In altre parole, secondo il professore, Nietzsche ha sempre cercato di porsi verso il mondo in modo tale da farsi identificare come un intelletto superiore (lo Zarathustra equivarrebbe, in fondo, ad una nuova Bibbia con una nuova mitologia, e come se non bastasse Nietzsche negli ultimi mesi di lucidità mentale è arrivato a considerarsi dio [in fondo si firmava "Dioniso" o "Il Crocifisso"]). In realtà era un pensionato in piena crisi di mezz'età senza un amico in un paese di cui non conosceva la lingua (citando il professore). Insomma, come corso cerca anche di mettere nella giusta ottica il progetto di automitizzazione di Nietzsche (che si vede, oltre che nello Zarathustra, in Ecce Homo e nelle lettere da Torino, ne abbiamo letta una inviata a sua madre in cui questo delirio autoglorificante è veramente chiaro) percorrendone la vita e il pensiero a ritroso, dall'88 alla Nascita della Tragedia. Spiegato un po' alla cazzo, ma il concetto è grosso modo questo.
Tra l'altro, ho scoperto solo oggi che esiste un filmato di Nietzsche in manicomio e che D'Annunzio ha celebrato la sua morte con una poesia di 491 versi