Cap.15 Find Love I° parte
Goku e Vegeta erano finalmente riusciti a penetrare nel covo nemico. La storia si ripeteva, ma stavolta motivi e destini diversi si sarebbero messi in campo.
Come l’ultima volta all’inizio non incontrarono guardie, ma proprio mentre Vegeta pensava che ritrovare la sua Bulma sarebbe stato facile, una figura femminile dai neri capelli neri gli si piazzò davanti.
“Ride. Ma che avrà da ridere quella vecchia gallina? Non si vergogna ad andare in giro così? Secondo me si busca qualche malanno e finisce a letto per un mese, ormai non è più di prima penna. Onestamente se fossi Kakaroth mi incavolerei a vedere mia moglie andare in giro in quel modo. Mi volto. Da come la guarda non si direbbe che gli dispiaccia tanto. Tsk, nell’universo c’è persino gente che pensa che sia ingenuo. Alle volte ho i miei dubbi. In compenso quella faccia da tonto non è falsa. Tonto lo è davvero. Sveglia! Ti ricordo che la tua adorabile mogliettina alias drago sputa-fuoco, solitamente armata di mattarello e oggi armata di tutto punto, ci vuole uccidere. Chichi si avvicina e io ricomincio a ringhiare. Se si sforza un po’ sono convinto che riuscirà a contare uno per uno i miei denti e se si avvicina ancora di più potrà ammirarli direttamente attaccati alla sua caviglia. “Buono Vegeta, ho un piano”mi dice Goku, facendomi cenno con la mano come per calmarmi. Umphf, spero non sia semplicemente frutto della sua stupidità. Però mi allontano e ringhio più piano, senza però smettere. “Non credo che il vero Vegeta sarebbe stato contento di sapere che hai chiamato nello stesso modo un cane”dice lei finalmente smettendo di ridere. Ha assunto un aria seria e preoccupata invece. Forse teme che Kakaroth le faccia del male. Vorrei poterlo fare io, soprattutto dopo quello che ha detto. Le spiegherei due cosette. Uno, sono un lupo e non un cane. Due, essere chiamato con il mio nome non mi dà affatto fastidio. “Chichi, tu vuoi uccidermi non è vero?”chiede Goku con una lucidità abnorme visto la situazione. “Certo. Il mio signore è stato chiaro. O uccido te o farà del male al mio bambino Gohan”risponde lei portando le mani al suo casco. Umh, non credo che un semplice raggio laser, e men che meno una lama, possano fare del male a un saiyan, ma forse la lucertola ha potenziato il tutto fino a renderlo un pericolo serio. Scuoto la testa pensando che chiama ancora Gohan “bambino”. Ormai è sposato con figli ed è diventato addirittura nonno, non è più un poppante. Goku continua ad avanzare, ma lei aspetta a sparare. Il mio compagno sta giocando con il fuoco, ma forse comincio a capire il suo piano. “Perché non colpisci?”mormora lui cominciando a ridacchiare. E’ un suicida, non gli conviene tirare troppo la corda. “Lo decido io quando”risponde lei a tono, ma nella sua voce arrabbiata noto un tremolio. Il Demon Prince ha sbagliato. Ora che le ha risvegliato un po’ dei suoi ricordi, anche senza tornargli quelli sul marito, ha lasciato la possibilità che le tornassero tutti. “Io sono pronto. Colpisci pure qui, al cuore. Tanto è sempre stato tuo Chichina”aggiunge Kakaroth gentilmente. Che schifo, sto per vomitare. Tutta sta sdolcinatezza è nociva alla salute. Mi sto sentendo male. In compenso ormai sono vicinissimi. Ho un idea geniale. Visto che le cose qui tra un altro po’ si faranno estremamente zuccherose e private, forse è meglio che mi allontani. Ho visto un corridoio deserto molto interessante più in là, un posto stupendo dove le mie orecchie lupine non sentiranno cose in grado di traumatizzarmi”.
"Ormai siamo faccia a faccia. Posso sentire il suo profumo di fragole. Nessuno può immaginare quanto ami quel profumo. Da ragazzo pensavo fosse prodotto da qualche bagno schiuma o shampoo, ma mi sbagliavo. Questo odore fa parte di lei, a dimostrarlo il fatto che riesco a sentirlo solo io, perché sono l’unico che la conosca veramente. Quando è arrabbiata e ti lancia quello sguardo di fuoco posso assicurare che fa paura a tutti, a me invece mi fa letteralmente impazzire. E’ bellissima la mia piccola guerriera. E’ dai tempi del torneo che mi basta incrociare i suoi occhi neri, o quel visetto d’angelo per sentire il cuore in petto cominciare a battere più forte. Non ho mai saputo veramente definire l’amore, ma non era del tutto falso quando credevo fosse qualcosa da mangiare. E’ molto di più. E’ come essere affamati d’aria, essere affamati di sguardi, di vicinanza, di sorrisi, di qualunque gesto dolce dedicato a te o che le puoi offrire. La vedo arrossire. Non è la rabbia, è che siamo troppo vicini, volto con volto (ma questa l’avete mai sentito come modo di dire? NdLettori) (Qualcosa in contrario? NdA con mazza chiodata in mano). Ha lasciato cadere le braccia, non è più intenzionata ad attaccarmi. Ci scommettevo. Non può uno scialbo incantesimo spezzare il nostro amore, non avrei dovuto mai nemmeno dubitarne. La cingo con un braccio. Sento la sua pelle gelida. Qui dentro fa freddo e stare con la pancia di fuori coperti solo con un leggero mantellino blu non è certo il massimo per stare al caldo. La sento appoggiarsi al mio petto. Mi chiedo se riesca a sentire il mio cuore che batte frenetico. Sono passati tanti anni, ma è come quando ci siamo incontrati la prima volta, perché a pensarci bene mi faceva uno strano effetto già quando eravamo bambini, ma ero troppo piccolo per accettarlo, avevo troppa paura di queste strane emozioni non omologabili a quel poco del mondo che conoscevo. Credevo fosse la tipica eccitazione che mi prende prima di una battaglia, ma mi sbagliavo di grosso. I nostri occhi si incontrano e il suo nero si specchia nel mio. Ti ricordi da bambini il nostro primo incontro? Ti ricordi quando mi hai fatto promettere di sposarci? Ti ricordi il nostro primo “Appuntamento”, di sicuro quel povero albero sì. Ti ricordi al torneo, era così bello sfidarci? Sei una combattente provetta. Quello che non sai è quel giorno sul lago da bambini, tu eri così bella e io ti guardavo nascosto in un cespuglio. Non sai che è per te che con un buco nel petto ho trovato la forza di sconfiggere Junior. Non sai la paura quando ho creduto finissi sugli spuntoni, nel viaggio alla ricerca del ventaglio. Un viaggio che sembrava un sogno d’amore, quando la sera sulla nuvola ti appoggiavi a me. Potrei continuare all’infinito, perché abbiamo passato insieme tutta la vita.
Nei suoi occhi appare il rosso dello sguardo di brace del serpente. Eppure quel vivido colore si specchia nel nero delle mie iridi e, quasi avesse paura di se stesso, scompare. “Goku”mi dice e scostandomi un ciuffo ribelle dal viso mi riconosce. Si guarda intorno spaesata. L’incantesimo si è rotto. Si guarda e arrossisce ancora di più. “Dove siamo? Dov’è May? Soprattutto perché sono “svestita” così? Non è dignitoso per una donna della mia età”dice tutto d’un fiato, portandosi un dito alla bocca. “Te lo spiego dopo”le dico stringendola un po’ più forte, ma sempre attento a non farle male. Lei mi sorride e ci scambiamo un bacio. Doveva essere rapido inizialmente, ma è da un bel po’ che lo aspettavo. Alla fine è lei che si stacca riportandomi al pericoloso momento in cui ci troviamo. “Chichi…devi andartene…l’uscita è da quella parte…ci vediamo fuori, stai attenta”gli dico e malincuore mi sciolgo dall’abbraccio. Lei annuisce, mi da un altro sfuggevole bacio sulla guancia come porta-fortuna e scappa via. Scuoto la testa per riprendermi del tutto e vado alla ricerca del lupo. Sono felice che si sia allontanato, su queste cose sono riservato e non mi sarebbe piaciuto il suo sguardo puramente schifato piantato addosso.
Nel frattempo il combattimento tra Crili e la cyborg aveva preso una piega ben diversa. Non erano ancora del tutto pari. In fondo C18 era da sempre più forte dei supersaiyan. Soltanto che con gli anni aveva trascurato la sua vena combattiva. Anche Crili per molti anni non aveva più combattuto, sentendosi vecchio e sorpassato. Però si sa: un saiyan ha sangue guerriero che gli scorre nelle vene e non può trascurare a lungo la sua vera natura. Che lo voglia o no sarà costretto a tentare di superare i suoi limiti. Sentirà il richiamo della sfida e della battaglia. Solo allora si potrà dire veramente vivo. Perciò, nonostante il cuore sereno, per il piccolo grande uomo non c’era più la moglie davanti a lui. Soltanto un avversario con cui confrontarsi, con cui vincere e prevalere. La sua aura dorata non veniva mai meno, nemmeno sotto i colpi più terribili. Uno strano sorriso si era insinuato in quelle labbra sempre così allegre. Il sorriso tipico appunto della sua forma, che nella mente dei comuni saiyan era sempre apparsa leggendaria. I colpi si susseguivano incalzanti. L’agilità di lei contro la forza di lui. L’altezza non contava in quello scontro in volo. Occhi negli occhi, non un colpo sfuggiva. La cyborg tentò di colpirlo con un calcio, ma senza problemi quella gamba nivea fu afferrata. In compenso anche lei riuscì ad afferrare un pugno del neo-saiyan. In quella situazione di stallo potevano sentire a vicenda i battiti del loro cuore. Le labbra così vicine. Fu un attimo. L’ex-terrestre non se n’era nemmeno accorto. L’aveva baciata senza nemmeno volerlo. I loro occhi così vicini finirono per specchiarsi. Non v’era azzurro all’inizio, solo rosso. Eppure, attraverso il riflesso nelle iridi nere del marito, l’azzurro cercò di riaffiorare.