Più mezzi vuoti che mezzi pieni. Gli stadi italiani, secondo l'analisi pubblicata una settimana fa daReport Calcio 2012, non piacciono e sono sempre meno frequentati, con gli incassi ai botteghini che incidono sui bilanci dei club per meno del 10% degli introiti.

Nella stagione 2010-2011 alle partite del nostro calcio professionistico hanno assistito 13.375.257 spettatori, numero che significa un calo del 4,4% - oltre seicentomila presenze in meno - rispetto alla stagione precedente. La Seconda Divisione ha perso il 19,9% del pubblico, la Prima l'11%, la B il 3,2% e la Serie A il 2,4%: la massima divisione, insomma, ha subito il calo meno pesante, ma il dato è preoccupante perché, fra i grandi campionati europei, è quello che fa registrare il segno meno più pesante.

In Inghilterra la scorsa stagione la Premier League ha visto un aumento del pubblico pari al 3,3% (per una media di 35.294 spettatori a gara), la Bundesliga è cresciuta dello 0,4% (ma attenzione: la media è di 42.665 spettatori a gara e il dato cresce in continuazione da anni) e la Spagna (28.221) ha perso appena lo 0,2%. Per quanto in perdita, meglio del nostro campionato, percentualmente parlando, hanno fatto anche Francia, Olanda, Scozia e Russia. In Italia la media spettatori per gara della Serie A 2010-11 è stata di 23.541 spettatori, con gli stadi pieni per appena il 56% della loro capienza. Senza contare che da noi il calo è continuo: nel 1984-85, quando si verificò il picco, la media presenze fu di 38.872 spettatori. Significa, in soldoni che in venticinque anni gli stadi italiani hanno perso circa il 41% del pubblico.

A modificare la tendenza, in questa stagione, c'è la Juventus che, grazie al nuovo impianto di proprietà, sta mettendo a segno numeri notevoli: stadio mediamente pieno per l'87% della sua capienza (buona parte del 13% vuoto è rappresentato dal settore ospiti), 16 sold out su 18 incontri comprese l'amichevole col Notts County e le gare di Coppa Italia, oltre 25 mila visitatori per lo Stadium Tour, ricavi al botteghino più che raddoppiati - a stagione ancora in corso - rispetto alla scorsa stagione, dagli 11,6 milioni di un anno fa agli oltre 22 milioni attuali.

E non è solo una questione di risultati, se si considera che al Delle Alpi la media spettatori, ai tempi di Capello (2005-06), era di 30 mila, oggi supera 37 mila. In attesa della Champions, così, il botteghino - e tutto ciò che ha a che vedere con lo stadio - comincia ad incidere in maniera percentualmente non trascurabile (nelle stagioni di Champions si potrebbe arrivare, secondo alcune stime, anche al 18%, e sarebbe un risultato straordinario) anche sulle casse del club: così, a Torino, ecco innumerevoli segni positivi dove, altrove, si trovano solo meno. La via da seguire, insomma, nel nostro calcio c'è chi l'ha già tracciata.
Sky.it

Faccio presente che i guadagni di quest'anno hanno ripagato i debiti che avevamo con Exor. Dalla prossima stagione inizieranno i veri guadagni in positivo.