”.
La parola “Fuggire” rimbombò nel cervello dei due.
Forte come un tuono,ma non per questo maligna.
Anzi,l’effetto della parola fu quello di farli piangere di gioia.

“D…davvero,6? Non ci prendi in giro?Scappiamo?!” domandò la bimba,con voce tremante per l’emozione.
Lo sguardo magnetico e sincero di 6 si posò su di lei.
“Certo. Non te l’ho promesso? Fuggiamo oggi stesso!!!”
Così dicendo,l’androide si alzò,lasciando ancora di stucco i bimbi.
Assumendo uno sguardo serio e determinato ,poi,volse lo sguardo verso una porta
di acciaio,che stava davanti a lui.

La camera dell’orco.
“Finalmente è giunta l’ora…” pensò tra se e se,mentre lentamente si apprestava a
giungere verso di essa.
Gero aveva l’abitudine di chiudere a chiave la stanza.
Aveva paura che qualcuno entrasse. Ma perché?
“Che mi frega…ora devo solo pensare a fuggire!” mormorò 6 mentre posava
una mano sul chiavistello.
In pochi attimi la sua mano prese la forma di una mitragliatrice. La stessa arma che aveva ucciso tante vite.
17 e 18 stavano a guardarlo sorpresi. 18 un po’ meno,a dire la verità.
Poi,6 rivolse lo sguardo a loro,e sorrise.
“State lontani,piccoli. E rimanete li,intesi?”.
Bastò un cenno da parte dei gemelli,e la mitragliatrice iniziò a scaricare colpi
a raffica sulla porta,forandola in più punti.
Mentre i bambini si tenevano le orecchie tra le mani,6 finì il caricatore.
Dalla canna dell’arma usciva un fumo,e bossoli vuoti giacevano un po’ ovunque al
suolo. La porta blindata ora si era sbloccata del tutto.
“Bene,entriamo…” pensò 6,e con un calcio sfondò la porta,che cadde a terra con un tonfo sordo.
L’interno della stanza era quasi normale.
Oltre a un letto piuttosto comodo al vedersi,vi era una postazione per il computer,
una stampante e uno scanner.
Sulle mensole vi erano strani marchingegni,riproduzioni di macchine da guerra,
fogli pieni di formule chimiche e quanto altro.
Sull’armadio,perfettamente lucido e integro,vi era una foto ritraente Gero con il suo amico,il ragazzo dai capelli bianchi.