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  1. #201
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Qualche giorno fa ho ascoltato l'album di esordio (omonimo) dei Sir Lord Baltimore: che dire, è molto in anticipo sui tempi per quelli che saranno i primi dischi metal (è del 1970), ad ascoltarlo pare di ascoltare un disco di almeno cinque anni successivo (musicalmente parlando, il livello di registrazione è invece molto inferiore; e comunque la title-track dell'album omonimo dei Black Sabbath credo sia stato il pezzo più all'avanguardia di quell'anno, per quanto riguarda il genre); comunque musicalmente è molto buono, soprattutto la title-track che vanta un riff fantastico, ma personalmente trovo troppo lunga e Lady of Fire. Peccato per il lavoro canoro che non è dei migliori, troppo monocorde, ma nel complesso, in ambito proto-metal lo considero un ottimo disco
    Dovendo valutarlo, direi tra il 77 e il 79

  2. #202
    A.
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    Ys de Il Balletto di Bronzo: un album che mi è piaciuto tantissimo sin dal primo ascolto. Ho adorato soprattutto la presenza delle tastiere in questo album, le cui tracce preferite per me sono le prime due. Veramente consigliatissimo.

    Beckett dei Beckett: questo lo consiglio già meno. Noto a pochi (e a quei pochi più che altro perché Steve Harris ha copiato parte delle liriche di un pezzo di questo album per scrivere Hallowed Be Thy Name), è un album che, pur avendo l'etichetta di progressive rock, per me di prog ha ben poco, anzi: spesso tende al pop nei ritornelli. Qualche brano è davvero interessante, ma nel complesso lo ritengo solo un buon album, nulla più. Per me non raggiunge l'80.
    Particolare tuttavia è l'uso di archi, mai fine a sé stesso e sempre contributivo all'atmosfera complessiva dell'album (soprattutto in Rainclouds e Life's Shadow).

    Quella Vecchia Locanda di Quella Vecchia Locanda: mi avevano messo in guardia sui testi di questo album, che infatti si rivelano veramente terribili, soprattutto sul livello della forma (ripetitiva all'infinità, è zeppo di "me", "te" e "mai"), visto che la storia alla fin fine è abbastanza interessante.
    Anche la voce non è effettivamente Demetrio Stratos, e risulta a volte monocorde e banale.
    Di tutt'altra fattura invece è il livello strumentale, di Tulliana memoria () soprattutto sotto il punto di vista del flauto (infatti ne Il Cieco c'è un assolo di flauto che nella prima parte ricorda moltissimo la celeberrima My God).
    Invece grande novità è l'uso del violino, impiegato in modo eccellente.
    Ultima modifica di Blaze; 13-10-2010 alle 12:19

  3. #203
    A.
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    Iniziato ieri The Broadsword and the Beast dei Jethro Tull, secondo album dopo A (*_*) consacrato all'uso del synth.
    Qui la "sperimentazione" è meno "violenta" del predecessore, infatti si recupera in parte il sound dei vecchi Tull, anche se la novità resta sempre ben presente (e il tastierista è fantastico, devo dire).
    In particolare sento di consigliare questo album per la presenza di perle quali Beastie, Slow Marching Band, Broadsword e Pussy Willow.

  4. #204
    coffeecoffeecoffeecoffeec L'avatar di Black Ghost
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    Citazione Originariamente Scritto da Jojo10 Visualizza Messaggio
    Comunque quelli che hai in avatar non mi piacciono
    Al riguardo, comunque, prova ad ascoltarti i loro brani più roccheggianti, magari quelli ti piacciono.
    http://www.youtube.com/watch?v=eBShN8qT4lk
    http://www.youtube.com/watch?v=07Y0cy-nvAg&ob=av2e
    http://www.youtube.com/watch?v=9PLfjhQG97I&ob=av2e

    stupid sexy greedo butt


  5. #205
    A.
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    Heavy Weather dei Weather Report. Per quanto avessi provato già qualche album con delle venature jazz, questo è il mio primo contatto "totale" col genere.
    Mi è piaciuto veramente molto, contando soprattutto l'incredibile attività di Pastorius al basso.
    Assolutamente da segnalare la opener allegra Birdland, che risalta tutta la strumentazione del gruppo, la ballata sognante A Remark you Made e Teen Town, dove la grandezza di Pastorius si tocca con mano.
    Ottimo anche il delirio delle percussioni in Harlequin, anche se in definitiva non c'è una traccia che mi abbia realmente deluso.

    Lo consiglio sia a chi piace sia a chi non piace il jazz, visto che è un dischetto che permette di passare una quarantina di piacevolissimi minuti a tutti.

  6. #206

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    Io ho dato l'ultimo ascolto a In The Land Of Grey And Pink dei Caravan. Devo dire che adoro il loro stile a tratti scherzoso e scanzonato, ma allo stesso tempo di grande classe e raffinato. Inoltre dal punto di vista tecnico li ho trovati ottimi e innovativi nel loro campo. Li consiglio vivamente.

  7. #207
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Citazione Originariamente Scritto da Blaze. Visualizza Messaggio
    Heavy Weather dei Weather Report. Per quanto avessi provato già qualche album con delle venature jazz, questo è il mio primo contatto "totale" col genere.
    Mi è piaciuto veramente molto, contando soprattutto l'incredibile attività di Pastorius al basso.
    Assolutamente da segnalare la opener allegra Birdland, che risalta tutta la strumentazione del gruppo, la ballata sognante A Remark you Made e Teen Town, dove la grandezza di Pastorius si tocca con mano.
    Ottimo anche il delirio delle percussioni in Harlequin, anche se in definitiva non c'è una traccia che mi abbia realmente deluso.

    Lo consiglio sia a chi piace sia a chi non piace il jazz, visto che è un dischetto che permette di passare una quarantina di piacevolissimi minuti a tutti.
    Però non ha senso ascoltare Birland per la prima volta nella versione dei Weather Report. Per prima cosa andrebbe ascoltato nella versione di Charlie Parker (che credo sia stato il ceeartore di questo standard, almeno a giudicare dal titolo), e solo poi ascoltarne le varie versioni

    Ciò detto, quel disco è vivacissimo e di certo non deve essere ascoltato limitatamente a Pastorius (per quello esistono i dischi di Pastorius): anche il lavoro di Zawinul e compagni, soprattutto alle tastiere e alle percussioni è invidiabile

  8. #208
    Campane a Stormo L'avatar di cattivocervello
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    Ascolto molto il disco eponimo dei Nerorgasmo ultimamente: pelle d'oca costante ascoltando i testi di Abort. Non mi sento di consigliarlo perchè per contenuti e musica è un disco con cui non è facile fare i conti (a 15 anni ricordo di averlo liquidato dopo due pezzi scarsi), però se non altro adesso ne colgo la portata.

  9. #209
    A.
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    Citazione Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza Messaggio
    Però non ha senso ascoltare Birland per la prima volta nella versione dei Weather Report. Per prima cosa andrebbe ascoltato nella versione di Charlie Parker (che credo sia stato il ceeartore di questo standard, almeno a giudicare dal titolo), e solo poi ascoltarne le varie versioni

    Ciò detto, quel disco è vivacissimo e di certo non deve essere ascoltato limitatamente a Pastorius (per quello esistono i dischi di Pastorius): anche il lavoro di Zawinul e compagni, soprattutto alle tastiere e alle percussioni è invidiabile
    Infatti io ho sottolineato l'assurdità di Pastorius perché mi ha colpito veramente tanto, ma anche gli altri membri sono in stato di grazia, in particolar modo per le percussioni.
    Non sapevo che Birdland non fosse un pezzo originale dei WR, come ho già detto, sono ignorante in materia

  10. #210
    [p, xi, N(xi)] L'avatar di Il Nicco
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    Appena finito di ascoltare Souvenirs d'un Autre Monde degli Alcest. Avevo sentito dire che si trattava di un disco dall'atmosfera sognante, ma è andato decisamente oltre le mie aspettative: insomma, il suono è incredibilmente etereo e quasi inconsistente, soprattutto grazie alla quantità di effetti utilizzati, eppure la melodia di sottofondo rimane chiaramente udibile e anzi, praticamente avvolge l'ascoltatore (il paragone che mi viene più immediato è quello dell'interno di una nuvola). Sia ben chiaro che, salvo un paio di brani dei My Bloody Valentine e dei Ride, questo è il mio primo approccio a qualcosa di shoegaze o di qualcosa influenzato dallo shoegaze, ma devo dire che il risultato è magnifico. Nota di merito per la voce di Neige che è incredibilmente atmosferica (non risco a capacitarmi del fatto che gli Alcest siano in fondo, a quanto ho sentito, un gruppo Black, credo che dovrò ascoltare il loro secondo album per farmene un'idea). Le parti di chitarra acustica sono ottime, ma personalmente preferisco i momenti più ricchi di effetti (questa nebbia/nuvola sonora mi piace proprio). Fantastica Les Iris

    Valutandolo direi 88, forse anche 89-90

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