Citazione Originariamente Scritto da Buddha94 Visualizza Messaggio
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Il film è volto a sviscerare la psiche del protagonista, di giorno un uomo d’affari con le sue strane manie e le su abitudini, di notte un serial killer. Il ritratto psicologico è fatto molto bene ed è intrigante, ma a parte quello il film non ha molto da offrire, non c’è una vera e propria trama e non vi è nessuna evoluzione nel personaggio (anche a causa di avvenimenti irrealistici). Film discreto che poteva però dare di più. Voto: 6.5

Non sono strane, sono VACUE. Vuote, rituali ripetuti ad nauseam. E sono le abitudini di tutti. Tutti vogliono andare al Dorsia, tutti fanno la gara del cazzo più lungo per dei biglietti da visita che a noi paiono praticamente identici. E' quello il punto del film, criticare la figura dello yuppie, in generale dell'arrivista. Bateman viene costantemente confuso per altre persone, e lui fa lo stesso con gli altri perchè sono tutti uguali, maschere facciali e pellicole, e dietro solo "vaghe idee" di persone. Bateman ne è consapevole e pensa che il suo essere segretamente un depravato omicida sia la sua forma di liberazione, l'unico modo per autodefinirsi, per darsi un'identità, e man mano che va avanti il film, comincia sempre di più a dubitarne, come fa lo spettatore. I delitti sono veri, o sono immaginari? E' davvero un serial killer? E il finale chiude perfettamente il tutto: confessa e non viene creduto. Piuttosto, non viene proprio ascoltato, tanto vapide e vuote sono le persone di cui si circonda, i suoi migliori amici, il suo stesso avvocato. Ed è lì che arriva alla conclusione che per quanto si sforzi, si impegni in depravazione, crudeltà, che non ha alcun modo di confermarsi, di trovare la propria identità, visto che quelli intorno a lui non hanno alcuna intenzione di starlo a sentire persino mentre confessa l'omicidio, e che si può considerare davvero un mostro solo se gli altri lo accettano in quanto tale. E comprende che è ininfluente se quello che ha fatto sia avvenuto realmente o meno, perchè è il mondo stesso intorno a lui a privarlo di quella catarsi, di quell'affermazione di individualità a cui lui tanto anela. Ha compreso che in realtà è veramente identico a tutti gli altri, ed è questa realizzazione la sua "pena", il "dolore" che vuol condividere con tutti. Alla fine, tutte le sue azioni si sono rivelate completamente superflue.

Che film hai visto, scusa?