Premessa: ho pensato molto a quale personaggio far compiere la rivalsa ed ero stufo dei soliti personaggi di DB poi ho improvvisamente avuto l'illuminazione.
Introdurmi nel mondo di Detective Conan e utilizzare il personaggio più imbranato e tontolone del manga: l'Ispettore Yamamura.
Così è nata questa fanfic.
Potrebbero presentarsi elementi che non sono capibili da chi non conosce l'universo del piccolo detective occhialuto quindi se avete dei dubbi o volete chiarimenti chiedete pure.
Buona Lettura. Spero che il ritardo mi abbia fatto scrivere il mio capolavoro

Caos a Tottori

"Hai trovato informazioni sugli uomini in nero?" chiese il ragazzino occhialuto alla bambina dai capelli castano chiaro seduta davanti al PC.
"Non ancora, Conan. Non è così facile come sembra. Di sicuro non si fanno trovare così semplicemente. Ci vorrebbe un gran bel colpo di fortuna" rispose Ai Haibara che continuava a smanettare col computer fisso.
Il piccolo detective capì che la ragazza aveva ragione. L'ultimo contatto avuto con gli uomini in nero risaliva al caso del centro commerciale dov’ era comparso anche quell'Akai con la cicatrice. Possibile che riuscissero sempre a sfuggire ai loro tentativi d'arresto?
Mentre faceva queste riflessioni il telefono della casa del professore squillò.
"Pronto?" disse Conan nell'apparecchio.
"Ah,moccioso. Mi aspettavo di trovarti qui!" rispose la voce dall'altro capo.
"Sei tu, Goro! Come mai telefoni a casa del professore? Ho un cellulare anche io, dovresti saperlo" rispose il piccolo Conan.
"CERTO CHE LO SO! Peccato che tu non abbia risposto neanche una volta!" urlò il detective privato costringendo il bambino occhialuto ad allontanare il ricevitore dall'orecchio.
Conan raggiunse il cellulare poggiato sul tavolo della cucina. Vide chiaramente che vi erano due chiamate non risposte. Molto probabilmente era stato così impegnato a rimuginare sugli uomini in nero da non aver sentito gli squilli
"Scusa, zietto. Eheheh. Evidentemente stavo..." tentò di giustificarsi l'ex liceale.
"Beh, non importa. Volevo solo comunicarti che se dovessi tornare a casa non troveresti nessuno. Ran è a fare la spesa e io sono stato contattato dalla polizia per un caso." rispose freddamente Goro.
Ai premette un pulsante sulla base del telefono attivando così il vivavoce. Anche il professore aveva spento la fiamma ossidrica per ascoltare, incuriosito.
"Un caso? Che genere di caso?" chiese Conan, altrettanto curioso.
"Non sono affari tuoi, piccola peste! Possibile che ti devi sempre immischiare nei miei casi?" rispose l'uomo arrabbiato.
"Ma se te li ho risolti quasi tutti io!" pensò Conan, stizzito
"Comunque, è successo un brutto incidente a Tottori" disse il signor Mori
Ai si alzò di scatto dalla sedia, rovesciandola al suolo. Agasa fece cadere la fiamma ossidrica che provocò una piccola crepa sul pavimento.
Tottori. Quel nome per loro aveva un chiaro e preciso significato. Shinichi ricordava perfettamente "Nanatsu No Ko" e tutto ciò collegato a quel quartiere.
"Ma, ora che ci penso, perchè la polizia ti contatta?" chiese il piccolo cercando di non far tremare la sua voce.
"In questo momento tutti gli agenti sono impegnati di qua e di là per casi diversi. Pensano che due occhi in più non guastino. Di più non so!" rispose il baffuto detective.
"ASPETTAMI LI' GORO, VENGO ANCHE IO!" disse Conan mollando il ricevitore e correndo difilato fuori dalla porta, seguito a ruota dalla scienziatina.
"NON CI PENSARE MINIMAMENTE. TU RESTI DA....CONAN? CONAN?" urlò Goro.
Agasa afferrò il telefono, imbarazzato.
"Sono partiti. Che ci vuole fare? Sono bambini" disse sorridendo il canuto professore.
Goro abbassò il telefono con uno sbuffo. Perchè doveva sempre averlo tra i piedi?
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"Pensi che c'entrino gli uomini in nero?" chiese sussurrando Conan alla bambina castana.
"Non lo so, però finalmente abbiamo l'occasione di perlustrare Tottori. Comunque credo che quei criminali siano cauti e non causino niente in quella zona per evitare attenzioni indesiderate sul loro Boss." rispose altrettanto a bassa voce la scienzatina nella macchina del detective.
"Insomma,la smettete di bisbigliare? Mi date un fastidio enorme!" esclamò Mori fermandosi davanti alla stazione di polizia di Beika.
L'espressione che si formò sui volti dei due bambini fu -.-"
Il detective aprì la porta della vettura e scese seguito a ruota dai due ex-diciassettenni.
Goro chiuse l’automobile con la chiave elettronica.
“Eccoci,ora sapremo tutti i dettagli” disse mugugnando Goro.
Non riusciva a tollerare la presenza di quelle due piccole pesti che lo seguivano.
“Oh buongiorno detective Goro” disse una voce davanti a loro,una volta entrati dentro l’edificio.
“Buongiorno,ispettore Megure” disse il detective notando il panzuto poliziotto venire verso di lui.
“La situazione è critica come potete capire... ci sono diversi casi in questo periodo e tutti i poliziotti sono impegnati. Pure io sono costretto a rimanere in centrale. Quindi ho dovuto per forza chiamare un detective, un agente e l’unico ispettore che era libero.
“Mi scusi, ispettore Megure...” incominciò a chiedere Conan
“Ah, ci sei anche tu Conan? E c’è anche Ai!” disse un po’ imbronciato l’ispettore.
Anche lui non vedeva di buon grado la partecipazione, di quelli che lui credeva bimbi, a tutti i casi.
“Buongiorno ispettore!” disse sorridendo Ai, un po’ imbarazzato.
“Come mai ha contattato Goro che abita a Beika quando il caso è avvenuto a Tottori che è tutta un'altra prefettura?” chiese l’occhialuto.
“Il morto è stato identificato come uno proveniente proprio da Beika Town” rispose l’ispettore.
Lo sguardo di Conan ed Ai ebbe un guizzo improvviso.
“D’ accordo, andremo fino a Tottori” disse risoluto Kogoro. “Potremo essere utili per vedere cosa ci faceva il morto in un posto così lontano. Chi ci accompagnerà?” continuò il baffuto.
“Saaaalve a tutti!” esclamò una voce allegra dietro di loro.
Conan fu il primo a girarsi e il suo sguardo passò da felice a sfiduciato.
“Oh no! LUI no!” pensò il detective bambino.

Davanti ai loro occhi c’era il redivivo ispettore Yamamura con sempre lo sguardo allegro e la faccia tonta.
“Ma lui non dovrebbe essere a Gunma?” chiese Kogoro
“Non posso perdermi un caso del detective dormiente. Posso tranquillamente lasciare ad altri il mio lavoro a Gunma” rispose sorridendo Misao.
“Come se ne avessi tanto…” pensò Conan.
Ai ridacchiò. ricevendosi uno sguardo truce dall’occhialuto.
“Scusa Conan ma la situazione è veramente comica. Avrai due tonti al prezzo di uno.” Disse Shiho sempre pronta a prendere in giro Shinichi.
Poco dopo i quattro salirono sulla macchina del detective e partirono per Tottori.
L’ansia dei due ex liceali era lampante. Non vedevano l’ora di scoprire cosa era successo.
Il viaggio fu abbastanza lungo o almeno così sembrò agli occupanti della vettura. Però anche quel supplizio finì e i quattro arrivarono alla loro destinazione riconoscibile per il blocco della polizia.
“Fermi,non potete passare” disse un giovane agente ai quattro nella vettura.
“Sono il detective Goro Mori accompagnato dall’ispettore Yamamura” rispose diplomaticamente l’uomo baffuto.
“QUEL Goro Mori? Il detective in trance?” chiese emozionato l’agente.
“Sì,esatto. Sono proprio io! L’unico e imbattibile” rispose Mori pompandosi enormemente come tutte le volte che qualcuno lo riconosceva.
Ai emise di nuovo una risatina mentre Conan si sbatteva il palmo della mano sul volto nell’espressione conosciuta come facepalm.
“Ma perché deve sempre gasarsi?” pensò Conan.
Ormai però non si stupiva più del comportamento del “private eye”.
“Quindi siete il supporto mandato dal Tokyo Metropolitan Police District” continuò il ragazzotto magro. “Ma chi sarebbe il vostro compagno? L’ispettore Yatasura?”
“YAMAMURA! Un mitico ispettore che ha risolto una serie incredibile di casi. Come potete non conoscermi?” Misao si infervorò tirando fuori il badge.
“D’accordo, mi scusi tanto. Ispettore Yattura” terminò l’agente aprendo loro la strada dopo che erano scesi dalla macchina.
“YAMAMURAAAAAA!” urlò indispettito l’ispettore.
“Scusi,scusi tantissimo. Io sono l’agente Hakata se volete saperlo” disse il ragazzotto imbarazzato.
“Allora, dov’è il morto?” chiese Yamamura appena superate le linee gialle.
“Suvvia, ispettore. Non ci metta tutto questo entusiasmo!” rispose Goro un po’ indispettito.
Ma le loro voci si bloccarono. La scena che si estendeva davanti ai loro occhi era orrenda.
Una city car bianca era sfracellata contro un muro, quasi completamente distrutta. Un uomo era riverso sul volante con la testa che colava sangue e che aveva riempito di liquido ematico il volante e i tappetini che presentavano vistose gocce rosse.
Più avanti nella strada vi era un camion...o quello che ne restava.
La vettura era completamente carbonizzata e una carcassa bruciacchiata era tutto ciò che rimaneva di quello che un tempo era stato un camion per il trasporto di petrolio.
L’autista era solo un cumulo di cenere.
Conan e i suoi compagni erano ormai abituati a scene di questo tipo e quindi non rimasero troppo traumatizzati da quello che videro.
“Come è potuto succedere?” chiese Kogoro all’agente Hakata che era rimasto silenzioso al suo fianco.
“Vi abbiamo chiamato proprio per scoprirlo,no?” rispose una voce rude dietro di loro.
Il gruppetto si voltò e incontrò il volto burbero di Chosuke Takagi.