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Ho le Palle Piene
Kreezer, travolto dall’attacco, si domandò: «Ma da dove sbucano oggi tutti questi tizi straordinariamente forti?!» Era costretto ad aumentare ancora una volta la percentuale di potenza da cui attingere.
Piccolo approfittò di quel frangente per infliggere una ginocchiata al bambino alieno all’altezza del ventre, facendolo capitombolare all’indietro di alcuni metri, per poi attaccarlo con ripetuta ferocia con una raffica di numerosissimi pugni e calci feroci, senza concedergli respiro. Il nipote di Cooler ebbe la sveltezza di balzare fra un pugno e l’altro e di sferrare un doppio calcio a gambe giunte all’altezza del diaframma di Piccolo; quest’ultimo sulle prime tentò di resistere senza indietreggiare, nonostante le gambe del ragazzino premessero sul petto del namecciano quasi volessero sfondarglielo per traforarlo fino alla schiena. Kreezer cominciò ad alternare calci sferrati al petto a velocità ancora superiore: stavolta Piccolo, per non rischiare di farsi sfondare il torace, indietreggiò. Necessitava di un espediente per interrompere l’offensiva del piccolo alieno: gli puntò addosso gli occhi e sparò due raggi energetici. «Questo so farlo anch’io!» gridò Kreezer, ripetendo a sua volta quell’attacco di raggi rossicci dagli occhi. “Maledizione…! È solo un moccioso, ma quanto a tecniche non ha nulla da invidiare al padre…” imprecò tra sé il guerriero namecciano. «Kreezer…» ansimò «chi ti ha insegnato a combattere in questo modo?» chiese Piccolo, nel tentativo di riprendere respiro apprendendo qualcosa di più sui nuovi nemici. «In parte mio papà, ma soprattutto mio zio, di recente …» spiegò in breve Kreezer con un sorrisino presuntuoso. “Anche questo Cooler deve essere letale quanto suo fratello, se non peggio… sono entrambi a livelli di abilità paurosi!” fu la deduzione di Piccolo.
«Per esempio, lo zio mi ha spiegato che alle volte i deboli plebei cercano di intavolare discussioni apposta per far perdere tempo alla gente seria come noi! E siccome ho capito che stai cercando di fare lo stesso, non te ne darò la possibilità!» Inutile specificare quanto fosse orgoglioso Cooler nell’ascoltare il nipote parlare come lui: gli insegnamenti stavano dando ottimi frutti. Kreezer mise in atto i suoi propositi: levitò nuovamente all’attacco a testa bassa, con un’agilità inattesa, intenzionato a prendere a testate il nemico. Piccolo, preso in contropiede da quell’accelerazione, liberò completamente la propria aura a scopo difensivo, scatenando contro il ragazzino una sorta di ventata energetica; il figlio di Freezer non si perse d’animo, aumentò la propria forza e, contrastando la difesa del maestro di Gohan, lo attaccò come un rinoceronte con una sequenza di una, due, tre capocciate al petto e, salendo, al mento. Piccolo si sbilanciò e cadde indietro dopo un volo di alcuni metri; Kreezer volle cogliere l’occasione di quella posizione supina. Unendo le manine in una martellata, il ragazzino alieno gli frantumò il ginocchio. Al crack della rottura si accompagnò l’urlo disumano di dolore di Piccolo: adesso lo stinco era ruotato in maniera innaturale. «Maledizione… Piccolo…!» sibilò Gohan con un filo di voce, seguendo lo straziante martirio del suo maestro.
«Eheheh…» sghignazzò il nipote di Cooler. «E il premio del migliore urlo di dolore del giorno va a… il rompi-scatole dalla pelle verde! Voglio vedere come farai a rialzarti con la zampa a penzoloni!»
Piccolo guardò con odio quella piccola peste che lo stava mettendo in difficoltà in quel modo. Poi si infilzò le nere unghie della mano nella coscia e se la mozzò con sofferenza, gettandola via con tutta la stoffa viola che la rivestiva, sotto lo sguardo attonito dell’avversario. Senza esitare, dal moncherino di coscia che gli era rimasto rigenerò una nuova gamba. «Figata! Mi ricordi degli animaletti che vivono sul mio pianeta… anche a loro spezzo le zampine; poi, per evitare che se le facciano ricrescere, sai che faccio?? Gli spacco la testolina! Ti sarà anche ricresciuta la gamba, ma le tue energie non si rigenerano così facilmente, eh?!»
«Curioso…» commentò il guerriero dalla pelle verde rialzandosi. «Anche tuo padre una volta mi disse una cosa simile…» Per l’esattezza, quell’osservazione era stata fatta da Freezer a Nail, i cui ricordi continuavano a conservarsi anni dopo, nella mente di Piccolo.
«Dunque confessi! Anche tu hai cospirato contro di lui, come se non bastasse il fatto di aver ostacolato me e mio zio quest’oggi! Motivo in più per ammazzarti!» esclamò il ragazzino, avventandosi su Piccolo a gamba tesa.
Jiaozi si era portato nei pressi di questo scontro; adesso, da dietro un costone roccioso, con la telepatia contattò il figlio di Goku: “Gohan, mi senti? Sono io, Jiaozi!”
“D-dove sei? chiese Gohan, appoggiato alla roccia, volgendo la testa come un fantoccio inerme.
“Sono qua… dietro la roccia alla tua sinistra…” disse, sporgendo la testolina. Inorridì al vedere che Gohan era pieno di graffi, croste di sangue rappreso e crosticine di varie dimensioni. “Ti ho portato un paio di senzu… potresti venire qua a prenderteli?”
“Magari potessi…! Sono tutto ammaccato, per non dire stremato… Dentro mi sento peggio di come si vede da fuori…”
Jiaozi, titubante, preferì rimanere nascosto, consegnando al ragazzino i due magici semi facendoli fluttuare mediante la telecinesi: «Scusa se non mi avvicino, ma… i parenti di Freezer mi fanno tanta paura…»
«Non preoccuparti!» sdrammatizzò Gohan che, grazie al fagiolo, aveva riacquistato piena forza e salute, diventando ancora più forte di prima, grazie al suo retaggio Saiyan. «Vai pure, Jiaozi! Sei stato gentile ed in gamba!» Era giunto di nuovo il momento di tornare in campo.
Ormai Piccolo non riusciva più a tenere testa all’escalation di potenza del figlioletto di Freezer, cosa di cui si rese conto anche l’avversario: «Più di così non sai fare, eh? Sei arrivato al limite della tua forza! Altrimenti, se potessi, aumenteresti il tuo livello per resistere e rispondere ai miei attacchi…» Piccolo ringhiava, frustrato per la vergogna di aver realizzato che c’erano tutti i presupposti per una sua prossima sconfitta.
«Ottime notizie, gigante verde! Mi dispiace per te: eri così determinato quando sei comparso, ma hai falli-to… Ho fatto i miei calcoli: con metà della mia forza totale ti supero, quindi basterà un po’ più della metà per porre fine alla tua esistenza!»
«Co-cosa?? Solo metà della forza totale??» ripeté Piccolo, con lo sgomento in viso, che lo faceva somigliare ad un grottesco gargoyle. “Dunque questa razza di mostri ha un’innata potenza fuori scala… non hanno bisogno di allenamenti speciali per potenziarsi: a loro basta seguire il normale sviluppo fisico…”
«Esatto! Eheheh… Vedi, sono queste le facce che piacciono a me: quelle che trasudano terrore! In questo dovresti prendere esempio dal tuo maestro, Gohan… Non capisco come mai voialtri vi azzardiate ad agire con tanta spavalderia, se non sapete nemmeno a cosa andate incontro… temerari!» esclamò, voltandosi verso il piccolo Saiyan. Ciò che vide lo sorprese: «Ma sei di nuovo in piedi?? E tutte le ferite che ti avevo regalato??»
«Magia… sono guarito.» annunciò Gohan recuperando il suo sorriso determinato. «Sono pronto a combattere al fianco di Piccolo… Stavolta ti sconfiggeremo!»
Il combattimento era ad un nuovo punto di svolta, quando l’allievo e il maestro avvertirono una nuova aura approssimarsi dal campo di battaglia: Vegeta, allontanatosi in quel momento da Crilin, Kodinya e gli altri, nel giro di qualche secondo si era catapultato nell’altro campo di battaglia, quello più interessante per lui, dove avrebbe trovato, oltre a Piccolo e Gohan, anche il figlio e il fratello del suo detestato aguzzino.
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