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[p, xi, N(xi)]
Oggi ci è stato consegnato (Il professore e la sua assistente sono stati una ventina di minuti a cosegnare a 250 persone i loro lavori chiamandoli per nome: mi sembrava di essere tornato al liceo) l'esonero di Wittgenstein; valeva venti punti (un terzo del voto finale) e mercoledì faremo l'esame vero e proprio che varrà altri 40 punti; poi sommeremo i due voti e divideremo per due per avere il voto effettivo (cosa che aumenta le possibilità di non prendere votacci ma anche di non prendere 29 e 30); infine questo voto farà media con quello del secondo classico filosofico che riguarda la seconda parte dell'esame (nel mio caso, Essere e Tempo di Heidegger)
A conti fatti ho preso 14 (anzi, l'assistente che me l'aveva corretto voleva darmi 12-13, poi il professore, ricontrollandolo, ha alzato il voto), sostanzialmente per errori formali: si passa dal riformularmi le frasi al dire che il "siccome" che ho scritto non c'entra niente a dire che una frase che mi pareva chiarissima è "non inellegibile". Ciò significa che, a meno di rifiutare uno dei due voti e tentare l'orale, posso prendere massimo 27. Quindi se arrivo fino al 26 (25 solo se proprio non ho voglia di studiare visto che devo dare altri tre esami) tengo il voto
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