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Yay
Nel frattempo, alla Kame House, Radish ha rapito Gohan e se n’è andato dall’isola imponendo al fratello un terribile riscatto: uccidere cento terrestri entro il giorno seguente.
«Maledizione!» Goku colpisce il terreno con le mani chiuse a pugno. «La coda sarebbe il suo punto debole, ma da solo non posso riuscire a prendergliela!»
«Possiamo aiutarti noi» dice Crilin. «Lo terremo distratto e tu gliel’afferrerai.»
«Giusto, proveremo a darti una mano» interviene Muten.
«Ma come farete a rintracciarlo?» domanda Bulma.
Goku si volta verso di lei. «Hai il radar del drago?»
Bulma. «Giusto! La sfera dalle quattro stelle sul cappellino di Gohan!»
«Sì, ma hai il radar del drago?»
«Ovviamente.» Bulma lo estrae e lo consegna all’amico.
Goku si gratta la testa. «Urca, io l’avevo chiesto solo per sicurezza, non pensavo che ce l’avessi davvero qui! Insomma, che te ne fai?»
Bulma diventa rossa. «Affari miei!»
Crilin si mette a sghignazzare. «Scommetto che volevi radunare le sfere per esprimere un desiderio di consolazione per aver litigato con Yamcha.»
Il volto della donna s’infiamma. «Beh, si dia il caso che io in tutti questi anni non abbia ancora espresso il mio vero desiderio!»
Goku sbatte le palpebre. «Uh, davvero? In effetti una montagna di fragole è un ottimo modo per consolarsi!»
«Non quel desiderio, idiota!» sbotta Bulma. «E poi, scusate, ma vi sembra il caso di chiedermi queste cose ora? Non avremmo qualcosa di più importante a cui pensare, per esempio un fratello malvagio sbucato dal nulla che ha rapito un bambino e vuole sterminare tutti i terrestri?»
«In effetti hai ragione» dice Goku. «Meglio darsi una mossa.» Alza lo sguardo al cielo e chiama la nuvola d’oro.
Crilin guarda Bulma. «Se dovessimo morire, ci resusciterai con le sfere del drago?»
«Certo» risponde la donna.
Il pelato inarca un sopracciglio. «Ehm, noi per te abbiamo la priorità rispetto al tuo desiderio, vero?»
«Insomma, fidatevi! Vi farò tornare in vita sicuramente» dice Bulma. “Ma deciderò io quando”, pensa.
«Mi dispiace, ragazzi,» interviene Goku, «Dio mi ha detto che il drago non può esprimere due volte lo stesso desiderio. Voi siete già morti, dunque non potrete più tornare in vita.»
«Eh?!» Il corpo di Crilin si pietrifica.
«Mi aiuterai lo stesso, vero?»
Crilin non si muove.
«Ehi, ci sei?»
Crilin non si muove.
«Amico?»
Crilin torna in sé. «M-ma certo, non c’è neanche bisogno di chiederlo!» esclama, e si gratta la testa ridendo in modo nervoso.
«Sicuro?» domanda Goku perplesso.
«Sicurissimo!»
«Bene, allora andiamo!» esclama il saiyan, e sale sulla nuvola in attesa degli altri.
Bulma lancia una capsula a terra facendo uscire un jet volante. Lei e Muten salgono subito, mentre Crilin si blocca davanti alla portiera.
«Che c’è?» gli chiede il vecchio maestro.
Crilin si guarda intorno. «Non so perché, ma ho l’impressione che a questo punto sarebbe dovuto arrivare un nuovo alleato fortissimo.»
Muten sospira. «Senti, Crilin, lo so che io e te non ce la faremo mai, ma questa è la scusa peggiore che abbia mai sentito per disertare una lotta.»
Crilin stringe i pugni. «Uffa.»
Nella solitudine del grande deserto, i lamenti di un guerriero dalla pelle verde si mescolano al vento.
«Maledetto essere dai capelli a istrice, giuro che appena mi riprendo ti ammazzo, a costo di dovermi alleare con Goku!» Piccolo guarda il proprio corpo agonizzante a terra. «Dannazione, ma quanto ci mettono ‘ste ferite a guarire?»
Muten esce dal jet volante e mette una mano sulla spalla di Crilin. «Senti, figliolo, capisco che tu non ne abbia minimamente voglia, ma dato che finiremo comunque ammazzati, non potresti quantomeno far finta di voler combattere al fianco del tuo migliore amico?»
Crilin sbuffa. «Eh, la fai facile tu, tanto ormai la tua vita l’hai vissuta! Io invece ho ancora un’intera esistenza davanti!»
Muten sorride. «E dai, Crilin, parliamoci chiaro: che esistenza pensi di avere?» gli chiede. «Suvvia, pensaci un po’: non hai niente da perdere, lo sai benissimo. Cosa vuoi mai che ti riservi il futuro di tanto eccitante?»
La ragazza bionda esce dalla doccia e indossa un accappatoio.
«Hai sentito, sorellina?» le dice il fratello entrando in bagno. «Il dottor Gero ci doterà di energia inesauribile!»
«Davvero?» La ragazza scruta il suo corpo sotto il panno. «Questo significa che potrò…»
«Combattere all’infinito, esatto!»
«Non stavo pensando proprio a quello, ma immagino che sia lo scopo principale.»
Il fratello inarca un sopracciglio. «A volte sei davvero pervertita, sai?»
Crilin fa un lungo sospiro. «Hai ragione, maestro, la vita non mi riserverà nulla di buono. Userò le mie capacità per combattere fino all’ultimo contro il male.»
«Questo è il mio ragazzo!» esclama Muten. «Coraggio, sali a bordo!»
«E-ehm.» Bulma dà un colpo di tosse. «Scusate se ve lo faccio notare, ma mentre voi continuavate a discutere Goku se n’è andato da solo.»
I due puntano gli occhi verso il cielo.
«Quel ragazzo è sempre impaziente di combattere» dice Muten.
In una landa mite e pacifica, dove il sole splende nel cielo, le margherite fioriscono nel prato, le caprette ti fanno ciao e il pulcino pio, e il pulcino pio, e il pulcino pio, e il pulcino pio…
«Ebbasta!» Radish disintegra il volatile con un ki blast. «Ho capito che prima o poi sarebbe morto comunque, ma è la cosa più fastidiosa che abbia mai sentito!»
Il piccolo Gohan, poco lontano, osserva la scena con gli occhi spalancati.
«Che hai da guardare, moccioso?» gli chiede Radish.
«Ha ucciso un essere innocente, signore» risponde il bambino.
«Sì, lo faccio da quando sono nato. La cosa ti disturba?»
Gohan non risponde.
Radish si porta una mano al mento e lo scruta con attenzione. «Sai, ho come l’impressione che ci sia qualcosa di strano in te. Io ti ho rapito con la forza e ti ho dato prova della mia potenza, quindi perché non stai piangendo come tutti i mocciosi?»
«Perché ho letto molti libri, signore» risponde il bambino. «La mamma dice che gli altri bambini di solito ci cascano, ma io so che non ho nulla da temere.»
Radish inarca un sopracciglio. «Sui libri c’è scritto di non aver paura di me?»
«No, c’è scritto che lei non esiste.»
«Eh?!»
«È vero, signor Babbo Natale.»
Radish si sbatte una mano sulla fronte.
«Non ha detto di chiamarsi così, signore?»
«Maledizione. Capisco da chi hai ereditato il cervello tu, ma da chi l’ha preso tuo padre?»
Gohan solleva il dito indice. «D’altronde è ovvio che quella di Babbo Natale sia solo una tradizione, dato che non è possibile che lui riesca in una notte a volare per il mondo intero.»
Radish torna a fissarlo. «Non è possibile, dici? Tsk! E io cos’ho appena fatto, scusa? Ho percorso un sacco di chilometri in pochissimo tempo, quindi è ovvio che avendo addirittura un’intera notte potrei percorrere ogni zona del pianeta!»
Gohan sbarra gli occhi. «Questo vuol dire che… Babbo Natale esiste, e io sono stato rapito da lui!» Il bambino scoppia a piangere in modo rumoroso.
«Piantala, maledetto moccioso!» Radish lo afferra dietro il collo e lo rinchiude nella navicella. «Per la coda di tua nonna, era meglio non rivolgerti la parola!»
Il saiyan puro si allontana di qualche passo, quando lo scouter inizia a suonare. «Ma cosa…?!» esclama, e si volta con gli occhi sbarrati nella direzione in cui si trova il suo mezzo. «Forza combattiva 710?! Com’è possibile?» Radish si avvicina all’oblò e vede che il bambino sta imprecando contro una console portatile. «Che idiota, mi sono spaventato per niente. Ovviamente questo scouter è rotto» dice, e si tasta l’oggetto all’occhio. «Figuriamoci se quel moccioso è in grado di scatenare una forza simile solo per essersi arrabbiato con un videogioco.» Apre la navicella e scruta il bambino.
«Ha bisogno, signore?» gli dice Gohan.
Radish osserva quello che ha in mano. «A che diamine stai giocando?»
Il piccolo sorride. «English Learning. È molto divertente, ma quando non riconosce le lettere fa davvero innervosire.»
«Che schifo, non hai qualcos’altro?»
«Sì, ho anche il gioco dei cruciverba.»
«Qualche picchiaduro?»
Gohan spalanca gli occhi. «Assolutamente no, signore! La mamma non vuole che veda degli scontri di arti marziali, né veri né finti!»
Radish sbuffa. «Che seccatura. Per passarmi il tempo volevo proporti di scambiare la tua console con il mio scouter rotto, ma vedo che non è una buona idea.»
«Perché no, signore? Con English Learning il tempo vola!»
«Tsk. Lascia stare, piuttosto dammi il gioco dei cruciverba.» Radish sta per togliersi lo scouter dall’orecchio, quando questo capta un livello potente. «E adesso che succede? Maledizione, l’ho detto che è rotto.»
Poco dopo, non molto lontano, si sente gridare: «Dove sei, Babbo Natale? Vieni fuori se ne hai il coraggio!»
Radish sospira. «Io sono figlio unico.»
Son Goku, appena atterrato nella zona desolata, si guarda intorno con apprensione.
«Sono qui, idiota» gli dice Radish raggiungendolo.
Goku lo fissa stringendo i pugni. «Maledetto! Dove hai nascosto mio figlio?»
Radish scoppia in una sonora risata. «Cioè, fammi capire, e secondo te dovrei pure dirtelo? Ma dai, Kakaroth, potrei mai essere così stupido?» dice, e continua a ridere. «Comunque l’ho rinchiuso nella navicella.»
«Grazie.» Goku si avvicina al luogo in cui si trova Gohan e lo rincuora.
«Allora, Kakaroth, si può sapere cosa sei venuto a fare? Hai già ammazzato i cento abitanti di questo pianeta chiamato…»
«Terra!»
«E dai, magari stavolta mi sarebbe venuto in mente! Comunque, li hai ammazzati?»
Goku torna di fronte al fratello e si mette in posizione da combattimento. «Mi sembrava di averti già detto che non ho intenzione di uccidere persone innocenti.»
«D’accordo, allora muori!» Radish si lancia verso di lui con un balzo, ma il fratello mette una mano tesa davanti a sé.
«Alt! Stop! Aspetta!»
Il saiyan maggiore si blocca a mezz’aria. «Beh, che c’è?»
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