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Obiezione!
“Non ha frenato affatto. L’omicidio premeditato è doppio.”
Questa scoperta, stimolata dalla frase di Yamamura, lasciò sbigottiti i presenti.
“Si sono sbarazzati di entrambi in un colpo solo.” Conan aveva i brividi di fronte alla freddezza di quegli uomini.
“Takagi, ha già mandato qualcuno dei suoi uomini dentro la casa nel quale giardino è stato ritrovato il bossolo?” chiese l’occhialuto.
“Sì,certo,piccolo. La casa è disabitata. Anche controllando i registri catastali siamo giunti alla stessa conclusione.” Rispose Chosuke accarezzando il moro sulla testa.
“Quindi chi ha sparato e ha fatto esplodere il camion non abitava lì…”
“No, senza dubbio no.”
“Ispettore,venga. Abbiamo dei testimoni.” Disse un agente barbuto che veniva correndo dalla parte opposta della strada.
“Dei…testimoni?” Goro si stupì che qualcuno avesse visto ciò che era successo.
Tre diverse persone vennero portate davanti agli occhi del gruppetto.
Ai strabuzzo le palpebre mentre il cuore palpitava e tutti i suoi neuroni si accendevano.
“Co...co…nan! Il mio sesto senso si è acceso. Tra quei tre c’è uno degli uomini in nero.
“COOOSA????” Conan si sistemò gli occhiali. Li aveva incontrati di nuovo.
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“D’accordo. Siamo di nuovo alla resa dei conti!” Conan stavolta non aveva la minima intenzione di far scappare quei criminali.
“Tre testimoni! Ora sì che si ragiona!” A Yamamura luccicavano gli occhi. Adorava fare interrogatori.
I tre testimoni erano una giovane donna sui venti-venticinque anni dai capelli biondissimi e un paio di penetranti occhi verdi, un signore serioso dai capelli neri,lunghi,naso aquilino e torvi occhi grigi e un paffuto uomo sorridente,con corti capelli ricci e castani e occhi neri
A prima vista erano delle persone normalissime ma Conan sapeva che il sesto senso di Ai non sbagliava mai e tra quei tre doveva per forza esserci una delle loro vecchie conoscenze.
Yamamura tirò fuori il taccuino e incominciò ad interrogare i tre.
“Allora signorina,come si chiama lei?” chiese sospettoso Yamamura alla ragazza.
Conan scosse la testa. Era quello il modo di condurre un interrogatorio?
“Pff...lei ha proprio la faccia da idiota,lo sa?” disse sarcasticamente la giovane fanciulla.
“Come si permette? Io sono un poliziotto serio!” rispose piccato Yamamura.
“Ok,stiamo toccando il fondo. Oggi hai avuto delle ottime intuizioni per quanto non te ne sia accorto nemmeno tu ma adesso dire che sei un poliziotto serio…” pensò Conan, costernato.
“Comunque sono Akiko Kitamura, se lo metta bene in testa!” rispose con un fruscio di capelli la bella ed avvenente ragazza.
Ai si fece avanti.
“Ha visto qualcosa di strano qua intorno? Qualcosa riguardo all’incidente? O qualche criminale,magari?” Il sorrisetto della scienziatina era beffardo.
Akiko fulminò con uno sguardo la bimba.
“Io non ho visto assolutamente nulla. Sei una piccola illusa,bimba, se pensi che una ragazza come me se ne stia tutto il giorno in questo quartiere anonimo. Sono andata nelle boutique d’alta moda a Tokyo e sono appena tornata. Non so niente di nessun incidente.”
Ai le avrebbe volentieri tirato un pugno sul suo bel nasino ma si trattenne.
“Veramente lei è stata portata qua in qualità di testimone...non ci menta.” Yamamura aveva lo sguardo che brillava.
“Beh,in realtà ho visto qualcosa ma non ho assistito al vero e proprio incidente. Comunque, mentre tornavo qua verso le 13:15,ho visto una grande nuvola di fumo e un boato provenire da questa strada ma non ci ho fatto molto caso. Pensavo fosse esploso un barbecue.” La ragazza aveva sempre in faccia un espressione sdegnosa mentre rispondeva alle domande. Ai capì che da questo momento la odiava visceralmente.
“Dopo sono andata casa,ho mangiato e sono ripartita per il centro di Tokyo con la mia macchina alle 13:45 o giù di lì.”
“Quando è avvenuto l’incidente?” chiese Conan a Chosuke Takagi che ascoltava in silenzio Yamamura che gli aveva “rubato” il lavoro.
“La signorina è coerente. Dal corpo di Kawasagi emerge che l’incidente è avvenuto proprio verso le 13, 13:30 minuto più,minuto meno.
“Dove abita lei,signorina?”
Le lunghe dita smaltate di Akiko si tesero per indicare un punto alla loro destra.
“La mia casa non si può vedere da qua quindi è ragionevole che io non sapessi nulla dell’incidente. Però ho sentito benissimo le sirene della polizia e così ho deciso di buttare un occhiata appena avessi avuto un momento libero” Akiko rispose con la classica voce fredda.
“MOLTO MALE,SIGNORINA. LEI DOVEVA SUBITO VENIRE DA NOI POLIZIOTTI” Yamamura aveva preso la sua classica foga.
Conan notò la presenza di una telecamera in fondo alla strada.
“Mi scusi, vedo che ci sono delle videocamere che controllano le strade.”
“Esatto, servono ad evitare furti. Ultimamente ce ne sono stati parecchi.” Rispose l’ispettore Takagi.
“Avete recuperato i nastri?” chiese Conan mantenendo l’atteggiamento da bambino curioso.
“Sì,piccolo. E’ vero,me n’ero dimenticato. Purtroppo non ce n’è nessuna sulla questa strada dov’è avvenuta l’esplosione ma nei nastri possiamo vedere la morte del signor Kawasagi che è avvenuta appunto in quella stradetta laterale.”
Il poliziotto premette un pulsante sul telecomando e nel monitor davanti ai loro occhi i due rivissero il drammatico schianto dell’uomo.
Non si vedeva niente di strano. L’uomo aveva tentato di frenare ma con i freni tagliati era finito per andare a schiantarsi contro il muretto.
Takagi cambiò registrazione. Anche nella strada dove stava la signorina Kitamura vi era una telecamera e questa riprendeva i suoi movimenti con la macchina proprio come erano stati descritti. Conan però sapeva benissimo che ciò non significava nulla. Infatti l’assenza di telecamere nella strada in cui loro si trovavano poteva benissimo celare ai loro occhi il viaggio della signorina presso il giardino della casa alle loro spalle e i suoi colpi di pistola verso il camion.
Le riprese delle telecamera non permettevano di garantire che fosse veramente lei a guidare la vettura.
La vettura!
A Conan saltò subito all’occhio la macchina di Miss Kitamura.
Una city car. Bianca.
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“Le macchine sono incredibilmente uguali. Può aver rubato la macchina del signor Kawasagi verso le 12:45 ed essersi diretta alla sua abitazione per sostituirla con una macchina identica con i freni tagliati. Dopodiché l’ha riportata indietro e nelle riprese all’ora dell’incidente lei guida la city car originale di Kawasagi” Conan illustrò velocemente la sua teoria mentre Takagi lo ascoltava stupito dalla prontezza mentale di quel bambino di 7 anni.
“Ottima teoria,Conan. Ma ricordiamoci che Kawasagi era di Beika e la signorina Kitamura ha sempre vissuto a Tottori. Le probabilità che abbiano due vetture uguali aumentano”
“E che quindi possa averle sostituite”
“Sì ma non è l’unica possibilità…”
“No però è sospetto!”
Yamamura intanto aveva incominciato ad interrogare il secondo testimone lanciando occhiate sospettose all’impassibile signorina.
Il secondo sospettato si chiamava Okubo Tashika e disse di non abitare a Tottori ma di essere venuto lì per affari.
“Affari...che tipo di affari?” chiese Ai.
“Compravendita. Sono un venditore,bambina.” Rispose il signore.
“Sa qualcosa di criminali che abitano in questa zona?” chiese con viso angelico Shiho
“No, assolutamente. Mentre rientravo ho visto la macchina del signor Kawasagi contro il muretto e ho cercato di vedere se potevo fare qualcosa ma mi sono accorto ben presto che era troppo tardi e ho deciso di allontanarmi e di non toccare niente per non essere d’intralcio alla polizia. Adesso che siete arrivati mi sono presentato per farmi interrogare. Non conoscevo la vittima. Sono originario di Osaka. So il suo nome perché non è la prima volta che si presentava qua in questo quartiere così come non è la mia prima volta. Infatti mi sono comprato una casetta qua dato che mi ritrovo spesso a fare i miei affari in questa zona.”
Chosuke chiese al signore che tipo di macchina guidasse e la risposta fu che lui guidava un utilitaria nera.
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