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Ma a parte quella parentesi (che verrà continuata e ripresa nella saga successiva), il gradimento continua ad essere scarso. Le ambientazioni sono carine, ma le avventure sono tutto sommato insignificanti (Toninjinka è semplicemente il punto più basso di tutto il manga), l'umorismo è immediato, ma la storia alla fine è davvero forzata in molti passaggi (Muten e i due suoi allievi che, tra tutto il mondo, si ritrovano a possedere tre delle sette sfere del drago, è forse la coincidenza più incredibile di tutto il manga
) pur non essendoci praticamente alcuna trama, ed offre tuttalpiù situazioni e personaggi piuttosto fiacchi (con le ovvie eccezioni della Kamehameha di Muten e della trasformazione di Goku in scimmione).
Tralasciando gli amanti dell'umorismo sguaiato e grottesco sino al nonsense, insomma, il manga non piace, tanto da essere stabilmente tra i manga meno popolari pubblicati in Jump in quel periodo, e nonostante Toriyama provenga dal successo di Dr. Slump.
Dal flop al successo
È Torishima di fatto a decidere che Dragon Ball deve continuare, ma stavolta con un soggetto più intrigante e modaiolo come quello del torneo di arti marziali (sulla scia del leggendario Koshien, il torneo giapponese di baseball per le scuole superiori), e Toriyama esegue rifacendosi alle sue influenze e passioni, e a quello che passava nel periodo (oltre a Drunken Master, è impossibile non pensare a quella che è quasi la sua versione americana come Karate Kid, mentre si parla di un torneo la cui preparazione imposta dal vecchio maestro consiste in lavori quotidiani). Inoltre viene introdotto il primo dei personaggi di contrasto a Goku, cioè Crilin, appositamente pensato per aumentare, per contrasto, l'impatto di Goku sul lettore. Non sarà di certo l'ultimo.
Ad ogni modo, Toriyama è costretto a trattare il torneo più come un gag manga, anche per le proprie iniziali difficoltà a disegnare i combattimenti: anche in Dr. Slump aveva disegnato una specie di torneo di arti marziali, ma non aveva ancora acquisito il tratto che poi diventerà la cosa più riconoscibile di tutta l'opera. Il torneo si conclude con un combattimento che sarà uno dei più eccitanti di tutta la prima serie: il tutto nonostante la finale tra Goku e Muten/Jackie Chun sia davvero poco altro che un susseguirsi di tecniche e di gag, con qualche colpo di scena nel mezzo che è quasi più succoso di tutto il resto.
Dragon Ball finalmente diventa un successo con il Tenkaichi, ed è la conferma che puntare sui combattimenti è stata la scelta giusta. Finito anche il Tenkaichi, la seconda raccolta delle sfere vede l'inizio della maturazione di Goku, ora l'indiscusso protagonista: Goku stavolta vede la ricerca delle Sfere non come un viaggio verso nuove scoperte, ma come un allenamento, e si trova ad affrontare uno dopo l'altro gli ufficiali e i sottoposti del Red Ribbon (il suo primo vero nemico, per quanto ai piani alti sia anche l'ennesima trasposizione farsesca, probabilmente della Spectre bondiana).
Naturalmente la maturazione di Goku è un passo obbligato: come Dragon Ball non riusciva ancora a ripetere il successo di Dr. Slump, anche Goku non riusciva per niente ad impressionare i lettori giapponesi, per ammissione dello stesso Torishima. Il perché l'ho già detto: Toriyama credeva che la semplicità per Goku pagasse, ma non è mai stato così. Il Goku visto fino ad ora è un personaggio tutto sommato blando e poco adorabile... solo da adesso comincerà a dare una personalità a Goku.
Inizio (e fine) di una nuova sperimentazione
Per quanto riguarda la storia di questa nuova saga, Toriyama mischia un po' le carte: riconoscendo ormai l'importanza dei combattimenti nella sua opera, prova a dare un tono decisamente più maturo e drammatico alla storia (Muscle Tower, soprattutto, che ricorda la pagoda di Game of Death, il famoso film incompiuto con Bruce Lee), ma allo stesso tempo fallisce nel rinnovare e maturare il suo umorismo, che rimane ancorato perlopiù a qualche scontata parodia, al solito toilet humor e a gag a sfondo sessuale (Blue e quella roba pessima del covo dei pirati, soprattutto, dove rispunta l'umorismo alla Dr. Slump). Umorismo che, dopo una specie di crossover... proprio con Dr. Slump, lascia sempre più il passo all'azione, mettendosi definitivamente alle spalle gran parte dei luoghi, personaggi e situazioni precedenti: roba che non aveva poi né tutta questa varietà, né tutto questo apprezzamento. E Toriyama stesso, ormai, si rende conto di quanto forzato sia diventato il suo vecchio umorismo, a confronto con i nuovi eventi.
Così, è con Taopaipai e la torre di Karin che l'enfasi verso la lotta è sempre più accentuata: le ultime sfere vengono raccolte solo tramite combattimenti, invece che dopo varie avventure. Anche perché Goku sembra diventato improvvisamente troppo forte, per continuare ad essere impelagato in vicissitudini simili a quelle precedenti. Persino un guerriero della caratura di suo nonno, considerato un praticante di arti marziali virtualmente imbattibile all'inizio della storia, ormai è tutt'altro che un avversario insormontabile per Goku.
Nel complesso la saga della seconda ricerca delle sfere non è né carne né pesce, con troppi alti e bassi, pur essendo funzionale all'inizio del percorso di Goku. È chiaramente un work in progress, un miscuglio: che non è tanto una fusione, ma più un continuo accostamento di vecchio e nuovo, comico e drammatico, oriente ed occidente, e che non lascia neppure intuire quello che sarebbe venuto dopo.
Finita la seconda raccolta delle sfere, si arriva poi al 22° Tenkaichi, in cui Goku affronta quello che ha l'aria di essere il suo primo vero rivale (Tenshinhan, o il ritorno di Karate Kid in salsa alieno-indo-cinese
) e si mostra sufficientemente maturato per cominciare ad acquisire tratti più eroici, dal bambino selvaggio e tonto che era all'inizio.
Di fatto, è con il ritiro di Muten dal Tenkaichi che si conclude definitivamente la fase gag manga di DB, ancora prima della morte di Crilin. Da quel punto, la comicità presente in DB servirà appena come sollievo temporaneo, spesso talmente effimero da incidere perlopiù in maniera insignificante nella globalità del narrato.
In finale, Goku sfoggia una tecnica perfetta, sorprende continuamente il suo fortissimo avversario, ed ha ormai superato i suoi vecchi maestri. Toriyama, dal canto suo, è in grado di disegnare un intero torneo senza problemi e senza più dipendere perlopiù dal suo (stantio) umorismo: e quello che le sue pellicole preferite di Hong Kong avevano da dirgli è finito, è ora di passare ad altro.
La svolta
Ancora una volta, ne parla con Torishima, che gli suggerisce di continuare portando la storia ad un altro livello... magari facendo affrontare a Goku un vero cattivo, invece che l'ennesima macchietta alla Dr. Slump. Messosi al lavoro per disegnare un personaggio che sembri davvero malvagio, ne esce fuori con Piccolo Daimao: forse ancora oggi PD è il cattivo preferito da Toriyama, e anche Torishima ne è totalmente impressionato, subodorando che un corso completamente nuovo di Dragon Ball sta per cominciare.
Così, finito il nuovo Tenkaichi, comincia immediatamente la saga di Piccolo Daimao. Saga che, diversamente dalle precedenti, non vive più avventura per avventura, e introduce un tono da fine del mondo che aleggia per la stragrande maggioranza delle tavole... insomma, qualcosa di totale rottura con il resto della serie. Toriyama introduce nuovi elementi (come l'acqua sacra, che è il primo istantaneo power up della storia, qualcosa di ormai lontano dagli allenamenti dei vecchi maestri alla Drunken Master) e allo stesso tempo ne approfitta per riprendere e completare il suo immaginario "viaggio in Occidente" (che è da un bel pezzo quello di Goku e basta), utilizzando e aggiornando tutto il retroterra "mitico" arrivato direttamente dal romanzo da cui è partito il manga: non solo oppone a Goku il cosiddetto Re dei Demoni, ma risistema tutto il background mitologico proveniente da "Viaggio in Occidente" (in questa saga Toriyama introduce e/o aggiorna le origini e/o le funzioni del Nyoi-bo, della Kinto, delle Sfere del Drago stesse... o quantomeno ci prova, come credo si potrà notare dalle mie annotazioni precedenti: le banalità, le incoerenze e le forzature sono chiarissime).
Tutto il netto stacco con le saghe precedenti si nota anche dai combattimenti, che cominciano ad essere devastanti, sino al punto di lasciare intorno scenari di distruzione degni dei monster movie... tanto che, guardacaso, Piccolo Daimao e Goku si danno reciprocamente proprio dei mostri, durante il loro combattimento finale. Toriyama, pur proponendo una saga ancora piuttosto grezza e basilare, dimostra che è in grado di narrare anche una storia quasi completamente drammatica: Torishima dirà che, con la saga di Piccolo Daimao, ha la certezza che Toriyama andrà avanti con DB per almeno 5-6 anni. È, in pratica, l'inizio del vero Dragon Ball, che è ora, definitivamente, di gran lunga il manga più venduto in Giappone.
Il compimento di un'evoluzione
Goku esce fuori dagli eventi completamente maturato, e realizzato così prima come eroe e poi come campione nel Tenkaichi successivo, dove stavolta batte (e non uccide) la reincarnazione del Re dei Demoni, in un combattimento che è forse il migliore (e sicuramente il più completo) dell'intero manga. Quando Kami gli propone di diventare il nuovo dio della Terra, Goku è ormai, in definitiva, la versione di Sun Wukong di Toriyama.
Questo è Goku del resto, un atleta/eroe ingenuo che presenta tratti che non hanno nulla di eroico o di divino. Nient'altro che questo, tanto che nella serie Z Toriyama si limita ad evidenziare queste caratteristiche tramite i personaggi di contorno (o, nel suo caso, di contrasto), e tramite dei singoli episodi che mostrano quanto Goku sia fondamentalmente inadeguato a svolgere qualsiasi altro ruolo.
Ultima modifica di Red; 01-06-2018 alle 13:49
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