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SUFFERED CROSSROADS
«Go-han! Go-han! Go-han!»
La folla era in visibilio.
D’altronde, come biasimarla? Quell’edizione del torneo Tenkaichi fu a dir poco sensazionale. Sin dalle eliminatorie spiccarono per forza e destrezza numerosi combattenti di evidente talento: impossibile rimanere apatici di fronte allo spettacolo esibito dalle abilità difensive di Japan Shield, capace di incassare il più violento dei colpi senza accusare alcun dolore, né può passare inosservata l’estrema agilità di Rabbit Man, esile omuncolo in grado di evitare qualsiasi situazione spiacevole semplicemente saltando a più di venti metri d’altezza dal suolo. Per non parlare di Ugo, il cui solo pugno può mandare in frantumi un blocco di marmo spesso circa un metro.
Tuttavia, in fin dei conti, atleti del genere si potevano trovare ad ogni edizione del torneo.
Ciò che davvero rese memorabile quel Tenkaichi fu il suo scontro finale.
I combattenti che stavano contendendosi il titolo di campione del torneo d'arti marziali più famoso del globo se ne rimanevano immobili sul ring, uno di fronte all’altro, intenti a studiarsi vicendevolmente. Le urla degli spettatori non potevano distrarli; mantenere la concentrazione era fondamentale.
Le voci crebbero d’intensità.
«Go-han! Go-han! Go-han!»
Diamine, sono in evidente svantaggio. Che posso fare? pensava il giovane combattente con preoccupazione.
Erano passati parecchi minuti da quando il direttore di gara aveva sancito l’inizio della battaglia, e i due contendenti fornirono subito prova delle loro grandi capacità. Nessuno al mondo avrebbe negato che il vecchio Muten sarebbe giunto in finale e, infatti, la predizione si rivelò esatta; ma la vera sorpresa fu guardare quel giovane sconosciuto riuscire a tenergli testa. Il leggendario Eremita della Tartaruga non riusciva a sovrastare l’avversario come suo solito, anzi, sembrava decisamente impegnato nel menare pugni a destra e a manca e nello sfoderare ad ogni piè sospinto una nuova tecnica che Gohan puntualmente riusciva in qualche modo a contrastare. Il giovane riuscì persino a lanciare con disinvoltura una Kamehameha, sino ad allora rimasta un’esclusiva di Muten in persona.
Insomma, il pubblico provò un’istintiva simpatia per quel talentuoso ragazzo, tanto determinato da arrivare a mettere a rischio la corona d’imbattibilità del suo temibile avversario.
Ma le cose si stavano mettendo peggio di quanto apparisse per il nostro beniamino.
Gohan, in posizione di guardia, non staccava gli occhi di dosso al suo maestro, sperando che rimanesse anche lui immobile per qualche altra manciata di secondi, o almeno per quel tanto che bastasse a permettergli di riprendere fiato. Infatti, sebbene il giovane cercasse di non darlo a vedere, lo scontro l’aveva notevolmente sfiancato e dubitava di poter resistere ancora a lungo. Gli spettatori non sembravano essersi accorti di tali difficoltà, cosa presumibile dal fatto che continuavano ad incitare l’allievo come si fa con un probabile vincitore.
Devo trovare il modo di concludere alla svelta, rifletté fra sé e sé Gohan, o non avrò più alcuna speranza di poter sconfiggere il maestro. Molto bene, vorrà dire che utilizzerò nuovamente la Kamehameha, attingendo alle ultime energie che mi sono rimaste.
È ora di tentare il tutto per tutto; sta in guardia, maestro Muten!
Gohan congiunse i polsi, dopodiché ritrasse le braccia e si preparò all’attacco.
In quello stesso momento, vide qualcosa che lo turbò al punto da paralizzarlo dalla testa ai piedi.
Un piccolo volto fece capolino fra la folla di spettatori, alle spalle di Muten. V’era stampata un’espressione seria e composta, sebbene tutt’intorno si stesse dimenando una folla a dir poco esultante. Lunghi capelli dorati ricadevano su un paio di spalle delicate, e due grossi occhi verdi erano messi in risalto da folte ciglia corvine.
Una lacrima scivolò su una delle guance, prima che il viso sparisse nella confusione degli spalti.
Gohan non poteva credere a ciò che i suoi occhi avevano appena visto.
Ash…
Nel frattempo Muten, ormai consapevole del fatto che il suo allievo aveva intenzione di rompere la tregua cui erano giunti, non si perse d’animo ed assunse una posa alquanto inusuale. Le palme delle sue mani erano adagiate l’una sull’altra e poste di fronte al volto, come se stesse pregando, e lampi di luce scaturivano da tutte e dieci le dita a mo’ di saette.
«Sei stato un degno avversario, Gohan» gridò il vecchio nel tentativo di sovrastare gli schiamazzi della folla, «e devo ammettere che il mio corpo sta iniziando ad avvertire qualche accenno di fatica. Nessuno era mai riuscito a resistermi così a lungo, ragazzo mio, sono proprio fiero di te. Sappi che questo scontro non è altro che l’inizio del tuo percorso da guerriero: esistono innumerevoli individui più forti di entrambi noi due, e devi ancora maturare appieno le immense potenzialità di cui sei dotato. La via del combattente è senza fine, c’è sempre un margine di miglioramento a cui puntare, e non bisogna mai accontentarsi dei risultati raggiunti. Tienilo bene a mente.
«Per dimostrarti a cosa porta la vera perseverazione, non mi resta che sfoderare la mia tecnica migliore. È l’abilità a cui tengo di più, ottenuta dopo lunghissimi anni d'intenso allenamento. L’ho nascosta per molto, troppo tempo, ed è giunta l’ora di ridestarla dall’oblio in cui è caduta.
«Ecco, Gohan, il potere cui dovrai puntare in futuro!»
Ma il giovane atleta non stava neanche seguendo il filo del discorso.
Il suo sguardo era perso dietro le spalle del maestro, chissà dove in mezzo al pubblico.
Muten inarcò un sopracciglio, incuriosito, e si voltò. «Ma che diavolo stai guardando? Hai scorto una bella ragazza per caso? Dov’è? Dov’è, figliolo?»
Il mondo intorno a Gohan s’era ammutolito.
I suoi occhi si muovevano freneticamente in ogni direzione, alla ricerca della ragazza che poco prima era comparsa sulle gradinate dello stadio. Nient’altro contava in quel momento, tantomeno il blaterare del suo maestro.
Era davvero lei? No, non può essere…
Perché mai sarebbe dovuta arrivare sin qui? Non vorrà di certo rivedermi, considerando che sto prendendo parte ad un torneo di arti marziali. Uhm, non riesco a trovarla, devo averla immaginata. Dannazione, a quanto pare non riesco proprio a togliermela dalla testa…
Di fronte a Gohan, l’espressione di Muten si fece furibonda. Non c’era nessuna ragazza formosa sugli spalti.
«Non cercare di distrarmi con quel tuo atteggiamento incurante, non è così che eviterai lo scontro! Forza, combatti! Non ti ho insegnato a fuggire davanti ad un ostacolo, piuttosto affrontalo da uomo!»
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