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Il problema del nostro calcio è che, oltre alla mentalità (la Roma ne ha prese 7 anche per questo), proprio non c'è pazienza. Non c'è pazienza per far crescere i giovani sotto ogni punto di vista (e non solo tecnico e fisico, dove ormai si peggiora ad ogni anno che passa), ma si vogliono semplicemente risultati, e questo pure a livello giovanile (e da parte di qualunque tipo di figura calcistica, non so se rendo l'idea). Si vuole tutto e subito, non importa neanche il come, forse c'è più pragmatismo nel calcio italiano che nella società italiana stessa. Il classico calcio all'italiana era un calcio con pochi fronzoli e ancora meno rischi, come venne superato dalla rivoluzione sacchiana tutti a buttarsi lì, perchè era il calcio più efficace.
La base prodotta è stata quella che è stata mentre, ad alti livelli, non solo quel calcio è ormai superato, ma i campioni stanno pure alla larga dall'Italia: e così non possiamo neanche più produrre un nuovo modello vincente, perchè qualsiasi modello vincente non può che imporsi tramite interpreti di primissimo valore. Non dico di passare all'estremo opposto (quello di Cruijff, Guardiola e compagnia), ma almeno bisognerebbe avere l'umiltà di riconoscere che in questo momento dall'estero possiamo quasi solo imparare. Del resto anche Sacchi prese in prestito diverse lezioni da diversi allenatori stranieri degli anni '70, tra l'altro uno dei periodi più neri del nostro calcio.
Non posso darti che ragione. Marchisio quando è venuto fuori? Quando la Juve era in B e c'era spazio, poi l'anno dopo fu dato in prestito all'Empoli perchè "troppo giovane". Berardi viene lasciato al Sassuolo dalla Juventus nonostante la stagione che ha fatto e andiamo a prendere il, seppur brillante, Coman dal PSG. L'Inter ha vinto la champions primavera pochissimi anni fa ma che fine hanno fatto tutti quei giovani? Spariti perchè troppo giovani o mandati via come merce di scambio. Gli stessi club di provincia, che vivono di miliardi di plusvalenze, non riescono a produrre più giovani importanti.
All'estero ci sono le squadre B, Morata viene da quelle e ora si vede chi è palesemente più forte tra lui e "la certezza" Llorente. All'estero hanno obblighi sul mantenere in rosa giocatori del vivaio mentre noi abbiamo il campionato, per distacco, più vecchio di tutti.


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Il Napoli in Europa è una squadra forte solo in casa. In 2 Champions le ha prese in quasi tutti i campi europei che contavano. 2 anni fa uscirono prendendone 4 dal catenacciaro Chelsea di Di Matteo ("usciamo a testa alta", dissero...), un anno fa le presero senza appello sia a Londra che a Dortmund, con il Borussia che oltretutto giocava senza l'intera difesa titolare. Alla fine vale quasi lo stesso discorso di Roma, escluso il fatto che il Napoli calcio è quasi un'istituzione in città, che non deve nemmeno dividere spazio con un'altra squadra (con tutto quello che ne deriva di benefico).
Il Napoli ha delle lacune ma quest'anno è a sè con giocatori controvoglia. L'anno scorso, per quanto mi riguarda, ha disputato un'ottima stagione.