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Obiezione!
Conan si fece indicare il domicilio del signore e fece partire il nastro della telecamera della strada. Si vedeva una grossa macchina nera infilarsi in un vialetto per poi sparire. L’orologio segnava le 14:00.
“Mezz’ora prima che arrivassimo noi”. Verso le 13:50 si vedeva la macchina nera di Okubo passare vicino alla macchina di Kawasagi, il signore scendere, prendere il polso dell’uomo e dopo essersi accorto della morte rientrare in macchina per non inquinare la scena.
“Coerente anche questo.”
Conan stava meditando sulle varie affermazioni.
Yamamura passò al terzo sospettato. L’uomo bonario, panzuto e simpatico.
Anche stavolta l’ispettore partì in quarta.
“Avanti, mi dica cosa sa. PERCHE’ LEI SA QUALCOSA,NO?” chiese Misao squadrando il signore.
“Beh…mi chiamo Kitori Agarachi e sono venuto qua per trovare mia nonna”
“Sua nonna! E come si chiama sua nonna?” Yamamura cercava di fare le domande prima di Ai.
“Juliana Agarachi” rispose l’uomo sorridendo.
Ai lo osservo attentamente e improvvisamente provò una voglia profonda di fuggire via mentre il suo cuore mancava qualche battito.
Quegli occhi erano indimenticabili.
Aveva trovato uno degli uomini in nero.
L’uomo aveva anche lui sentito un grande botto mentre era a casa della nonna e,affacciatosi alla finestra,aveva visto la carcassa del camion. Era corso fuori gridando aiuto ma in quella zona deserta non vi era un granchè quindi aveva cercato di calmarsi ed aspettare la polizia.
Guidava un furgoncino giallo nei nastri e lo si vedeva entrare da sua nonna alle 12:30 per poi uscirne trafelato alle 13:20.
“Dannazione, chi diavolo sarà stato a uccidere quei due poveretti? E cosa c’entrano gli uomini in nero dietro a tutto questo?” Il cervello di Conan era in subbuglio.
Ai, nel frattempo, si teneva per se quella sgradevole sensazione.
Prima di tutto voleva vedere se Conan capiva chi era il criminale e poi l’evento l’aveva troppo scossa per parlarne con qualcuno.
“Ricapitoliamo... nessuno di voi sembra aver avuto tempo materiale per sparare i colpi che sono stati necessari a far esplodere il camion” disse Yamamura, l’indice puntato al cielo.
“E fin qui siamo tutti d’accordo.” Sentenziò Goro alle spalle del poliziotto.
Yamamura si ringalluzzì ricevendo l’approvazione del detective.
“Ma cosa mi dite di un complice posizionato qui.” Yamamura si sistemò nel punto del giardino dove l’erba era carbonizzata. “che spara e fa il vostro sporco lavoro e poi BUUUUM” Yamamura si gettò per terra. “e l’esplosione lo fa volare via dove può scappare.”
“Ma per favore! Se l’esplosione lo avesse fatto volare via sarebbe morto sul colpo e non abbiamo trovato altri…CADAVERI!”
Conan capì improvvisamente la verità e tirò fuori l’orologio anestetizzante.
Avrebbe messo a dormire Yamamura. Era sicuro che Goro non si sarebbe accorto del trucchetto. Non era ancora sicuro del colpevole ma con un bluff ben riuscito…
Mentre stava per sparare il proiettile l’ispettore continuò a parlare.
“Ma se avesse avutoun complice robotico non sarebbe volato via. Sarebbe bastato smontarlo a tempo debito.”
Ai rise nervosa. Aveva sempre saputo che dietro l’idiozia molte volte si nasconde la genialità
Conan abbassò l’orologio narcotizzante. Yamamura l’aveva già sorpreso troppe volte oggi.
“Quindi in base a questo i vostri alibi sono inutili. Perché lo sparatore automatizzato è programmato per sparare come un cowboy all’ora determinata o al massimo si può attivare con un telecomando. L’esplosione lo fa volare via e i frammenti metallici partono ad una distanza incredibile causa la violenza dell’esplosione in modo che noi non li troviamo.”
“Ok! Io l’avrei chiamata torretta automatizzata ma il concetto è giusto.”
I tre sospettati erano allibiti dal discorso.
“Non so in base a quale criterio di stupidità ci sia arrivato ma il fatto che se un uomo avesse sparato a quella distanza sarebbe stato flagellato dal botto.” Conan sorrise.
“Ho telefonato a mia nonna un attimo fa e mi ha detto che non conosce nessuna Juliana che abita in questa zona.”
“Ok, siamo di nuovo caduti in basso. “
“Quindi il colpevole è senza dubbio lei, signor Atarachi.” Il dito di Yamamura puntava verso il panzuto.
“Sì,certo che il colpevole è lui ma non per quel motivo. Tua nonna non può mica conoscere tutte le vecchiette della città!” Conan si era sbattuto il palmo della mano sul viso.
“Ispettore, quindi lei ha detto che la torretta era automatizzata,vero?”
“Sì,Conan. Proprio così”
“Caspita, io quando sono in camera mia provo a fare gli scherzi a Goro cambiandogli il canale televisivo ma non ci riesco. Sono troppo distante. Chissà che GRANDE telecomando che ha usato il cattivone. Ehehehehe.”
Kogoro, Takagi e Yamamura si illuminarono. La soluzione del caso era sempre stata sotto i loro occhi.
“Ma è semplicissimo. La signorina era in macchina quando c’è stata l’esplosione. Anche ammettendo che avesse il telecomando per accendere la torretta non risulta dai nastri che sia passata né nella strada qui a fianco dove giace Kawasagi ne tantomeno nella strada di fronte dove abita il signor Atarachi.
Quindi è da escludere. Era troppo lontana dal luogo della deflagrazione.
Invece il signor Atarachi aveva la finestra che da proprio su questa strada ed inoltre è uscito trafelato da casa di sua “nonna” dopo l’esplosione e quale occasione migliore per recuperare i pezzi della torretta,soprattutto l’arma…la parte più grande? E scommetto che fare a pezzi la macchina di Kawasagi,sostituirla con una identica con i freni tagliati sarebbe stato facilissimo per il proprietario di un camioncino. Chissà cosa ci sarà in quel bagagliaio capiente.”
Conan sorrise. Era stato il più grande bluff della storia. Il ragionamento era stupido,semplice e pieno di troppe variabili non considerate.
Era certo però che quei criminali avessero fretta di andarsene e quindi sperava che non gli facessero crollare il castello.
E così fu.
“Veramente la torretta era programmata per sparare ad un determinato orario ma non importa.”
Il sorriso di Atarachi divenne un ghigno malefico e con un rapido gesto si liberò del travestimento accuratamente preparato.
Ai si fece serissima. Se lo aspettava.
Sotto il travestimento c’era una donna molto,molto attraente. Bionda con capelli setosi, profondi occhi,seno florido e tutte le curve al posto giusto.
Vermouth.
La ragazza con un abile movimento si diede alla fuga utilizzando la pistola per farsi strada.
Ai e Conan non aspettarono neanche un secondo. La scienziatina afferrò con un gesto rapido la pistola dell’agente Hakata e sparò in direzione della donna che più odiava al mondo.
Il proiettile centrò Vermouth alla spalla.
Prima di scomparire oltre la soglia della casa nel quale giardino era avvenuto tutto la bellissima criminale si girò.
Ai ebbe un brivido freddo mentre il labiale della donna pronunciava un nome.
SHIHO.
Yamamura raggiunse i bambini insieme a Takagi,Kogoro e al sorpreso agente Hakata.
Il gruppo si lanciò oltre la soglia della casa certo di riuscire ad acchiappare la donna in fuga.
E poi videro la luce.
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Conan riaprì gli occhi. Il cielo ammantato di rosso fu la prima cosa che vide.
Il sole tramontava su Tottori. Dove si trovava? Era…sdraiato?
Intontito si tirò su e si accorse di avere il vestito strappato e di perdere copiosamente sangue da una spalle. Intorno a lui dei medici.
“Cosa..cosa è accaduto?” chiese il bambino con la testa che gli doleva.
“La casa. E’ esplosa trascinando con se quella donna. Per fortuna Yamamura ha scoperto tutto prima che accadesse e ci ha fatto da scudo spingendoci fuori dalla porta. Però non ti preoccupare. Anche lui se la caverà” rispose il ferito agente Hakata.
“Beh, sai com’è. Ho sentito un lieve ticchettio e sapendo che alle cinque nessuno mette la sveglia ho agito di conseguenza. Eheheehh”
“O santo cielo! Grazie mille, Yamamura.” Conan non sapeva se ridere o se piangere.
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Il caso era stato risolto grazie anche all’inconsapevole genialità di Yamamura.
Era giunta l’ora per i nostri eroi di tornare a casa a Beika.
Takagi augurò al gruppo buona fortuna e si salutarono con la speranza di rivedersi presto.
Erano ancora feriti ma presto il loro dolore sarebbe sparito.
Conan ed Ai si guardarono negli occhi. Sapevano benissimo che Vermouth non era morta ma era riuscita a fuggire agilmente anche questa volta.
I due bambini, però, sapevano di non poterci fare nulla e salirono sulla macchina di Goro per essere portati a casa.
Il detective occhialuto guardò verso il cielo.
Un giorno li avrebbe catturati e avrebbe vinto lo scontro finale.
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Arrivati alla centrale del Tokyo Metropolitan tutti già conoscevano la grande impresa di Yamamura che aveva salvato tutti loro dalle bombe e aveva risolto brillantemente il caso.
L’ispettore Megure si occupò personalmente di aumentare lo stipendio al tontolone e a consegnarli un riconoscimento per l’incredibile coraggio.
“Fate largo all’invincibile ispettore Yamamura. Ora niente può più fermarmi!” urlò felice il ragazzo.
“Beh, adesso non esagerare però!” pensò Conan, sorridente.
Anche quella giornata era finita.
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