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Senior Member
Si ritrovarono in un percorso scavato dal torrente, con sopra il cielo scoperto. Al di sopra una roccia sconnessa, una ragazzina tentava di tenersi lontana dall’enorme cinghiale che stava tentando di afferrarla. Griff era divertito dall’immagine, ma non sembrava lo stesso di Kaim.
<<Pare che i banditi quindi siano uomini e donne, con tanto di marmocchi. Come ci muoviamo?>>
Kaim rispose subito <<Anche loro l’hanno sentita, abbiamo poco tempo.>>
<<Vuoi salvarla per davvero quindi?>>
<<No,>> disse Kaim alzandosi e raccogliendo un sasso <<voglio un ostaggio.>>
Griff capì, sguainando il suo arco e inarcando una freccia. Kaim uscì dalla radura e lanciò il sasso in direzione dell’animale. L’idea funzionò e il cinghiale notò il nuovo ospite. Dopo diversi passi laterali, partì alla carica verso Kaim. Griff teneva mirata la testa di quell’animale prima ancora che Kaim lo notasse, ma in quella situazione colse un’opportunità.
“Se lo lascio subire l’attacco, anche solo per un attimo, forse potrò risolvere subito questa vicenda”, pensò. Il cinghiale si stava avvicinando pericolosamente, mancava pochissimo. Griff ripensò alle parole di Lord Arsieus e al patto stretto, all’aquila e al brutto risveglio che Kaim gli procurò quella mattina. “Una ferita, una semplice ferita innocente che basterà a coprire la storia”.
La freccia schioccò e la testa del cinghiale sobbalzò all’indietro, facendo rotolare la carcassa di poco in avanti.
<<Sia tu maledetto Kaim Argonar, non ti faccio ferire con un’orda di nemici alle spalle.>> disse sotto voce. Kaim scattò subito verso la ragazza -che evidentemente non capiva cosa stesse succedendo- e la prese in braccio col pugnale puntato alla gola. Griff era già sopra l’animale morto ad estrarre e tendere la freccia verso i nemici invisibili, nascosti nella radura.
<<No, ve ne prego, non fatele del male.>> si udì provenire dagli alberi. Griff aveva conosciuto altre famiglie di mercenari ed era conscio che alla prima occasione sarebbero stati trucidati. La bambina era un’ottima risorsa per il guaio in cui si trovavano.
<<Uscite dagli alberi, lentamente.>> disse Kaim a voce alta. Non vi fu risposta, solo un tripudio di passi. Griff fu sorpreso nel vedere persone anziane e bambini, mentre Kaim non sembrava toccato dalla cosa.
<<Siamo solo noi, non siamo armati. Ora vi prego, lasciate andare la ragazza, non vi ha fatto alcun torto.>> disse un vecchio col bastone, probabilmente lo stesso che aveva parlato prima.
<<Siamo alla ricerca di un gruppo di banditi. Come saprete gli accessi alla Foresta Fredda sono stati chiusi per colpa degli attacchi alle carovane. Ho un mandato da parte di Lord Arsieus, vostro signore e reggente di Boletaria, quindi se avete delle informazioni, dovete darcele subito.>> rispose Kaim.
Il vecchio parve turbato <<Che razza di Soldato è quello che sfrutta una povera fanciulla come ostaggio? Noi non siamo vostri nemici, né del Reggente; siamo solo desiderosi di una vita pacifica.>>
<<E io non sono un Soldato né vostro amico, quindi non pensiate abbia doveri morali verso della gente che non accetta i dettami del proprio signore.>>
Ci fu del silenzio.
Griff era rimasto ad osservare la scena perplesso, chiedendosi cosa avesse in mente il suo compagno. Decise infine di intervenire, abbassando l’arco e mettendosi in mezzo ai due fronti.
<<Ho come l’impressione sia in corso un enorme malinteso. Il mio compagno e io temevamo foste dei banditi, la ragazza è stata presa solo per essere protetta.>> tentò quasi invano Griff, subito atterrato dalle facce perplesse degli anziani e dalla sua stupidità. Ritentò
<<Perché avremmo ucciso il cinghiale altrimenti? Ho scoccato io la freccia che l’ha trafitto ed è stato il mio valoroso compagno a rischiare la vita nel fare da esca.>> ma a quel punto aveva finito di osservare quelle persone. Nessuno di loro era armato, tentare di giustificarsi con degli innocui decrepiti era come andare a pregare per i propri peccati da un sacerdote. Guardò Kaim, facendogli un cenno con la faccia.
Kaim lasciò la presa, permettendo alla ragazzina spaventata di correre dalla sua gente.
<<Scelta gradita mio signore.>> disse titubante il vecchio, che dopo una leggera pausa proseguì <<Mi permetta di invitarla a cena, anche il suo compagno se lo aggrada. Abbiamo molto di cui parlare e un cinghiale prelibato da condividere.>>
Kaim non disse niente e Griff si limitò ad annuire con una scrollata di spalle, ancora confuso da quegli ultimi e goffi avvenimenti. Guardinghi, vennero accompagnati alle dimore.
Pareva che un tempo lontano fossero stati abitanti di altri villaggi, ma che stanchi di non avere certe libertà si fossero trasferiti alla Foresta Fredda nel tentativo di vivere isolati e sconosciuti ai più. Griff dubitava che Arsieus ignorasse una cosa del genere, da reggente qual era.
Le capanne erano ben costruite, con legno e corteccia, tanto che Griff si chiedeva da quanto tempo si trovassero lì visto che probabilmente le avevano costruite da giovani. Lo spiazzo era senz’alberi e si affacciava ad una parete rocciosa, rimasuglio di una cascata dimenticata. Vennero portati nella capanna più grande a destra del tempio usata per le riunioni delle famiglie, a detta di una vecchia. Gli interni si rivelavano ordinati e confortevoli, con camini sempre accesi e arredamenti rustici accompagnati da animali imbalsamati qua e là per addolcirne l’atmosfera.
La cena era semplice, principalmente a base di cinghiale.
Zuppa di cinghiale, costolette di cinghiale e pasticcio al vapore.
Di cinghiale.
A Griff sembrava che non volessero dargli niente di loro, che quel cinghiale offerto sotto ogni pasto fosse una chiara minaccia, e che in ogni caso la portata delle palle di cinghiale preferiva non assaggiarla. Quando qualcuno ospitava sotto il proprio tetto e offriva il proprio cibo, c’era un dovere di ospitalità agli occhi degli dei, Griff tentava di non dimenticarsene. In compenso la bevanda di Osmund, il vecchio col bastone, lo stava beando. Osmund se ne vantava dicendo che fosse una sua complessa creazione, piuttosto semplice al palato di Griff invero, che riconobbe succo d’uva mischiato alle foglie di Satin, molto masticate dai vecchi bracconieri. Per quanto apprezzabile però, trovava quella bevanda terribilmente amara.
<<E così, quando quel soldato prese a schiaffi la ragazzina, non riuscii più a trattenermi, e per quanto candida fosse la bocca di quella fanciulla, dovetti intervenire.>>
<<In quale modo l’aiutasti?>> chiese una giovane dagli occhi azzurri, incuriosita come un’infante.
<<Presi quel porco per i capelli e lo gettai a culo all’aria. A turno, tutte le ragazze del bordello gli diedero un calcio sulle palle.>>
<<Oh. Ma questo bordello di cui vai parlando, cos’è realmente?>>
Griff venne colto alla sprovvista <<Si può dire che le donne siano dei fiori e che la loro vista aggradi il mondo in presenza uomini, col loro profumo e la loro bellezza. Ma non tutte hanno la possibilità di vivere in un semplice campo d’erba, e a volte capita di dover sopravvivere nel fango.>> rise inutilmente cercando intesa con gli anziani intorno.
Osmund si intromise nel discorso <<Non vediamo molta gente passare da queste parti. Principalmente cacciatori e sbandati ma si tengono tutti lontani.>> disse a Griff, preso evidentemente in simpatia. Kaim era in disparte, appoggiato in piedi alla finestra.
<<Be’ siete molto isolati, direi quasi nascosti. Ho viaggiato spesso intorno ai regni per lavoro e sono sempre incappato in piccoli insediamenti come i vostri, nascosti chissà dove per evadere le tasse e le leggi.>> rispose notando come le giovani fanciulle del villaggio fossero affascinate dalle sue storie. Kaim quel giorno era così silenzioso e distante che Griff poteva ammaliare, deflorare e abbandonare ognuna di loro senza che se ne accorgesse. Questo lo turbava.
<<Non si trattava di conio. In passato tutti noi abbiamo avuto delle perdite. Io ho perso uno dei miei due figli, divorato dalla guerra, e lo stesso vale per i Loer e i Karl. I Cattle invece si sono visti bruciare la fattoria dai briganti, senza mai ricevere l’aiuto richiesto al Reggente.>> gli rispose Osmund.
Una signora anziana s’intromise <<Volevamo soltanto vivere in pace e lontani da tutti i problemi che riguardavano Boletaria. Essere abitanti del regno di Mezzo ha il suo prezzo.>>
<<Ma quindi da quanto tempo vivete qui? Avete parlato di guerra, e l’ultima di cui ho memoria risale a più di 20 anni fa.>> chiese Griff.
Osmund, dall’alto della sua barba bianca rispose <<Io e mio figlio Reynald prestammo servizio come soldati 23 anni fa, durante la guerra del Sale e del Grano.>>
Ultima modifica di Dargil; 06-12-2012 alle 17:34
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