"So bene che quanto sto per dirvi vi sembrerà assurdo, ma vi prego di credermi."
Con grande fatica Oga raccontò ai membri dello Sket Dance tutte le esperienze che aveva affrontato legate al mondo dei demoni, soffermandosi in particolare su Alaindelon e sulla sua particolare abilità.
"Come potete ben capire se voglio tornare nel mio mondo devo assolutamente trovare Alaindelon, Hilda e Furuichi. Voi conoscete questa scuola molto meglio di me e col vostro aiuto potrei riuscire a trovarli molto più in fretta."
Himeko, Bossun e Switch si scambiarono delle occhiate piuttosto perplesse.
"Non voglio mettere in dubbio le tue parole, Oga....Ma semplicemente non posso credere di punto in bianco nell'esistenza dei demoni" affermò la ragazza.
"Io invece sono combattuto" disse Switch, tramite il programma di sintesi vocale.
"Da un lato accettare il fatto che tu provenga da un'altra dimensione mi permetterebbe di spiegare l'impossibilità di recuperare informazioni su di te. Dall'altro non ho mai creduto nel paranormale e continuerò a farlo finchè non avrò di fronte agli occhi delle prove concrete."
Oga sorrise.
"Dici che questa è una prova sufficiente?"
Il ragazzo afferrò il braccio destro di Beelzebub e gli diede un leggero pizzicotto. Subito il bambino scoppiò in lacrime ed una violenta scarica elettrica attraversò il corpo del ragazzo.
Il trio osservò la scena con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta.
"Q-quel bambino è sicuramente un demone! T-tu non sai farlo, vero Bossun?"
Himeko provò a dare un pizzicotto a Bossun, ma al posto della scossa prese una raffica di insulti.
"Dovevo aspettarmelo..." mormorò con evidente delusione.
"Affascinante" commentò, Switch.
"Per una divulgazione su rivista scientifica bisognerebbe effettuare altri test, ma a livello puramente personale mi reputo soddisffato. Ora sono disposto a darti una mano, Oga."
"Lo stesso vale per me" affermò, Bossun.
"Anche se col corpo in queste condizioni non so quanto posso rendermi utile."
In quel preciso istante Hilda e Furuichi raggiunsero lo stesso corridoio nel quale si trovava Oga.
"Oga, ma allora eri qua! Ti abbiamo cercato d'appertutto!"
"Avete visto Aleindelon da qualche parte?"
"Purtroppo no...Abbiamo pure provato a chiedere in giro, ma pare che non l'abbia visto nessuno. Eppure non è certo un tipo che passa inosservato."
Dopo qualche istante passato in silenzio a riflettere Oga si ricordò dei tre membri dello Sket Dan e li presentò ai suoi amici. Terminati i convenevoli Bossun disse: "Mi è venuta un'idea su come trovare il demone del trasporto dimensionale, ma per poterla mettere in atto devo prima riottenere il mio corpo normale. Aspettataci un attimo qui...Noi andiamo a vedere se il professor Chu è riuscito a creare un rimedio."
Dopo una ventina di minuti lo Sket Dan ritornò nel corridoio. Bossun era riuscito a tornare alle sue dimensioni normali senza evidenti effetti collaterali ed era pronto a mettere in atto il suo piano.
"Scusate per l'attesa. Prima di andarmene vi avevo chiesto di scrivere sul computer di Switch dove vi siete risvegliati una volta arrivati in questo mondo parallelo e che cosa avete fatto subito dopo.
L' avete fatto?"
Furuichi, Oga e Hilda annuirono.
"Molto bene. Datemi un po' di tempo per leggere il tutto."
Bossun si posizionò di fronte allo schermo del computer e dopo essersi calato sugli occhi gli occhialini da nuoto inziò a leggere.
"A cosa gli servono gli occhialini?" chiese Hilda ad Himeko.
"Quando li indossa è in grado di incrementare notevolmente la sua concentrazione. Dato che il processo richiede parecchie energie non se la sentive di farlo col corpo rimpicciolito."
Dopo quasi cinque minuti il ragazzo si tolse gli occhiali e iniziò ad ansimare per la fatica.
"Ho capito! Ora è tutto perfettamente chiaro! Tutti i differenti luoghi della scuola in cui siete stati teletrasportati distano tra di loro di quindici metri. C'è un solo posto che dista quindici metri dagli altri tre e si tratta di un'aula che ormai da tempo non viene più utilizzata. Se il demone si trova lì dentro è ovvio che nessuno l'ha visto!"
Himeko non sembrava del tutto convinta dalla spiegazione.
"Però avrebbe potuto farsi sentire no? Magari picchiando contro la porta o cose così."
"Quando Aleindelon trasporta più di due persone per volta consuma tantissima energia e talvolta resta privo di sensi per un po'. Presumo che sia successo anche oggi" spiegò Hilda.
Nessuno aveva ulteriore domande, così il gruppetto decise di mettersi in cammino verso l'aula abbandonata.
"Ora che ci penso....Se l'aula non è più utilizzata da mesi, non è probabile che sia chiusa a chiave?" chiese Furuichi.
Switch gli rispose con rapidità.
"In base alle mie informazioni la serratura della porta è rotta da prima che l'aula smettesse di essere utilizzata."
Le informazioni del ragazzo si rivelarono corrette. La serratura era effettivamente rotta e la porta si apriva senza problemi. All'interno dell'aula trovarono Aleindelon disteso lungo il polveroso pavimento. Sembrava essere ancora privo di sensi.
"Cavolo...E' enorme!" esclamò Bossun.
"Ed è questo a renderlo così inquietante quando arrossisce...Tuttavia devo ammettere che questa volta sono contento di vederlo."
Alaindelon aprì improvvisamente gli occhi.
"Oh, nobile Furuichi...La tua soave voce mi ha risvegliato."
"M-maledetto! Tornatene immediatamente nel mondo dei sogni!"
Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Bè, tutti tranne Furuichi.
"Pare che lo Sket Dan sia riuscito a risolvere il vostro problema" disse Bossun in tono allegro.
Oga sorrise.
"Già, siete stati in gamba. Se mai dovessimo incontrarci di nuovo sarei lieto di ricambiare il favore."
Si può davvero dire 'arrivederci' quando ci si separa da persone che vivono in una dimensione parallela alla nostra? Probabilmente è una domanda talmente assurda che in pochi se la sono posta mai posta. Oga, Furuichi e Hilda non erano tra questi, ma quando si separarono dai membri dello Sket Dan dissero "arrivederci" senza la minima esitazione. Forse perchè speravano di trovare il modo di sfruttare Aleindelon per visitare i vari mondi paralleli o forse perchè in cuor loro desideravano incontrare nuovamente quei ragazzi. In fondo la vita è imprevedibile ed un saluto come arrivederci è spesso più probabile e veritiero di "addio". Anche quando si parla di mondi paralleli.






Rispondi Citando