Visivamente ottimo: Rob Zombie mostra tutta la sua bravura dietro la macchina, ma come strutturazione narrativa e personaggi è decisamente peggio.
Alcune riprese sono bellissime (come Myers che scende dal furgone o che affronta i contadini dopo essersi messo la maschera), però non convincono alcuni personaggi, come lo psichiatra-scrittore, un pesce fuor d'acqua (ed era risparmiabile la critica alla spettacolarizzazione del dolore) o gli amici della protagonista, che potevano essere sfruttati meglio. Inoltre diverse sequenze potevano essere risparmiate e magari convertite in meglio.
Voto 6.
Genesi di quella lunga sequela di "Non aprite quella porta".
Hooper, anche per via del suo low buget, non mostra la truculenza tipica dei capitoli successivi, tuttavia l'orrore che suscita la pellicola è più subdolo e psicologico che ostentato: ci troviamo nella tipica casa americana, luogo della famiglia, ultimo baluardo della sicurezza, eppure dietro quella porta da non aprire, si celano orrori inaspettati e pertanto ancora più terrorizzanti.
E' anche la nascita di Leatherface, uno dei serial killer più carismatici, con la sua grande motosega, ed è grande la sequenza finale dove lo vediamo in giacca e cravatta brandire il suo strumento di morte alla luce sel sole albeggiante.
Bravo Hooper a rendere realistica una seria che pare paradossale.
Voto 7.