Le punte però si muovono diversamente con attaccanti che rimangono maggiormente in zona offensiva garantendo linee di passaggio più immediate (e una mezzala che alle volte andava a pressare alto, a specchio, formando un attacco a tre). Con Conte il pressing alto era invece una scelta risalente solo al primo anno. Gli anni successivi si è optato per una difesa a cinque inchiodata e pressing che partiva solo nella nostra metà campo i quali, da una parte ci garantivano più solidità difensiva ma nello stesso tempo ci obbligavano ad un possesso palla lento e macchinoso (a parte contro le squadre che hanno bisogno del pallone, come Roma e Fiorentina, che rimangono alte).
Ieri la somiglianza con Conte l'ho vista semmai nell'approccio degli avversari completamente rinunciatari e chiusi. Per forza di cose, per molti tratti, s'è rivista una Juventus con perfino i propri difensori al limite dell'area dell'Udinese. Conte però i nuovi non li faceva esordire pronti-via e le sostituzioni erano quasi sempre tardive ed inutili. Senza contare che Allegri ha relegato subito Giovinco quinta punta, superato dal 18enne francese di turno appena arrivato.
Ribadisco che non è un fenomeno ma sta facendo bene, e soprattutto non sta commettendo l'errore di Benitez all'Inter post Mourinho ovvero si sta inserendo in punta di piedi e ripartendo, pur modificandola, dall'eredità di Conte così da concquistarsi la fiducia di chi già c'era. Lo spagnolo voleva invece cambiare pesantemene una rosa che aveva appena vinto tutto.