EPISODIO 193: DIVENTARE PIU’ FORTI

“Si faccia forza! Posso comprendere meglio di quanto immagina il dolore che sta provando in questo momento!” disse Zaina rivolgendosi a Dende, dopo aver raccontato a coloro che erano divenuti i suoi nuovi alleati tutto ciò che in precedenza aveva detto a Goten, Zangya e Arier, compresa la rivelazione della sorte di Neo Namek e della razza namekiana. Dende chiuse gli occhi, mantenendo una certa compostezza. La sofferenza interiore che lo attanagliava era immane, e in cuor suo sentiva come quanto era accaduto fosse profondamente ingiusto. Il suo mentore Mohori, il suo gemello Cargot e tutti i suoi fratelli namekiano che erano rimasti su Neo Namek erano persone pacifiche e del tutto incapaci di qualsiasi azione malvagia e non meritavano una simile fine, senza peraltro poter nemmeno riposare in pace nell’aldilà. Dende stava rivivendo le terribili sensazioni provate quando Freezer aveva sterminato la sua gente, anzi, la situazione era persino peggiore, in quanto il tiranno galattico aveva un fine chiaro, per quanto malvagio, per agire in tale modo, ovvero recuperare le sfere di Namek e diventare immortale, mentre era ignoto il motivo per cui quella misteriosa entità senza nome e senza volto avesse compiuto un’azione tanto efferata. Ad un certo punto egli riaprì gli occhi “La mia razza sarà vendicata! Ne sono certo! So di poter contare su amici veri animati da un profondo senso di giustizia! Dunque quell’essere diabolico, di chiunque si tratti, pagherà per quello che ha fatto! Ad ogni modo questa non è la priorità! Sono un namekiano, ma in primo luogo sono il dio della Terra! E pertanto la mia priorità è pensare alla salvezza di questo mondo! Solo dopo potrò permettermi di pensare al resto! Sono certo che anche Mohori avrebbe voluto che agissi in questo modo!” disse risoluto Dende. Per quanto egli desiderasse abbandonarsi alle lacrime, emozione tradita dal fatto che il suo corpo fosse scosso da brividi mentre pronunciava parole tanto decise, egli si sforzò di mantenere la compostezza e il senso di responsabilità che il suo ruolo comportava. “E’ cresciuto molto…” pensò Popo compiaciuto, per quanto comprendesse e al contempo condividesse il dolore provato dal suo signore. “Certo che lo faremo! Non ti preoccupare! Lotteremo anche contro questo nemico una volta che ci saremo sbarazzati di Ghiller e del suo Mecha Bu!” asserì Pan con tono determinato. “Anche io e Shora contribuiremo! In questo universo deve regnare la pace, e i miei colpi si abbatteranno su chiunque miri a impedirlo!” concordò Trunks. “Beh… sembra che l’universo sia molto più in subbuglio di quanto pensassi! In ogni caso questo non cambia le cose! Anche noi vogliamo che la giustizia trionfi!” concluse Black Tiger parlando a nome del proprio gruppo. “Vi ringrazio ragazzi! Sapevo di poter contare sul vostro sostegno!” sorrise Dende per poi rivolgersi a Zaina. “Dici di poter comprendere quello che sto provando… deduco quindi che anche la tua razza…” abbozzò il namekiano, la cui frase venne terminata dalla sorella di Zarbon. “Si, io di fatto sono l’ultima superstite! Io e mio fratello siamo stati gli unici superstiti dell’attacco degli uomini di Freezer al nostro pianeta! Il nostro, quello dei Morphium era un popolo di valorosi guerrieri, che non accettò di sottomettersi alla tirannia di Freezer, ma furono tutti sterminati in meno di un giorno da cinque guerrieri!” raccontò Zaina. “La squadra Ginew!” comprese Crilin. “Esatto! La maggior parte dei Morphium aveva una forza combattiva che non superava i 2.000 punti da trasformata, dunque non sarebbe stato necessario scomodare la squadra Ginew se non fosse stato per la famiglia reale, composta da mio padre, mio fratello e io! Mia madre invece era morta di malattia qualche anno prima! Pur essendo io e mio fratello all’epoca ancora dei bambini potevamo contare su un livello di forza che ci avrebbe permesso di uccidere il più debole dei nemici, Guldo, ma non eravamo abbastanza esperti nella lotta e con i suoi poteri psichici riuscì a renderci inoffensivi! Ogni nostra velleità di ribellarci crollò quando vedemmo morire nostro padre! Era un guerriero straordinario! Freezer stesso si rammaricò a lungo di non averlo potuto annoverare tra le proprie fila! Egli riuscì a tenere a testa a tre combattenti della squadra Ginew contemporaneamente, ovvero Recoom, Jeeth e Butter, però non ebbe scampo quando scese in campo il capitano, che lo ammazzò senza battere ciglio, anzi, non mutando mai il suo modo di fare goliardico e grottesco. Vedere nostro padre, che avevamo sempre considerato invincibile, venire brutalmente assassinato da quei farabutti che non dimostrarono il minimo rispetto e che continuavano a ridere e a scherzare ci gettò in uno stato di terrore e sgomento… erano ai nostri occhi come i diavoli dell’inferno! Del resto eravamo pur sempre bambini!” raccontò la Morphium. “Purtroppo non ci sorprende quanto ci racconti! La crudeltà di Freezer ci era fin troppo nota! Fortunatamente adesso non può più nuocere a nessuno!” commentò Goten. “Mi sarebbe piaciuto ucciderlo con le mie mani… però va bene anche così!” annuì Zaina per poi proseguire col racconto “Non avendo potuto annoverare mio padre tra le sue fila, Freezer prese con se me e mio fratello e ci allevò perché divenissimo suoi tirapiedi! Io e Zarbon crescemmo, e da li la nostra diversità l’uno dall’altra si fece evidente al punto che io smisi di considerarlo un fratello! Sedotto dal potere che Freezer gli offriva e pensando unicamente al proprio tornaconto egli dimenticò tutto il male che quel mostro ci aveva fatto, e divenne un suo seguace in tutto e per tutto! Si era venduto, ignorando volutamente l’amore di nostro padre e di come Freezer ne fosse l’assassino, e io non lo perdonerò mai per questo! Non gioisco per il fatto che Zarbon sia morto, ma mentirei se dicessi che ho versato lacrime quando è accaduto!”. “E tu che hai fatto?” chiese Bra. “Io ho fatto buon viso a cattivo gioco, ma non sono mai stata leale a Freezer, volli rimanere in vita per poter un giorno avere la forza per ucciderlo e vendicare la mia gente, perché sapevo che mio padre non avrebbe voluto che gettassi la mia vita vanamente! Non accettai mai i privilegi che Freezer mi offriva, e ho sempre mantenuto le distanze con lui. La mia vita era soltanto un continuo coltivare propositi di vendetta… almeno finché non ho conosciuto Chang!” rispose Zaina. “Ora che mi ci fai pensare io credo di conoscere Chang!” disse Turble per poi chiedere “E’ un saiyan, vero?”. Zaina annuì. “Un saiyan? Eppure il suo non mi sembra un nome tipico di un abitante del pianeta Vegeta!” osservò Lezick.