I pochi sopravvissuti -prima di morire- raccontavano di interi gruppi di nemici, altri ancora di un essere mostruoso grande quanto due cavalli, con storie che avevano in comune solo le scarse informazioni e le prove praticamente nulle, che fecero decidere ad Arsieus di mandare un semplice manipolo di mercenari. Il primo nome tirato in ballo fu ovviamente quello di Kaim Argonar, noto in tutti e due i Regni e Mezzo per le sue capacità di spadaccino, terrore di qualsiasi bandito conoscesse anche solo quanto fosse crudele con la spada. Quel bastardo aveva affrontato più missioni di quanti fossero i 279 anni Dopo Nascita, perché convocare anche Griff allora? “Per fare da scudo” pensò ironicamente la prima volta il mercenario, che non vantava di nobili gesta e anzi, ancora vivido era il ricordo di quell’incidente al bordello coi Soldati Salamanca, guardia scelta di Arsieus.
Eppure c’era qualcos’altro. Qualcosa di importante che poteva eseguire soltanto un mercenario scaltro e leggiadro come lui.

<<Dobbiamo proprio avere tutta questa fretta? Questo è l’ultimo villaggio prima della Foresta Fredda e ho sentito che lì ci abita solo una coppia di vecchi. Le donne troppo anziane non mi sono mai piaciute, permettimi almeno di divertirmi qui, visto che con gli altri villaggi ti ho assecondato.>> ammiccò Griff.
<<Resta pure se vuoi, io partirò e con me anche la tua parte di ricompensa. Non ci hanno chiesto di fare sodalizi coi villaggi quando abbiamo una missione da compiere.>>
<<Tutti i passaggi della Foresta Fredda sono stati chiusi, nessuno rischierà la vita o mio prode Kaim, perché tanta fretta mi chiedo? Non sono abituato a lavorare così, nei pressi di Ashmark venivo accolto da giovani ragazze lordate di vino durante i miei viaggi.>>
Kaim lo guardò in faccia <<Allora farai meglio a cambiare le tue abitudini. Quando mi danno un lavoro lo eseguo all’istante, mettendo da parte i miei interessi, altrimenti oggi non sarei qui ad annoiarmi con i tuoi discorsi.>>concluse -fermandosi a pensarci un attimo-, per poi andarsene scuotendo la testa a parlare con le guardie che sbarravano l’ingresso della foresta.
Griff era contrariato ma allo stesso tempo divertito; sapeva di non avere voce in capitolo, in quanto seconda scelta, ma irritare Kaim lo divertiva troppo. Doveva comunque mantenere un basso profilo e seguire il suo ruolo, che gli avrebbe valso una ricompensa molto più grossa di quanto avesse mai potuto sperare.

Andò dietro Kaim. Portava una tunica al di sopra d’un’armatura tanto appariscente -per via delle incisioni- quanto spezzettata. Busto e braccio destro ricoperti, mentre lo spallaccio era posizionato in quello sinistro. Gamba destra coperta solo nell’estremità inferiore partendo dal ginocchio, quella sinistra per intero. Aveva anche un’arma, ma non faceva parte di nessuna delle armerie dei due Regni e Mezzo. Una volta, giocando a dadi con dei mercenari, Griff scoprì che Kaim proveniva da oltre il mare aperto, dall’altra parte del mondo. A Griff non interessava conoscere nuovi mondi, ma sapere chi era il fabbro capace di forgiare una tale lama. Non era come le armi normali, appuntite e pesanti, ma ricurva e sottile, lunga mezzo piede in più di una spada e con un’elsa troppo simile al fodero. La portava dietro la schiena, appoggiata di fianco verso sinistra.
Le guardie fissavano il compagno con rispetto e ci conversavano pacatamente, mentre la sola vista di Griff li fece tornare i cani rabbiosi e violenti che erano realmente.
<<Mi stavo quasi dimenticando che avessero mandato anche Griff. E’ stato solo grazie a Ser Kaim che mi sono accorto della tua presenza, per quanto il tanfo sia difficile da evitare. Non sapevo facessi parlare gli altri a tuo nome, hai per caso perso la lingua?>> disse uno di loro, sghignazzando col compagno che lanciava sguardi di approvazione.
Griff era euforico <<Oh no. E’ che dopo aver fatto quel lavoretto a vostra madre ho ancora la bocca piena di peli, sono sicuro che comprenderete.>> rispose, guardandolo dritto in faccia ed assistendo al totale cambio di espressione.
<<Te lo insegno io a parlarmi così, mi devi la tua testa da quando hai osato farmi quel torto al bordello>> fece per portare la mano all’arma.
<<Basta così, avete altri ratti a cui abbaiare.>> disse Kaim divertito <<Entro due, massimo tre giorni avremo finito. Preparate una scorta e un medico al nostro ritorno, nel caso trovassimo dei feriti o peggio ancora lo diventassimo noi stessi. Andiamo, Griff.>>

Le guardie li fecero passare, non senza risparmiare occhiate minacciose nei confronti di Griff, che rise ad entrambe quelle facce buffe. Erano situazioni come quelle che gli ricordavano perché, bene o male, Kaim gli piacesse.

Il miglior mercenario dei due Regni e Mezzo ragionava come lui.



Il Cavaliere Errante

Kaim aveva attraversato diversi luoghi considerati magici, e la Foresta Fredda lo incuriosiva proprio perché non veniva riconosciuta come tale. Aveva esplorato confini sconosciuti al più attento dei cacciatori, trovato tesori ritenuti leggendari e visitato quello che veniva considerato il cratere del meteorite, ma nulla di magico giaceva in quei luoghi se non nelle fantasie di chi ne parlava. La Foresta Fredda era diversa, dove estate o primavera che fosse, il gelo era perenne. Si trovava ai piedi di una montagna innevata senza un nome preciso -forse Lars a detta dei contadini- che si diceva fosse abitata dai cannibali, quando tutto quello che Kaim trovò furono dei selvaggi spaventati che si nutrivano di carogne e del proprio piscio. Essendo la montagna prevalentemente innevata, con frequenti tempeste di neve accompagnate da venti burrascosi, il dubbio poteva sparire. Ma questo non era abbastanza per spiegare l’esistenza delle lievi coltri di gelo che ricoprivano gli alberi, o la tagliente rugiada congelata che decorava i margini della strada asciutta.
“Almeno il panorama è di belle vedute” pensò Kaim.

<<Sto detestando questo luogo più di un monastero>> lamentò Griff. Quel personaggio era buffo agli occhi di Kaim. Lo rispettava come mercenario, ma come persona era fastidiosa. Aveva lavorato in coppia con tanti altri mercenari, alcuni ancora imberbi, e di Griff ce n’erano stati tanti. Ma il pensiero che questo gli nascondesse qualcosa aveva iniziato a tormentarlo da quando Arieus glielo aveva presentato. Si chiese se anche i suoi vecchi compagni si stessero trovando in una situazione simile, e rise tra sé al pensiero delle sue vecchie conoscenze, lasciate dall’altra parte del mondo.
<<Stai pensando a qualcosa?>> lo interruppe Griff.
<<Niente di particolare. Questo luogo è ostile solo per chi non sa adattarsi, ma si possono trarre diversi vantaggi una volta imparato l’ambiente.>>
<<Una fauna che non segue uno sviluppo costante e un freddo che ti stacca l’uccello non sono esattamente il mio concetto di vantaggio>> rise ad alta voce Griff.
<<In quel caso diventeresti una preda, se in giro ci fosse qualcuno capace di adattarsi meglio.>>
<<Saprei cavarmela. Come procediamo coi banditi?>>
Domanda giusta. Kaim aveva valutato diverse possibilità.
<<Per prima cosa ci accerteremo che i banditi siano tali. Le testimonianze sono discordanti e non abbiamo certezza di ciò che stiamo andando a cacciare. Proseguiremo per la strada principale per un altro paio di ore, dopo ci disperderemo nel bosco e da lì attenderemo la notte prima di cominciare a cercarne le tracce.>>
<<Non è propriamente facile individuare delle tracce al chiarore di luna, nemmeno per me.>>
<<Siamo contro degli spettri, dubito abbiamo altra scelta. Non è necessario trovare segni del loro passaggio ma piuttosto passare inosservati, così potremo dirigerci verso l’abitazione di cui mi hai parlato e ottenere informazioni.>>
<<Se davvero lì ci abitano dei vecchi allora temo saranno già stati fatti a pezzi.>>
<<Spero lo stesso.>>
Griff parve sorpreso <<Per quale ragione?>>
<<Se chiunque stiamo cercando li avesse saccheggiati o che altro, troveremmo più tracce di quante ce ne servissero.>>
<<Ci sarebbero molto più utili da vivi se proprio di informazioni vai parlando. Mai avrei immaginato che il prode Ser Kaim fosse così barbaro>> concluse ridendo maliziosamente.
Kaim si fermò <<Barbaro? Sto facendo il mio lavoro e cerco di farlo nel modo migliore possibile. Non ho nulla contro quelle persone, non le conosco e la loro morte normalmente mi sarebbe indifferente. Ma se l’ipotesi avvenisse sarebbe un vantaggio per entrambi, con un lavoro più breve e meno uccelli tagliati.>> concluse per poi ripartire più agile di prima.
<<Certo, mio Lord, come dici tu>> concluse Griff col sorriso ancora in faccia.

Era stato cinque giorni prima che Arsieus glielo aveva presentato. Griff era un mercenario affidabile, ma fin troppo loquace per le situazioni in cui si trovava. Non se ne conoscevano le origini, e pareva avesse iniziato ad operare nella Bassa Lega, famoso porto di Rogver. Di conti in sospeso pareva ne avesse molti, uno in particolare dopo la lite in un bordello con le guardie Salamanca. C’era anche una certa famiglia -dei nobili vassalli dei Gwyn- che aveva messo una taglia sulla sua testa, ma questo risaliva a molto tempo prima.

Dopo diverse ore calò il buio ed esaminarono la parte sud-ovest del bosco. Ad esclusione di alcune gustose bacche luminescenti, non trovarono altro.