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  1. #4171
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    Non mi sembra una decente caratterizzazione quella di "non bevo perchè prima ero dall'altra parte". Ci sarebbero dovute essere analisi sulle distanze che separano vampiri e umani, episodi pregressi (non per forza presentati sottoforma di flashback) giustificanti la diversa presa di posizione (che, ricordiamo, viene presa in un mondo in cui il vampiro è normale e deve sopravvivere, come ogni essere vivente in una società che da tempo ha inquadrato in questi termini la piramide alimentare). Dire "io non bevo perchè è ingiusto" è come dire "io non mi do al consumismo perchè è ingiusto": nessuna motivazione, semplice mettersi a distanza da un comportamento ritenuto scorretto.
    Poi, per carità, molto probabilmente la caratterizzazione del protagonista non aveva altri fini che accendere la miccia degli eventi successivi, quindi non c'era nemmeno bisogno di ulteriore caratterizzazione perchè il film non voleva parlare di altro.

    Per il resto concordo più o meno con te: buona originalità, buon ritmo, buone atmosfere. Ma tutto ciò non basta a giusitificare lo spreco di potenzialità che avrebbe avuto questo film.

  2. #4172
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Ma serve spiegare perchè è ingiusto? Se io non ho mai ucciso un essere umano perchè lo trovo ingiusto ed immorale e fra 10 anni diventa usanza comune farlo mentre io me ne resto lontano lo stesso, se uno mi chiedesse perchè non lo faccio la mia risposta sarebbe proprio "lo trovo ingiusto". Non ti pare?

    Comunque è una cretinata. Avevo dimenticato il particolare che il protagonista aveva già bevuto prima, semplicemente ha smesso di farlo quando ha capito (ma va?) che significava mettere fine alla razza umana.

  3. #4173
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    No, ci sono molte differenze (in primis, se lui non beve muore, ma se uno non uccidesse nelle tua bella società immaginata non subirebbe chissà quali ripercussioni), ma il punto è che non ci si può cavarsela con un "non è giusto", perchè è semplicemente una scappatoia che permette di non approfondire troppo il discorso, il che, in un film con queste finalità, ci sta pure, eh.

    Poi, non ricordavo questa cosa che hai detto, ma se è così, la motivazione la danno ma è meglio se non l'avessero data.

  4. #4174
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Sì sì, è proprio così. Il protagonista è vampiro da molti anni e se non si beve si finisce "tu sai come" nel giro di 2 settimane circa

  5. #4175
    Re-build L'avatar di Lorenzo GOV
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    Quando il più britannico dei film riesce a conquistare critica e pubblico, risultando trasversale nella sua fruizione, polivalente ed emozionante, si può dire di avere di fronte un gran film.
    D'altra parte come non apprezzare lo spettacolo delizioso di spaccato di vita umana che si cela dietro l'austerità tutta british di una delle cariche più importanti dell'epoca: l'impaccio, l'insicurezza, la violenza eruttiva improvvisa del parlato iroso di un balbuziente, il passato fatto di soprusi psicologici, il complesso d'inferiorità verso un fratello più spigliato e gagliardo, l'affetto dei cari e la vicinanza della moglie nella sua battaglia minacciata dalla crescente sfiducia. Tutto questo e altro è Bertie, futuro re Giorigo VI, interpretato da un fantastico e giustamente premiato Colin Firth, così meticolosamente calato nella parte faticosa. Hooper è bravissimo nel voler concentrare l'attenzione del pubblico su questo retroscena che precede le manifestazioni pubbliche, sui preparativi, sulle crisi che minano la fiducia di Bertie. Ma fantastici sono tutti gli altri attori, a partire dalla sempre poco lodata Helena Bonham Carter fino a Geoffrey Rush, vero co-protagonista, magistrale, spalla perfetta di Firth in una coppia da annali.
    In tutto poi traspira la sobrietà inglese, dalla fotografia dove dominano il grigio e il nero, la fumosità londinese, la regia è quasi marziale nella sua linearità, lentezza, geometria, l'humour è quello britannico (a tratti wildiano). E inglese è anche il messaggio etico, il senso di appartenenza alla nazione, di unione e responsabilità civile. Fantastico quando poi ad uno dei discorsi pubblici di Hitler, ad un'innocente domanda della bambina che chiedeva cosa stesse dicendo il fuhrer nel suo idioma germanico, Bertie risponde "Non ne ho idea, ma pare che lo dica estremamente bene": ancora una volta, il diritto alla parola, la magnificenza della parola ma anche la sua pericolosità.
    Ed è grazie alla parola che Bertie riesce a superare i fantasmi che lo terrorizzavano, ad accettare il proprio ruolo: ha diritto di parlare "perchè lui ha una voce".

  6. #4176
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Il film aveva ottime premesse, decisamente ottime, una stupenda ambientazione e le interpretazioni di Law e Whitaker molto buone, ma pecca nello sviluppo della trama. La rinascita morale del protagonista è stata gestita malissimo, troppe contraddizioni. Il finale non m'è piaciuto per niente.

    Ho visto la versione unrated, cioè senza censure, ma a parte un po' di gore non c'è niente di cui scandalizzarsi, anzi, in un horror standard c'è molto di peggio.

    7 ma un po' graziato

  7. #4177

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    Tratto dal libro di Jeffrey Deaver. Un buon film thriller, che paga però una durata troppo breve (anche se non ho letto il libro, mi è sembrata piuttosto palese la riduzione all'osso di alcune scene). In secondo luogo, è chiaro l'intento del regista di voler fare un film per la televisione e non per un'uscita cinematografica: in questa maniera si perde completamente gran parte dell'atmosfera che un film del genere poteva suscitare. Voto: 6,5

  8. #4178
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    Citazione Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio


    Quando il più britannico dei film riesce a conquistare critica e pubblico, risultando trasversale nella sua fruizione, polivalente ed emozionante, si può dire di avere di fronte un gran film.
    D'altra parte come non apprezzare lo spettacolo delizioso di spaccato di vita umana che si cela dietro l'austerità tutta british di una delle cariche più importanti dell'epoca: l'impaccio, l'insicurezza, la violenza eruttiva improvvisa del parlato iroso di un balbuziente, il passato fatto di soprusi psicologici, il complesso d'inferiorità verso un fratello più spigliato e gagliardo, l'affetto dei cari e la vicinanza della moglie nella sua battaglia minacciata dalla crescente sfiducia. Tutto questo e altro è Bertie, futuro re Giorigo VI, interpretato da un fantastico e giustamente premiato Colin Firth, così meticolosamente calato nella parte faticosa. Hooper è bravissimo nel voler concentrare l'attenzione del pubblico su questo retroscena che precede le manifestazioni pubbliche, sui preparativi, sulle crisi che minano la fiducia di Bertie. Ma fantastici sono tutti gli altri attori, a partire dalla sempre poco lodata Helena Bonham Carter fino a Geoffrey Rush, vero co-protagonista, magistrale, spalla perfetta di Firth in una coppia da annali.
    In tutto poi traspira la sobrietà inglese, dalla fotografia dove dominano il grigio e il nero, la fumosità londinese, la regia è quasi marziale nella sua linearità, lentezza, geometria, l'humour è quello britannico (a tratti wildiano). E inglese è anche il messaggio etico, il senso di appartenenza alla nazione, di unione e responsabilità civile. Fantastico quando poi ad uno dei discorsi pubblici di Hitler, ad un'innocente domanda della bambina che chiedeva cosa stesse dicendo il fuhrer nel suo idioma germanico, Bertie risponde "Non ne ho idea, ma pare che lo dica estremamente bene": ancora una volta, il diritto alla parola, la magnificenza della parola ma anche la sua pericolosità.
    Ed è grazie alla parola che Bertie riesce a superare i fantasmi che lo terrorizzavano, ad accettare il proprio ruolo: ha diritto di parlare "perchè lui ha una voce".
    Concordo.

    Al di là di tutte le riflessioni del caso, comunque, rimane un film che mi ha colpito positivamente. Davvero bello.

  9. #4179
    MBARA CASSAMN ZUMBARE L'avatar di ezio.auditore
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    molto carino Megamind
    ..

  10. #4180
    The Man Without Fear L'avatar di Daredevil
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    Impiega quasi un'ora per mostrare un po' d'azione, ed un film che chiaramente vuole mostrare azione e figaggine coi combattimenti non può metterci così tanto. Vabeh, alla fin fine è stato un film carino e con un finale soddisfacente. Non esige molto, però è un peccato perchè Solomon Kane è un personaggio ormai simbolo dell'heroic fantasy e poteva dare sicuramente di più.

    6,5

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